L’orribile coppia Caravaggio-Bacon
28-12-2009
di
Francesco Smeraldi
Accostare due pittori, Caravaggio e Bacon, che nulla hanno in comune non è un errore, è un delitto, un delitto contro la storia e contro la filologia; la filologia è una legge morale prima ancora di essere una legge scientifica che obbliga tutti gli storici dell’arte a rispettarla, compresi gli allievi di Argan e quelli di Calvesi.
Questa mostra suscita una tristezza profonda perché gli ignoranti saranno più ignoranti di prima e i colti dubiteranno di sé stessi.
Caravaggio non è un pittore, è il regista freddo e cinico di finti drammi, drammi di cartone, drammi da patronato dei preti, nei quali ogni personaggio recita la parte che non gli appartiene. Il suo disprezzo per i valori della pittura è totale. Lo disse e lo scrisse a chiare lettere Poussin, pittore sommo. “Era nato per distruggere la pittura”. Se a distruggerla non è riuscito è perché essa appartiene a quei valori fondamentali dell’umano, quell’umano che Caravaggio non ha nemmeno sfiorato.
Bacon invece è un pittore anche se nella pittura del XX° secolo il suo posto è modesto: non è Nolde, né Kirkner né Munch, ma è il poeta di una tragedia moderna fatta di solitudine, di sperma e alcool pessimo,di un disgusto disperato di sé e del mondo, è infinitamente ” più pittore ” di Caravaggio e lo è in virtù di tre valori essenziali : colore, movimento, spazio.
La prossima primavera che cosa vedremo? Picasso e Lorenzo lotto? O Botticelli e Pollock? Risponderà Anna Coliva, direttrice della galleria Borghese : dite quello che volete, ma di un Berenson, di un Longhi, di un Toesca Dagospia non ha mai parlato né parlerà mai, mentre di me parla quasi ogni giorno…
Francesco Smeraldi, veneziano, pubblica poesie in Italia e a Parigi. Giuseppe Ungaretti le aveva presentate al premio Viareggio. Ha lasciato la poesia per dedicarsi all'attribuzionismo della pittura del Quattocento e del Cinquecento.