La sera del 20 maggio il “Terni” (IC597) ha fatto molti “capricci”:
è partito da Rogoredo verso Giacenza ( dove abito ) con 6′-7 minuti di ritardo; diciotto chilometri dopo, a Lodi è stato inspiegabilmente fermo per diversi minuti, e ad un certo punto si è anche “spento”.
Alle porte di Casalpusterlengo, il treno si è fermato improvvisamente; ho pensato fosse dovuto ad un semaforo rosso e per dare precedenza ad una serie di treni dell’epoca risorgimentale in direzione contraria. Nel giro di pochi secondi, si è “spento” anche l’impianto di condizionamento ( mi sembra che i gradi fossero 30 ); inutile sottolineare che nessun messaggio è stato diffuso per informare i passeggeri e nessun CST si aggirava nelle carrozze;
Finalmente (si fa per dire…) alle 18:54 il capotreno comunica che si è verificato un guasto al locomotore ed il treno ripartirà entro 10 minuti: faccio partire il “timer” e, nel frattempo, incomincio a recitare un rosario;
funzionerà? Siamo ripartiti (lentamente) alle 19:00 senza farci troppe illusioni. Ecco il controllore che rassicura tutti sul fatto che i problemi sono stati risolti e che “abbiamo” preso solo qualche minutino di ritardo… Qualche? IC597 dovrebbe arrivare a Piacenza alle 18:41!
Alle 19:03 il treno si è fermato a Casalpusterlengo, il controllore è sceso sul marciapiede; dopo qualche istante è arrivato un treno sul binario adiacente, ma non ho fatto in tempo a “pensare” che potesse essere un regionale diretto a Piacenza che è ripartito immediatamente; naturalmente nessun suggerimento era stato “diffuso” per invitare i pendolari piacentini presenti a bordo a cambiare convoglio; nervosismo alle stelle!
Trascorre ancora qualche minuto ed un altro treno con la “faccia da regionale” giunge sul binario a fianco in direzione Piacenza; stavolta non mi faccio fregare e scendo al volo dal Terni; tutto si svolge in pochi secondi senza annunci (vedi sopra) da parte di chicchessia; durante la salita “disperata” sulla carrozza del “regionale”, mi si è incastrato il piede destro in mezzo alle porte che si stavano chiudendo “a ghigliottina”; risultato: fortunatamente solo una scarpa “da buttare”, niente fratture ed una lieve contusione all’avambraccio destro.
Mi siedo in una carrozza arsa dal sole con i finestrini spalancati e le tendine (luride) svolazzanti. Non ho più la forza di commentare quanto accaduto oggi; sono sfinito dal caldo e dalla tensione; il treno regionale ferma anche a Codogno e S.Stefano: accidenti! Stasera dovevo essere assolutamente a casa “in orario”.
Alle 19:23 il treno percorre il ponte sul Po e dopo pochi istanti raggiunge, finalmente, la stazione di Piacenza; scendo dal treno alle 19:25, incavolato come un toro! Il tabellone indica IC597 in ritardo di 50 minuti: dentro di me ho pensato che è stato opportuno il cambio treno , anche se ho messo a repentaglio la mia integrità fisica. Zoppicando un po’, mi dirigo verso il parcheggio.
C he dire? Da un treno costruito nel primo dopoguerra, ci si può aspettare un guasto al locomotore; però nell’era della comunicazione e dell’informazione in tempo reale non è accettabile che esista ancora la “disinformazione” . I passeggeri diretti oltre Piacenza erano decisamente inviperiti, perché sono rimasti in balia degli eventi senza essere avvisati di nulla. Trenitalia non è assolutamente in grado di gestire la minima emergenza, è vergognoso quanto successo questa sera (ma non solo oggi). Figuriamoci quando i guasti riguardano i treni ” Frecciarotta”: altro che “accorcia le distanze e fa crescere il paese”. Italia paralizzata per ore.