La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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“La Santa Mafia mi porta in Tribunale”

30-11-2009

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santamafia200Petra Reski, Santa mafia. Da Palermo a Duisburg: sangue, affari, politica e devozione, Trad. di Valentina Tortelli, Nuovi Mondi, Modena, 2009, pp. 319, € 19,50.

Petra Reski è una giornalista di razza, di quelle che non vanno a caccia di notizie ma a partire dalla  notizia cercano di entrare nel profondo dei fatti che la cronaca rivela. In questo modo il mestiere diventa non solo faticoso e con una parte di rischio da non sottovalutare, ma comporta anche un prezzo alto nello spirito e nella sensibilità di chi ha deciso di guardare negli occhi un fenomeno –è questo il caso- come quello della delinquenza organizzata (mafia, ‘ndrangheta e camorra), davvero una piovra i cui tentacoli non soffocano solo la legalità, l’economia, i commerci, la politica, ma rischiano anche di soffocare l’anima.

Petra, guarda negli occhi preti, capi clan, poliziotti, donne di mafia, picciotti –le numerose facce della Gorgona- e non ne rimane impietrita. Ma le resta una ferita nell’anima che traspare dalle pagine di Santa Mafia attraverso il pretesto letterario intorno al quale l’autrice racconta questo fenomeno antico, questo cancro che continua a corrodere il nostro paese nell’inestricabile nodo di mafia e politica.

Il pretesto usato da Petra è un viaggio in Sicilia per intervistare la fotografa Letizia Battaglia, un’intellettuale di primissimo piano che ha giocato tutta la sua vita sul riscatto di Palermo e dell’isola tutta. E’ anche un viaggio della memoria: molti anni prima, a bordo di una R4, la giovane e promettente giornalista si era mossa dalla Germania per andare a conoscere Corleone, suggestionata dalla storia avvincente de Il Padrino. Sono passati gli anni, la giornalista si è affermata, è venuta a vivere in Italia e da allora ha continuato sempre a ficcare il naso nel mondo della delinquenza organizzata. Ha avuto per compagna la fotografa palermitana Shobha con cui ha condiviso proprio il punto di vista dal quale osservare il fenomeno, un punto di vista che vorrei definire di genere, attento ai piccoli fenomeni di vita quotidiana, all’esteriorità dei corpi, degli abiti, delle case, degli atteggiamenti e delle espressioni, perfino degli odori. L’intervista al prete don Pino, a San Luca in Calabria, che finisce con uno svenimento della giornalista in chiesa, nauseata dagli incensi ma non solo, è davvero un pezzo di grande efficacia. Shobha e Petra si erano spinte in Calabria dopo la strage della pizzeria di Duisburg, lì hanno percorso le strade del paese, passato il tempo nei bar, assistito a processioni, studiato le donne chiuse nell’impenetrabile color nero degli abiti. Hanno controllato il loro malessere crescente, l’impossibilità di farsi una ragione dell’allucinante realtà di quel paese, un centro internazionale del narcotraffico, dove conta il legame di sangue, dove tutti sono parenti di tutti e dove la faida parentale ha prodotto una scia di sangue inconcepibile. Ne escono fuori con la decisione di “evitare San Luca per il resto del nostro reportage in Calabria”. Ma non andrà meglio a Locri e neanche a Napoli, dove Petra mette in scena l’incredibile giornata passata accanto a Carmine Sarno, un pezzo da novanta a Napoli Est, agente teatrale, scopritore di talenti canori, benefattore del quartiere, facile alla commozione.

Quando si appresta a lasciare Palermo, Petra deve registrare la drammatica impotenza, il pessimismo di Letizia Battaglia, la caparbia solidarietà di Shobha che forse vuole credere ancora nel loro lavoro, e intorno a lei tutto lo splendore della Sicilia che non riesce più a mascherarne la putredine.

Pubblicato in Germania per la prima volta, il libro ha prodotto una serie di fastidi non lievi all’autrice: alcuni dei nomi citati, ben noti alle polizie tedesca e italiana hanno fatto ricorso all’autorità giudiziaria perché i loro nomi venissero cancellati dal testo. Una lugubre sfilza di righe nere coprono anche nell’edizione italiana una verità nota come una foglia di fico che nasconde ma non cancella la verità.

Alessandra RiccioAlessandra Riccio ha insegnato letterature spagnole e ispanoamericane all’Università degli Studi di Napoli –L’Orientale. E’ autrice di saggi di critica letteraria su autori come Cortázar, Victoria Ocampo, Carpentier, Lezama Lima, María Zambrano. Ha tradotto numerosi autori fra i quali Ernesto Guevara, Senel Paz, Lisandro Otero.E' stata corrispondente a Cuba per l'Unità dal 1989 al 1992. Collabora a numerosi giornali e riviste italiani e stranieri e dirige insieme a Gianni Minà la rivista “Latinoamerica”. E’ tra le fondatrici della Società Italiana delle Letterate.
 

Commenti

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