La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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La furia di Bossi e dei berluscloni, toreri dislessici

23-05-2011

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Il modo in cui il padrone delle ferriere televisive abusa del suo potere, più che provocare indignazione, ormai fa solo schifo. Stessa faccia rifatta, stesso trucco e parrucco esagerato e soprattutto stesso disprezzo per la democrazia. Ma perché Berlusconi insiste su toni già respinti dagli elettori? Anzitutto perché Berlusconi e berluscloni non sanno fare altro. Poi, non hanno argomenti per convincere i milanesi che hanno votato per Pisapia. Quindi cercano di stanare quelli che non sono andati a votare al primo turno o hanno votato per altri, trattandoli come tori nell’arena che impazziscono davanti a uno straccio rosso.
Bossi, tanto per partecipare all’impresa, si è inventato una «zingaropoli», che non riesce neanche a pronunciare. Mentre l’ex radicale Stracquadanio, che ha la lingua sciolta, evoca l’orrore degli islamici raccolti in preghiera sotto la Madunina. Ma scherziamo? Il paradiso è dei milanesi; ma solo quelli che votano Moratti.

 

Leviamo il “tappo” all’Italia

Paolo Mieli, ad Annozero, ha dato il solenne annuncio: dopo il voto dei milanesi, il tappo è saltato. E il tappo ovviamente è Silvio Berlusconi. A questo punto, ha commentato il giornalista, il premier, per la sua dignità e per quella delle istituzioni (della quale però non sembra si sia mai preoccupato), dovrebbe avviare una strategia di dimissioni e magari indicare il nome di un sostituto. Ma Vittorio Feltri, subito dopo, ha assicurato che, per quello che lo conosce, Berlusconi non ci pensa proprio. E infatti, a ogni dannata edizione di tg, i vari portavoce (ma è sparito di nuovo Capezzone) assicurano che il governo tiene; al massimo, negli ultimi giorni, evitando di dire che si rafforza, come hanno fatto spensieratamente negli ultimi mesi. Intanto, il ministro Tremonti, in vista dei ballottaggi di Milano e Napoli, promette una legge per rendere il fisco più umano; senza dire che il fisco è lui e dunque gli basterebbe emanare una circolare interna. La ridicola mossa comunque lascia capire che Berlusconi, di suo, non può più fare nemmeno la promessa di non fare più promesse, perché ormai non gli crede più nessuno.

 

La devozione di Bondi: “Meno male che Silvio c’era”

Bisogna riconoscere che c’è qualcosa di affascinante nel mistero Sandro Bondi. Anzitutto il fatto che possa essere stato comunista un individuo esangue come lui, che si rianima solo quando loda Berlusconi.
Poi, il modo in cui ora, a Berlusconi battuto e rifiutato nella sua Milano, Bondi lo difende a dispetto della strategia e anche della logica.
Così, ad Otto e mezzo, ha sostenuto che il suo Silvio non ha nessuna colpa se la Moratti ha perso. Anzi, meno male che Berlusconi si è speso, con la sua straordinaria generosità, a favore della sindachessa! Dunque, se non fosse intervenuto a gamba tesa Berlusconi, la signora Moratti avrebbe preso ancora meno voti?
E allora come mai, ora, per salvare il salvabile, il suo Silvio ha deciso di starsene in disparte nella speranza di non perdere definitivamente Milano? Figurarsi. Per Bondi il principio di contraddizione non esiste: esiste solo Berlusconi.

 

Se la Moratti fa l’amore con il pugnale tra i denti

In assenza di Berlusconi, è toccato al comico di seconda fila Denis Verdini, l’incarico di raccontare in tv la sua barzelletta, prima classificata per l’Oscar della Stronzata: «Se si esclude Milano, è stato un pareggio». In più, continua ad andare in onda il Berlusconi preventivo, che chiedeva al voto dei milanesi di rafforzare il governo. E i milanesi non hanno mancato di rispondergli. Ma, a urne chiuse e voti contati, anche la signora Moratti ha fatto del suo peggio, dichiarando alle telecamere che, sì, ha sbagliato campagna elettorale, ma per troppo amore verso la città. Ah, ecco, è per amore che ha pugnalato alle spalle il rivale con una lurida menzogna, secondo la teoria per la quale in amore e in guerra tutto è permesso.
Anche di fare all’amore come fosse una guerra, massacrando chi si ama (nel caso Milano) in combutta con faccendieri, cementificatori e corruttori impuniti.

 

Se Milano ci fa godere

Basterebbero solo due parole: grazie Milano. E ora possiamo metterci davanti alla tv a goderci tutto: le facce desolate, le invenzioni lessicali per nascondere la batosta subita, soprattutto il silenzio (finché dura) di Berlusconi e di Bossi. Dopo mesi, anzi, anni in cui li abbiamo sentiti ripetere in coro che sono stati votati e dunque hanno ragione e possono fare quello che vogliono, ora che non sono stati votati, non sanno più a che santo votarsi. Oppure a che diavolo vendersi l’anima, perché neppure il diavolo sa che farsene delle loro anime svendute. Infatti, la miliardaria che voleva cacciare dalle scuole comunali i bambini stranieri, sarà probabilmente cacciata dal Comune. Nella notte dei risultati, abbiamo visto cose che voi umani, milanesi e no, non avreste potuto neanche immaginare appena un giorno prima. Per esempio Stracquadanio avvilito e boccheggiante. E finalmente non abbiamo visto Daniela Santanchè, né di fronte né di profilo, ma abbiamo sentito citare solo dopo mezzanotte una sua dichiarazione della solita violenza e volgarità contro Pisapia. È bastato per farci capire che i soli moderati siamo noi.

Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.
 

Commenti

  1. mauro matteucci

    ma cosa siamo diventati per avere come governanti questi individui indecenti?

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