Il Caimano ha la pelle dura, gli occhi piccoli, denti come pugnali. Non è facile aciuffare il Caimano, tanto meno farla finita. Adesso è nella rete al punto che comincia a boccheggiare. Pronto a consegnare il cucchiaio per farla finita La perquisizione è stata pianificata e organizzata da esploratori “stranieri” perché in casa il Caimano controlla tutto in modo che nessuno possa tradirlo. Nelle ore finali di questa atroce agonia, mentre continua a distruggere il paese e abbandonata sulla barca la velina della prima ora, si era riunito ad Arcore con Marina, Piersilvio, figli amorosi e i fedeli Confalonieri, vecchio compagno delle crocere nell’Adriatico, oggi amministratore della sua fortuna, e Nicolò Ghedini, l’avvocato (onorevole) incaricato di procurargli il salvacondotto dell’immunuità.
Cesare (meglio dire, Caligola) ha finalmente raccolto il messaggio degli Idi. Sta per essere tradito e pugnalato. Ha le ore contate, ma nel suo vocabolario non esiste la parola fine, né il verbo dimettersi. Lo facciano pure, ma vuol guardarli in faccia. Il linguaggio e l’atteggiamento del Padrinio, una volta ancora vengono alla luce nel momento cruciale.
Silvio Berlusconi passerà alla storia come l’imprenditore che ha rovinato l’Italia mentre lui gonfiava senza sosta la fortuna personale. Il suo magnetismo populista televisivo, i suoi ammirati e patetici eccessi da vecchio sempre verde, il suo ferreo controllo di miserie e segreti inconfessabili di alleati e nemici attraverso Tv, giornali e riviste rosa di sua proprietà, per vent’anni gli hanno assicurato un potere totale. Decine di crimini prescritti o annullati, processi conclusi con la corruzione di giudici e testimoni, e accuse cadute nel vuoto grazie alle leggi proclamate per annullare ogni imputazione, eppure alla fine il prevaricare non gli è servito a niente Il suo finale, sarà come nel postmoderno, violento e tragicomico.
Qualche mese fa, prima di lasciare Roma, scrivevo che Mario Draghi una volta insediato governatore della Banca Centrale Europea, si sarebbe disinteressato dell’Italia finché Berlusconi e Tremonti restavano ai loro posti. Ironicamente, questo silenzioso gesuita che è Mario Draghi, ottiene ciò che desiderava pochi giorni dopo l’insediamento dopo essersi seduto nel suo ufficio di Francoforte senza tramare, al contrario: ha cercvatro di riportare Berlusconi alla ragione senza riuscirvi. È successo perché non poteva non succedere. Come raccontava lo stesso Tremonti qualche giorno fa in uno slancio brillante di autocommiserazione, il fatto di instabilità e della mancaza di credibilità dell’Italia, si deve al suo primo ministro. Lo dimostra chi investe in Borsa che ieri si é precipitati a comperare azioni appena Giuliano Ferrara, amico del Cavaliere, ne annunciava le dimissioni.
Ma Tremonti e l’Europa non devono ingannarsi Nella rovina d’Italia costruita passo a passo da Berlusconi, lo stesso Tremonti, per anni consigliere fiscale degli affari privati del Capo, è stata una presenza fondamentale: la politica economica è opera sua, i debiti giganteschi li ha accesi lui, e poi la tolleranza verso corruzione ed evasione fiscale senza dimenticare che è stato animatore dell’antieuropesimo feroce degli amici e soci della Lega Nord, altri geni della finanza: per nostra fortuna fra qualche ora verranno catapultati nello spazio interstellare. E per molti anni.
Per tornare al Caimano. Se qualcuno in Italia mantiene un minimo di compassione umana deve considerare che l’uomo (del destino) ha 75 anni e la prostata imbalsamata. Concedetegli un’uscita di scena onorevole. Promettegli che non adrà dietro le sbarre anche se condannato. Organizzategli un areo pieno di veline garantendo come a Craxi un esilio dorato in qualche paradiso tropicale. Altrimenti l’agonia continuerà all’infinito. Il Caimano morirà uccidendo, e il paese non può permettersi mesi di vendette, dossier e minacce di ritorni salvitici.
Mussolini lo hanno sorpreso con l’amante. Per il momneto Berlusconi è senza fidanzata. E poi non ha ucciso nessuno se non consideriamo la morte dell’Italia e alcune leggi razziali contro i rom, purghe di comunisti riciclati (ndr: forse Mora allude al povero Bondi) e meravigliosi giornalisti stritolati appena gli è stato concesso di esercitare quel fascismo che tanto ammira. Dategli il maledetto salvacondotto del quale nessuno parla. Chissà se l’Italia potrà tornare in poco tempo ad essere l’Italia che tutti gli europei desiderano sia.