Ho conosciuto Magdi Allam prima delle sue conversioni. All’università di Pavia abbiamo difeso il diritto dei palestinesi di acquietarsi pacificamente in una patria riconosciuta da Israele e dalle potenze che col loro disinteresse (o interesse) sono responsabili della tragedia che da 60 anni tormenta la terra santa delle tre religioni monoteiste. È passato tanto tempo da quel dibattito. L’intervento di Magdi era appassionato e intelligente. Un ragazzo egiziano tranquillo che faceva il giornalista in Italia: Repubblica lo schermo che gli ha dato notorietà. Legittimamente si è poi convertito ad un’altra politica. Me ne sono accorto davanti alla Tv. Inviato di Repubblica per raccontare la possibile guerra contro la dittatura di Saddam, parlava attorno al confine del Kuwait fra i carri armati Usa che preparavano l’attacco. “Stanno partendo. La dittatura ha le ore contate…”. Un grande sorriso. Il secondo cambiamento è più profondo e merita più rispetto del primo: il battesimo nella solennità vaticana come si conviene ad un convertito vip. Lascia Repubblica per diventare “vice direttore ad personam” al Corriere della Sera: nei miei 30 anni di Corriere non ho mai avuto un vice direttore stranamente così. Insomma, protagonista amato per il coraggio dell’aver sradicato due volte la vecchia vita. E nel 2008 l’evoluzione si completa: abbraccia la politica ed entra nella scuderia del Cavaliere. Ecco il suo commento sulla strage di Oslo scritto per il Giornale della famiglia Berlusconi. Lasciamo ogni giudizio ai lettori. (m.ch.)
Dietro all’estremismo dei neonazi o alla jihad la stessa volontà di prevaricazione. Se si vuole fermare l’odio l’Europa deve mettere fine alla politica delle porte aperte. La nostra condanna è netta e totale della doppia strage che ha massacrato oltre 90 norvegesi e ha fatto sprofondare in un devastante lutto un’intera nazione. Nessuna giustificazione e nessuna attenuante per il terrorismo di qualsivoglia risma che viola la sacralità della vita di tutti, perseguendo l’imposizione del proprio potere attraverso l’uso della violenza. Non sappiamo ancora se entrambi gli attentati di Oslo e Utoya abbiano la stessa matrice.
L’unica certezza è l’arresto di un trentaduenne norvegese, Anders Behrin Breivik, qualificato come un «fondamentalista cristiano», che travestito da poliziotto ha commesso lo sconvolgente massacro sull’isola di Utoya. In precedenza la potente esplosione che ha devastato il quartiere governativo nel centro di Oslo era stata rivendicata dai sedicenti Ansar al Jihad al Alami (Seguaci della Guerra santa islamica globale).
Ammettiamolo: in un primo tempo quando la pista islamica sembrava avvalorata, tutti ci sentivamo come rincuorati, probabilmente perché condividiamo la consapevolezza che questo genere di odiosi crimini contro l’umanità appartiene quasi naturalmente a dei fanatici votati a imporre con la forza ovunque nel mondo la sottomissione ad Allah e la devozione a Maometto.
Mentre quando è stato arrestato e abbiamo visto il volto di un norvegese che sulla propria pagina di Facebook si presenta come «conservatore, di fede cristiana, ama la musica classica e i videogiochi di guerra», siamo stati come colti dal panico. Perché per noi il cristianesimo è inconciliabile con la pratica della violenza finalizzata ad uccidere il prossimo, indipendentemente dalla diversità di etnia, fede, ideologia o cultura. La verità è che sia il terrorismo islamico sia quello neonazista, si fondano sulla supremazia della razza o della religione, nel caso di Anders Behrin Breivik indicata come «cristiana», si equivalgono nella loro divisione faziosa dell’umanità dove loro, detentori di una verità assoluta che deve essere imposta con la forza, condividono sia il principio che chi non la pensa come loro non ha diritto di esistere sia la pratica della violenza per la realizzazione dei loro obiettivi.
La differenza sostanziale è che mentre gli islamici che uccidono gli «infedeli» sono legittimati da ciò che ha ordinato loro Allah nel Corano e da quanto ha fatto Maometto, i cristiani che uccidono per qualsivoglia ragione lo fanno in flagrante contrasto con ciò che è scritto nei Vangeli. Quanto alla causa di fondo di questi barbari attentati, essa risiede nell’ideologia del razzismo che, nel caso specifico dell’Occidente che s’ispira alla fede cristiana, è l’altra faccia della medaglia del multiculturalismo.
Razzismo e multiculturalismo commettono l’errore di sovrapporre la dimensione della religione o delle idee con la dimensione della persona. L’ideologia del razzismo si fonda sulla tesi che dalla condanna della religione o delle idee altrui si debba procedere alla condanna di tutti coloro che a vario titolo fanno riferimento a quella religione o a quelle idee. Viceversa l’ideologia del multiculturalismo è la trasposizione in ambito sociale del relativismo che si fonda sulla tesi che per amare il prossimo si debba sposare la sua religione o le sue idee, mettendo sullo stesso piano tutte le religioni, culture, valori, immaginando che la civile convivenza possa realizzarsi senza un comune collante valoriale e identitario…
La Norvegia, al pari della Svezia, Gran Bretagna, Olanda e Germania, predica e pratica l’ideologia del multiculturalismo, concependo che l’accoglienza degli immigrati e più in generale il rapporto con il mondo della globalizzazione debbano portare a un cambiamento radicale della nostra civiltà, fino a vergognarci delle nostre radici giudaico-cristiane, a negare i valori non negoziabili, a tradire la nostra identità cristiana, ad anteporre l’amore per il prossimo alla salvaguardia dei legittimi interessi nazionali della popolazione autoctona, al punto da elargire a piene mani agli stranieri diritti e libertà senza chiedere loro l’ottemperanza dei doveri e il rispetto delle regole.
Il razzismo che esplode nel contesto del multiculturalismo procede in senso letteralmente opposto, emergendo come una brutale e irrazionale reazione, assolutamente ingiustificabile e inaccettabile, da parte di chi arriva a legittimare il massacro di chi è considerato responsabile della perdita della nostra civiltà. Noi condanniamo totalmente, non riconosciamo alcuna giustificazione e non concediamo alcuna attenuante a qualsiasi forma di terrorismo, compreso il terrorismo neonazista.
Al tempo stesso ammoniamo che il multiculturalismo è il terreno di coltura di un’ideologia razzista che fa proseliti tra quanti hanno la sensazione di non risiedere più a casa loro, che presto si ridurranno a essere minoranza e forse a esserne allontanati. Ecco perché multiculturalismo e razzismo sono di fatto due facce della stessa medaglia. La mia conclusione? Se vogliamo sconfiggere questo razzismo dobbiamo porre fine al multiculturalismo.
(Dal sito del Giornale, proprietà della famiglia Berlusconi)