La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Angelicamente anarchico: Don Andrea Gallo

03-12-2009

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Bisognerebbe lasciar parlare i grandi vecchi di questa Italia smarrita e dolente. I grandi vecchi e le loro storie di vita esemplari e coraggiose, la loro energia instancabile, la loro libertà nel rimanere aggrappati con i denti alla vita, agli ideali, alle lotte. Senza rassegnazione alcuna.

C’è chi lo chiama prete rosso, chi prete no global. Don Gallo si definisce un prete da marciapiede “che si è scoperto uomo”. La sua preghiera sono il Vangelo da un parte e la Costituzione Italiana dall’altra.

E quando appare sul palcoscenico come protagonista indiscusso dello spettacolo “Angelicamente anarchico” ispirato alla omonima biografia (edita da Mondadori, con prefazione di Vasco Rossi), diventa anche un grande attore.

Angelicamente e anarchico. Due parole che si intrecciano per riassumere la sua storia. “Quel “angelicamente” – come lui stesso afferma – ci sta non perché sono esente da peccato, ma perché la mia scelta nella chiesa è stata sempre dettata dalla non violenza. La scelta della parola “anarchico”, invece, non è certo perché abbia la tessera dell’anarchia, ma perché dove c’è un sopruso io devo intervenire e non mi guardo da gerarchie e ordini superiori”.

Con il suo inseparabile sigaro, Don Gallo appare sul palco, e con tempi squisitamente teatrali dà vita ad un viaggio emozionante nei ricordi, nelle persone, nella storia sociale, politica e religiosa del nostro paese, attraverso gli occhi di uno spirito cristiano che ha deciso di camminare sempre a fianco degli ultimi, battendosi contro tutti i soprusi, da qualunque parte essi provengano.

La poesia diventa coscienza civile, rabbia e preghiera, amore per i derelitti lasciati sulla strada. Batte il tempo Don Gallo. E canta De Andrè, colonna sonora e poetica della Comunità di San Benedetto al Porto da lui fondata nel 1970, che accoglie persone in difficoltà. Canta della città vecchia, Genova, dei suoi vicoli ombrosi e maleodoranti, popolati da prostitute, trans brasiliani, migranti, barboni, Rom, artisti libertari. Canta il suo “Vangelo secondo De Andrè” accompagnato alla chitarra e alla voce dalle “veline”, Viviana Correddu e Riccardo Fruzzetti, giovani della Comunità. E saltella giocosamente dichiarandosi non un poeta ma una persona che da tanti anni cammina per la strada, la sua vera cattedrale.

Tra conversazione, poesie e musica dà vita ad un lungo flusso di parole, pensieri, emozioni che inchioda il pubblico, spronato a combattere l’indifferenza (ottavo vizio capitale!) che regna sempre più nelle nostre città e nei nostri cuori e a riscoprire il dono della solidarietà: “l’emarginazione sottrae dal potere e quindi dal fango e avvicina a Dio. I veri insegnanti di vita – ci dice Don Gallo – sono proprio gli emarginati”.

I suoi ricordi e riferimenti continui vanno ai compagni di strada Franco Basaglia, Mario Tommasini, Don Luigi Ciotti, Don Milani, Padre Ernesto Balducci, Padre Alex Zanotelli, Frei Betto. E gli amici artisti che nomina uno ad uno, da Paolo Rossi a Moni Ovadia, da Piero Pelù a Vasco Rossi, da Dario Fo e Franca Rame a Manu Chao. Ma vanno anche a quell’estate del 2001, a Genova e a Carlo Giuliani, che lui incontrò il giorno prima della sua morte.

“Riprendiamoci il primato della coscienza! Fateci partecipare, bisogna scendere da cavallo e sporcarsi le mani! La poesia sveglia e illumina! Voglio essere più uomo, più cristiano, più coordinatore!”: nessuno lo ferma Don Gallo. Legge Pablo Neruda e Boris Vian ma anche gli haiku del barbone genovese Bernardo Quaranta come gli Invincibili di Erri De Luca. E verso il termine, ritorna ancora a lui, all’amico Faber, in un canto rivolto alle persone fragili e perdenti, dedicato a tutte le Marinelle e Bocca di Rosa.

Solo la poesia ci può salvare. La poesia, altro nome dell’utopia e dell’anarchia.

Angelicamente anarchico

di e con Don Andrea Gallo

con la partecipazione di Viviana Correddu e Riccardo Fruzzetti

regia Cinzia Monteverdi

una produzione Monteverdi Promotion

Raffaella IlariÈ nata a Parma il 15 dicembre 1971, città nella quale tutt'ora vive. Lavora da ormai numerosi anni in ambito culturale, occupandosi prevalentemente di comunicazione e organizzazione presso istituzioni e festival teatrali nazionali.
 

Commenti

  1. enrica liberti

    grande persona,e grande amante di Gesù sono fiera che sia della mia città e spero resti con noi ancora tantissimo, lucido e grintoso come sempre..Gli voglio bene Enrica

  2. daniela misuri

    Caro Don Gallo,
    non so se mi sono persa qualcosa io, non so se hai parlato con Alessandro o con qualcuno di noi, ma mi piacerebbe tanto che tu venissi a trovarci, ora, alla Comunità delle Piagge. Ci manca tanto Don Alessandro, pastore, padre, amico, confessore, datore di lavoro, datore di affetto, datore di attenzione, datore di cura, datore di tutto se stesso.
    A presto,
    Daniela

  3. guido.

    cara regista,
    potrei suggerirle, altre qualità del prete rosso, io ho solo letto quanto sopra, e mi vien da ridere in quanto sovente le persone fanno di tutto per tirare avanti per bene, come sanno senza nuocere se non per wstrema difesa ( come ci hanno insegnato), e capita di immedesimarsi in attori di grido, pensando…….. anche a me……… è successa una cosa del genere, in piccolo, non esagerata come nel film o nell\\\’opera teatrale quando è riservata ad un pubblico limitato o più colto.
    Aggiungerei un evoluzione, nei suoi prossimi episodi del prete rosso, che non è un prete, ma un padre ….. disperato!! non un anarchico associato ……. ma solo, mi viene in mente un mono…anarchico, che semplificando i dittonghi verrebbe sicuramente da ridere…….!!!!!
    Tuttavia un ordine ci deve sempre essere, in qualsiasi società quindi predicare l\\\’anarchia non credo sia cosa buona, magari fantasticamente utopistica perchè lei sa benissimo quanto sa essere cattiva la gente, quindi un ordine credo sia comunque meglio che ci sia.
    Quel pover uomo, metaforico può solo appellarsi al marciapiede e a qualche manuale………, visto che le persone sono sempre pronte a farti una mano……, pardon darti una mano, sempre per scherzare naturalmente………., se no che divertimento c\\\’è!!!!!
    IL commento è stato tratto dal nuovo quotidiano…………… LA SUOCERA DI REPUBBLICA…,
    edizione limitata.

  4. remses

    grande uomo peccato siano pochi come lui e purtroppo molti id…. come guido

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