Anche dopo il cambio di direzione, il Tg2 conserva la sua attenzione al mondo animale. Tutto va bene, pur di non dare le notizie sgradite al potere, come le raffiche di aumenti in arrivo. In più, ci si può ben commuovere sulla sorte degli animali abbandonati per strada, senza per questo spendere una parola di civiltà sui nomadi buttati in strada dalla cristianissima signora Moratti, che ama più il cemento (e soprattutto i cementificatori) dei bimbi. Cosa di cui, comunque, gli animali non hanno colpa. Perciò, ben vengano i servizi su cani, gatti e tutti gli altri esseri viventi che abitano la Terra. E ben venga anche il filmato sulla colonia di coniglietti insediatasi, a suo rischio e pericolo, nell’area inquinata di Milano attorno a Porta Volta. Ma anche lì, ovviamente, è in arrivo il cemento e ora si cerca una nuova casa per i conigli, che, per loro fortuna, hanno un’opinione pubblica a favore e non sono nel mirino della Lega
Gli analfabeti Tv si confessano nei Quiz
In tv la stupidità è un delitto che paga. Se così non fosse, non si capirebbe perché l’inondazione di frescacce (e volgarità) abbia coinciso col in berlusconismo, fenomeno storico checché ne dicano i fans, non è la genialità al potere. Ma qui il discorso si fa troppo arduo per le nostre forze e perciò ci accontentiamo di qualche esempio sotto gli occhi di tutti (come del resto è tutta la tv). Prendiamo i quiz, genere televisivo per eccellenza. Come lamentava il grande Mike, non sono più prove di conoscenza o abilità, ma giochi di fortuna nei quali si cerca solo di azzeccare la risposta esatta tra quelle già formulate. Cosicché all’Eredità (di Carlo Conti), un concorrente al quale era stato chiesto che cosa signficasse per i romani “bellum intestinum”, ha risposto che si riferiva a dolori intestinali. Grandi risate a casa e in studio per la soddisfazione degli autori, he hanno costruito ad arte questa irresistibile gag, degna di fare da traino al Tg1 (di Minzolini).
La setta di Gasparri
Siccome Maurizio Gasparri in tv non si vede proprio mai, bene ha fatto Monica Setta a ospitarlo anche nel suo spazio pomeridiano su Raidue, per farci sapere quello che pensa (e pensare è una parola grossa) il presidente dei senatori del Pdl. Cosicché ha potuto porgli la seguente domanda coraggiosa: «Ma, se Bersani perdesse le regionali, dovrebbe dimettersi?». E non si capisce perché, nel caso malaugurato, la decisione dovrebbe spettare a Gasparri. Se poi la conduttrice voleva essere simpaticamente iettatoria, perché non ha preso di mira la persona presente, anziché quella assente? Tra i fondamentali del giornalismo c’è il fatto che le interviste non si fanno per interposta persona; men che meno per interposto avversario. Ma, almeno, la Setta poteva evitare di assentire con la testa, come i cagnolini da automobile, ad ogni parola di Gasparri. Il quale non sarà un genio, ma certe cose le capisce anche senza gesti!
Il gossip di Minzolini
La foto che ritrae John Kennedy su una barca insieme ad alcune donne nude è già stata riconosciuta falsa e non ci sarebbe bisogno di riparlarne, se non fosse per un aspetto tutto italiano. A darne notizia (con relativa smentita) è stato anche il Tg1 di Augusto Minzolini, il retroscenista noto nel mondo per non aver voluto informare gli spettatori sulle numerose escort che popolavano le abitazioni di Silvio Berlusconi (prima che si dedicasse al partito dell’amore mistico). La ragione addotta da Minzolini per tacere era che si trattava solo di gossip, non di notizie. E come mai ora Minzolini ha riferito le (peraltro false) notizie su Kennedy? Proviamo a ipotizzare: 1) perché Kennedy è morto da 46 anni; 2) perché Kennedy non è in grado di influire sulla carriera di Minzolini. Quale che sia la spiegazione giusta, siamo lieti di salutare il ritorno di Minzolini al giornalismo. Mestieraccio, ma sempre meglio che lavorare al servizio privato di Berlusconi!
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.