Bisognerebbe lasciar parlare i grandi vecchi di questa Italia smarrita e dolente. I grandi vecchi e le loro storie di vita esemplari e coraggiose, la loro energia instancabile, la loro libertà nel rimanere aggrappati con i denti alla vita, agli ideali, alle lotte. Senza rassegnazione alcuna.
C’è chi lo chiama prete rosso, chi prete no global. Don Gallo si definisce un prete da marciapiede “che si è scoperto uomo”. La sua preghiera sono il Vangelo da un parte e la Costituzione Italiana dall’altra.
E quando appare sul palcoscenico come protagonista indiscusso dello spettacolo “Angelicamente anarchico” ispirato alla omonima biografia (edita da Mondadori, con prefazione di Vasco Rossi), diventa anche un grande attore.
Angelicamente e anarchico. Due parole che si intrecciano per riassumere la sua storia. “Quel “angelicamente” – come lui stesso afferma – ci sta non perché sono esente da peccato, ma perché la mia scelta nella chiesa è stata sempre dettata dalla non violenza. La scelta della parola “anarchico”, invece, non è certo perché abbia la tessera dell’anarchia, ma perché dove c’è un sopruso io devo intervenire e non mi guardo da gerarchie e ordini superiori”.
Con il suo inseparabile sigaro, Don Gallo appare sul palco, e con tempi squisitamente teatrali dà vita ad un viaggio emozionante nei ricordi, nelle persone, nella storia sociale, politica e religiosa del nostro paese, attraverso gli occhi di uno spirito cristiano che ha deciso di camminare sempre a fianco degli ultimi, battendosi contro tutti i soprusi, da qualunque parte essi provengano.
La poesia diventa coscienza civile, rabbia e preghiera, amore per i derelitti lasciati sulla strada. Batte il tempo Don Gallo. E canta De Andrè, colonna sonora e poetica della Comunità di San Benedetto al Porto da lui fondata nel 1970, che accoglie persone in difficoltà. Canta della città vecchia, Genova, dei suoi vicoli ombrosi e maleodoranti, popolati da prostitute, trans brasiliani, migranti, barboni, Rom, artisti libertari. Canta il suo “Vangelo secondo De Andrè” accompagnato alla chitarra e alla voce dalle “veline”, Viviana Correddu e Riccardo Fruzzetti, giovani della Comunità. E saltella giocosamente dichiarandosi non un poeta ma una persona che da tanti anni cammina per la strada, la sua vera cattedrale.
Tra conversazione, poesie e musica dà vita ad un lungo flusso di parole, pensieri, emozioni che inchioda il pubblico, spronato a combattere l’indifferenza (ottavo vizio capitale!) che regna sempre più nelle nostre città e nei nostri cuori e a riscoprire il dono della solidarietà: “l’emarginazione sottrae dal potere e quindi dal fango e avvicina a Dio. I veri insegnanti di vita – ci dice Don Gallo – sono proprio gli emarginati”.
I suoi ricordi e riferimenti continui vanno ai compagni di strada Franco Basaglia, Mario Tommasini, Don Luigi Ciotti, Don Milani, Padre Ernesto Balducci, Padre Alex Zanotelli, Frei Betto. E gli amici artisti che nomina uno ad uno, da Paolo Rossi a Moni Ovadia, da Piero Pelù a Vasco Rossi, da Dario Fo e Franca Rame a Manu Chao. Ma vanno anche a quell’estate del 2001, a Genova e a Carlo Giuliani, che lui incontrò il giorno prima della sua morte.
“Riprendiamoci il primato della coscienza! Fateci partecipare, bisogna scendere da cavallo e sporcarsi le mani! La poesia sveglia e illumina! Voglio essere più uomo, più cristiano, più coordinatore!”: nessuno lo ferma Don Gallo. Legge Pablo Neruda e Boris Vian ma anche gli haiku del barbone genovese Bernardo Quaranta come gli Invincibili di Erri De Luca. E verso il termine, ritorna ancora a lui, all’amico Faber, in un canto rivolto alle persone fragili e perdenti, dedicato a tutte le Marinelle e Bocca di Rosa.
Solo la poesia ci può salvare. La poesia, altro nome dell’utopia e dell’anarchia.
Angelicamente anarchico
di e con Don Andrea Gallo
con la partecipazione di Viviana Correddu e Riccardo Fruzzetti
regia Cinzia Monteverdi
una produzione Monteverdi Promotion
È nata a Parma il 15 dicembre 1971, città nella quale tutt'ora vive. Lavora da ormai numerosi anni in ambito culturale, occupandosi prevalentemente di comunicazione e organizzazione presso istituzioni e festival teatrali nazionali.