Dopo tante previsioni di flop, ora il problema di della comunicazione tv è oscurare l’ottimo risultato e gli effetti delle primarie del Pd. Berlusconi si è fatto venire addirittura la scarlattina, non sia sa se per contagio di un nipotino o dell’amico Putin, con cui ha ormai un’intimità virale. Bossi, intanto, imperversa nei tg, e , dopo aver fatto la comparsa nel film su Barbarossa, ora crede di recitare il ruolo dello Yoda ( cui somiglia parecchio ) nella saga di Guerre Stellari. “ Noi abbiamo la forza “, va ripetendo infatti ai giornalisti che gli ficcano il microfono sotto il naso durante l’inaugurazione di un supermercato “ padano “. Al suo fianco il ministro Zaria, che sarà il nuovo governatore del Veneto se Galan si farà da parte o sarà battuto dalla “ forza “. Intanto, la crisi imperversa ; ma chi se ne frega. Fra lacrime e sangue, soprattutto la guerra di spie in vista delle elezioni regionali. In confronto la battaglia di Legnano era una scampagnata.
Bruno Vespa, uomo conto corrente
Dio mio, mentre Berlusconi latitava, non riuscendo proprio a staccarsi da Putin, Bruno Vespa stava soffrendo. Non per amore, però. Molto peggio: gli hanno bloccato il rinnovo del contratto perché, figurarsi, il Cda Rai trova esoso il nuovo emolumento (che bella parola; erano anni che sognavamo di usarla anche per i metalmeccanici). Ma scherziamo? Che cosa sono 1.601.016,40 euro per il sommo conduttore? Soltanto 11.878,50 euro a puntata di Porta a porta. Sicuramente meno di quanto costi una seduta della altre due Camere. Oltretutto, si tratta di cifre lorde, sulle quali il nostro dovrà pagare le tasse come un lavoratore qualunque. In più, Vespa si dice disposto a dare 150.000 euro per dieci borse di studio e sfida gli altri big Rai a fare altrettanto. Peccato che abbia il cattivo di gusto di sfidare anche Enzo Biagi, che non può rispondergli (ndr: e guadagnava cinque volte meno ). Per questo, a Vespa daremmo il doppio di quello che chiede, purché lavorasse la metà.
Il premio alla disonestà
Per dire quanto contino le parole di Berlusconi, ricordiamo ancora la sua prima sortita sull’Irap poco dopo la famigerata «discesa in campo». Davanti alle telecamere disse esattamente: «L’Irap farà una brutta fine». E , come ognuno può vedere, dopo 15 anni, l’Irap se la passa ancora benissimo. È l’Italia, invece, a stare sempre peggio. Mentre evasori e ladri condonati incassano dal governo l’ennesimo premio alla disonestà passata, presente e futura. Ed è inutile che l’onorevole Lupi (del Pdl) si scalmani, come ha fatto ad Annozero, per negare l’innegabile: il governo non ha fatto niente per sostenere gli imprenditori onesti e le condizioni di vita dei lavoratori. Una volta abolita l’Ici anche ai ricchi, ora non sa più quale carota promettere negli spot elettorali. Per questo viene di nuovo buona l’Irap, una tassa che muore e risorge come Lazzaro, perché è troppo utile per le campagne elettorali a venire!.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.