Qualche mese fa, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, disse che a Sanremo non ci sarebbe mai più andato. “Non voglio più avere niente a che vedere con Sanremo” dichiarò. Durante la settimana del Festival Biagio Antonacci era infatti in giro per l’ Italia con il suo tour e suonava anche durante la serata finale della manifestazione canora più amata/odiata dagli Italiani.
All’intervistatore disse: “Se mi capita lo guardo da semplice curioso ma solo se mi capita, comunque è una manifestazione per la Rai, per il presentatore e per gli sponsor, serve a fare girare soldi. Non per la musica, la musica a Sanremo non esiste”.
Questo fu il giudizio secco del cantautore milanese al quale mi associo. Del resto lui con Sanremo non ha mai avuto fortuna: “Non sono uno di quelli diventati famosi grazie al Festival. Ci andai una prima volta nell’ 88 e venni subito eliminato e nel ‘ 93 mi ci mandarono per consolidare il successo di “Liberatemi” ma non accadde nulla”.
L’ anno scorso tutti pensavano di vederlo all’ Ariston, visto che il presentatore era Baudo, suo ospite sul palco al concerto di San Siro: “È stato un dolore dire no a Pippo: è come uno di famiglia. Ma non mi aveva convinto. E non ci è riuscito nemmeno Bonolis, persona fantastica e grande amico non solo perché interista come me, che mi voleva come “padrino” di qualche giovane”.
Alla domanda; cosa ti piacerebbe fare ancora che non hai fatto? Rispose: “Mi piacerebbe scrivere un disco intero per Mina o per la Pausini”.
Vede qualche nuovo talento all’ orizzonte? “Un giovane oggi ha successo subito o non l’ avrà mai. Nel primo caso non ha l’ umiltà per riconoscerlo, nel secondo caso è incazz… E allora non c’ è più nessuno che fa la gavetta a testa bassa. Non vedo negli esordienti che mi avvicinano quell’ atteggiamento che io avevo quando mi presentarono Venditti, Dalla, Baglioni… Colpa della tv che ha portato il successo nelle case di tutti. Non amo questi programmi che vanno alla ricerca di talenti. Io mi arrabbiavo quando in privato mi dicevano che non ce l’ avrei fatta, figuriamoci quando te lo dicono in tv… È una gogna pubblica che ti fa perdere, nel caso tu abbia successo, il rispetto per l’ umiltà”.
Biagio Antonacci. Uno che riassumendo dice:
“Baudo è come uno di famiglia”
“Bonolis è un grande amico”
“Sanremo non serve a niente” però c’è andato 2 volte, nel 1987 non lo conosceva nessuno a parte i suoi familiari, dal 1988 ovvero da quando andò a Sanremo gli si aprirono le porte della musica.
Uno che siccome non riusciva nel suo intento, nonostante le spinta da ogni parte, preferì imboccare la strada del “sentimento” al fine di raggiungere i risultati mirati, è senza dubbio uno da prendere come esempio della genuinità e concretezza.
Si perché “l’artista” si legò niente meno che alla figlia del notissimo Gianni Morandi, e pare lo fece con il chiaro intento di raggiungere i propri obiettivi, infatti la dimostrazione lampante potrebbe che una volta raggiunti gli stessi, salutò la compagnia e proseguì per la sua prolifica strada, un vero gentiluomo, se non altro estremamente freddo e calcolatore.
Dice anche che non ama i programmi televisivi i quali vanno alla ricerca di talenti, ammettendo che in privato (i discografici e i produttori) gli confidavano che Lui non ce l’avrebbe fatta, e quindi gli da fastidio pensare che a molti giovani, questo diniego venga espresso in diretta televisiva, senza però considerare che di fatto, talenti nei karaoke non ce ne sono, nemmeno l’ombra, e tutti quelli che vanno a presentarsi proponendo le solite tristissime cover lo fanno perché va bene così, ignari di come tutto questo sia spettacolo per altri, per quelli che incassano soldini sulle speranze dei giovani, prendendoli sonoramente per il culo senza pietà, identico a Sanremo per intenderci.
Non ce l’ho con Antonacci, che reputo tra l’altro un cantante apprezzabile, ma con il sistema, con questo vergognoso panorama musicale che ha costruito muri e innalzato barriere tali da fare si che chiunque voglia proporsi è costretto a prostituirsi in un modo o nell’altro.
Questo modo estremamente orrendo di fare spettacolo ad ogni costo, tenendo porte e finestre chiuse facendo passare solo pochi eletti attraverso la canna fumaria, ha portato all’allontanamento di tanti sicuri talenti, che solo perché non essendo abbastanza “stronzi” ed altrettanto “battaglieri” hanno lasciato spazio libero a quello che vediamo e sentiamo ogni giorno e che abbiamo ancora il coraggio di chiamare musica, e addirittura canzoni. Meritocrazia? L’hanno tolta dal dizionario alcuni anni fa.
Cantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).