Fuochi nella notte, miasmi che si levano e diventano visibili anche agli occhi delle telecamere: è Napoli che brucia, con grande soddisfazione dei leghisti e punizione vendicativa da parte del governo Berlusconi-Scilipoti. Il ministro Calderoli, che di roghi è esperto per aver organizzato su quella pira l’orrendo (e falso) fuoco delle leggi, ora minaccia che, se nel consiglio dei ministri dovesse passare un intervento serio a favore di Napoli, ‘voleranno le sedie’. Sai che minaccia. Se qualche sedia cadesse in testa ai convenuti, non sarebbe poi un gran danno per il Paese. Ma non succederà, perché i culi leghisti sono ben incollati alle ‘cadreghe’ e non si sognano di mollarle neanche per un attimo dimostrativo. Benché, lassù a Pontida, i vecchi caporioni in verde abbiano continuato ad esibire alla folla ‘padana’ la furia ribelle di una volta. Tanto per fare i ‘ganassa’, come dicono a Milano, dove ormai certi figuri li hanno smascherati, facendo capire anche al resto del mondo che (copyright The Economist) chi va con Berlusconi impara a fottere il suo popolo (anche se inesistente).
E vissero intercettati e contenti
Nei tg e nei pochissimi (praticamente solo su La7) spazi di dibattito ancora aperti in tv si parla quasi solo delle intercettazioni della P4, che dai signori (si fa per dire) della destra berlusconiana vengono giudicate del tutto inutili ai fini giudiziari. Ma, come ha chiarito il capo della Procura di Napoli, Lepore, il giudizio in merito spetta alla magistratura. E non, per fortuna, ai politici interessati a nascondere i loro intrallazzi. Stendendo un velo pietoso sulla colossale palla del ministro Alfano, secondo il quale le intercettazioni costerebbero un miliardo, visto che, se anche fosse, ne fanno incassare molto di più. Ma è chiaro che, tanto più i berluscones vogliono impedire le intercettazioni e tanto più svelano la necessità per scoprire i reati dei colletti bianchi. Ad Omnibus, l’esperto Cirino Pomicino sosteneva che, alla fin fine, questo Bisignani non deve essere tanto intelligente, perché spesso non otteneva risultati pratici. Benché, secondo la intercettatissima Prestigiacomo, ci sia gente poco intelligente che è arrivata anche più in alto (e ottenendo ancora meno risultati!).
Quanto ci costa il ministro Alfano?
Senza volere abbiamo risvegliato l’Alfano che dormiva e che si è impegnato a far sapere al Paese, attraverso i tg, quanto costano le intercettazioni. È intervenuto, s’intende, come (ex?) ministro della giustizia, mentre come neoeletto segretario del Pdl continua a latitare. D’altra parte, è un fatto di coerenza politica, che un partito inesistente abbia un segretario ugualmente inesistente. Mentre esiste realmente il groviglio di interessi, ripicche, meschinità che le intercettazioni della P4 ci permettono di conoscere a basso costo. Così sappiamo quanto poco merito ci sia a ricoprire alte cariche nel governo che, all’insegna del più puro scilipotismo, parla di meritocrazia, ma mette in pratica solo il favoritismo, le raccomandazioni e i ricatti incrociati (per non parlare degli scambi in natura!). Il tutto in un clima di odio reciproco. Tanto che, se non servissero ad altro, le intercettazioni sono utili per farci conoscere anche il lato umano dei berluscones, cioè il disprezzo che nutrono uno per l’altro; praticamente l’unica cosa che ci sentiamo di condividere.
Bisignani docet: viva le conoscenze, abbasso la conoscenza
Finalmente, grazie a una intensa puntata dell’Infedele, qualcosa abbiamo capito anche noi telespettatori del ruolo di Luigi Bisignani. Se non altro, abbiamo capito che gli dobbiamo una parte del peggio di questi anni. Per esempio la insopportabile, chirurgica prevalenza della sottosegretaria Daniela Santanché, a favore della quale il Bisignani ammette di aver parecchio brigato. Perché a noi ingenui, convinti come molti precari che il potere della conoscenza derivi dallo studio, la scoperta della P4 rivela invece che il potere viene tutto dalle conoscenze. Infatti Gianni Letta, con insospettata ironia ha dichiarato: ‘Bisignani è l’uomo più conosciuto che io conosca’. Dopodiché, ci restano ancora molti dubbi. Per esempio: quale sarà stato il curriculum di questo Bisignani nel fare l’incredibile carriera che lo ha portato, tra l’altro, a scrivere la lettera di licenziamento di Santoro per conto dell’ex direttore generale Rai Mauro Masi? E ancora: visto che Bisignani, almeno per il momento, non è più operativo, il castello di carte, raccomandazioni e ricatti in mano di chi sarà finito?
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.