Mi sento di parte, oggi francese, perchè in questo pezzo di mondo è fatto divieto indossare in luogo pubblico il burqa. Si, là gira. Volete sapere quanti millimetri di carne umana femminile sono esposti ai raggi del sole indossando il burqa? Provate a metterlo voi, lo scafandro, io lo feci e mi sembrò di perdere i sensi, solo per un minuto. Provate a girare la città, ben protetti come dei palombari fine secolo, immersi nel Male. È una regola civile quella che impedisce di finire inghiottita in un burqa, senza neanche poter dire: aspetta… ma donna. Andatevene all’inferno voi e le gabbie e i muri, che opprimono la vita. No, nessuno sa come viva, come muoia. Lo sa il burqa.
Le ho viste con i miei occhi pochi giorni fa da Primark a Manchester, la coppia residente in Inghilterra, quelle gambe che la fanno correre tra i banchi di un gran magazzino, con bimbo e compagno, lui anche con due bella braccia esposte e piene di peli e il faccione contento, tra baffi e barba, di quel manichino al fianco da esibire, tale e quale a un lenone, a un pappa dei nostri paesi, che gode dell’esposizione della carne. Poi fu la volta a York, di un’altra che camminava da sola, di primo mattino. Di entrambe le donne era impossibile vedere anche solo gli occhi, udire il respiro. Magari urlassero all’improvviso: sarebbe un’esplosione.
A luglio di quest’anno, nel blog del Corriere della Sera, si lanciava la moderazione inglese: “Il 67% degli inglesi vorrebbe che il burqa venisse messo al bando. Lo rivela un sondaggio d’opinione di YouGov. Dunque: Londra seguirà l’esempio francese? Questione delicata e controversa. Ma Damian Green, conservatore, neo ministro dell’immigrazione, esclude al cento per cento che Westminster approvi un provvedimento del genere: “Sarebbe contrario alle convenzioni sulla tolleranza e il reciproco rispetto”. Adottare una politica più severa sugli ingressi dei clandestini non significa che alle donne musulmane debba essere proibito di coprire il volto. Giusto o sbagliato che sia, irritante o no, due considerazioni:
1) l’autorevolezza di un governo si consolida quando non cavalca i populismi e corre così il rischio di trovarsi in rotta di collisione con i suoi elettori;
2) una classe dirigente coraggiosa, di destra o di sinistra, ha il dovere di essere impopolare quando sono in gioco principi e valori universali.
Ogni nazione ha sensibilità diverse. Il Regno Unito, pur colpito dal terrorismo, sa dare ancora esempio di equilibrio e di saggia moderazione. In Inghilterra ho visto spariti i cassonetti, incubo terrorismo, umanizzati da donne e uomini che ramazzano il centro della city. Se si ferma quella donna in burqa, si siede, potrebbe sembrare un misero mucchio di stracci. Neri per giunta. Cenci da litigare nel dialogo tra le genti e le religioni.
Viene da bestemmiare, perchè non c’è nulla di male a negare il potere, sia pure imprecando. Qualcuno ricorda i membri del Ku Klux Klan che “indossano le tuniche bianche con il cappuccio, nascondendo le loro facce, sul modello di alcune confraternite penitenziali cattoliche”? Una spiegazione di questa usanza è che questi abiti rappresentano gli spiriti dei soldati che tornano dal mondo dei morti per vendicarsi e terrorizzare i loro nemici. Un’altra spiegazione riportata è “l’anonimato del lavoro ben fatto” – infatti i membri del KKK credono che il compito sia stato assegnato loro direttamente da Dio, e indossano tunica e cappuccio in segno di umiltà. Ecco, peccato che l’umiltà femminile è legge perenne a cui la donna deve sottomettersi 24 ore su 24, tranne quando è libera di farsi fottere. Che Misteri i Voti i Veli la Politica…
E non ridete, non venite avanti come cretini, non pensate che da noi il burqa non gira, non attecchisce. Il Colpo Grosso è svestirla la donna, e farne bottino e chiamarla la Casa della Libertà. Non prendiamoci in giro, non prendeteci in giro. Avete parlato di Liberazione e Pace esportata, avete detto al mondo che avevate asportato il burqa, il terrorismo islamico. I mandanti di questa Moda, sono i signori della Guerra, che la portano con i soldi e il sangue, come chi se la inventa la sacra guerra, per gli Affari suoi, di alta Finanza, blindata da un burqa, velatissima.
“Quanto al futuro, ascolti: i suoi figli fascisti veleggeranno verso i mondi della Nuova Preistoria. Io me ne starò là, come colui che sulle rive del mare in cui ricomincia la vita. Solo, o quasi, sul vecchio litorale tra ruderi di antiche civiltà, Ravenna Ostia, o Bombay – è uguale – con Dei che si scrostano, problemi vecchi – quale la lotta di classe – che si dissolvono…” scriveva Pier Paolo Pasolini, era di una disperata vitalità. Perché continuiamo in questo modo?
We’re lost in a masquerade…
Dal 1973 al 2004 in una Banca a fare quello che una volta si chiamava il Borsino. Laurea in poesia contemporanea alla Sapienza mentre era in arrivo il primo figlio. Dopo 53 anni romani, da 6 in un piccolo paese della Tuscia, a 400 metri tra la Via Francigena e la Cassia.Migliaia di cose casalinghe scritte in Rete. Edito niente. Nel 2001 mia figlia mi chiese di accompagnarla a Genova nel 2001, aveva 16 anni. Siamo state imprudenti e ostinate. Lo siamo ancora.Speriamo lo diventino anche altri.
Doriana Goracci