Chissà perché un bravo editore, Cavallo di Ferro, pubblica il romanzo “S. Il Nobel privato”, autore anonimo e giornalino rosa. Gossip su Saramago: non meritava il grande premio perché la moglie lo tradiva ed era ninfoname
Saramago e Dario Fo? Mai dare il Nobel ai comunisti
18-04-2011
di
Edgardo Corvo
Sì, anche i bravi sbagliano. È proprio vero.
Questa è la volta di un bravo editore come Cavallo di Ferro. Editore romano meritevole di aver pubblicato e di pubblicare e quindi di far conoscere alcuni tra i più importanti autori di lingua spagnola e portoghese, altrimenti dimenticati dagli altri.
Ma questa volta ha preso uno scivolone. Perché ha deciso di pubblicare il romanzo (?) anonimo (!) di un tal Domingos Bomtempo dal titolo S. Il Nobel privato (188 pagine, 15,00 euro).
Quella “S.” corrisponde a José Saramago (così come la copertina riproduce al tratto una nota fotografia dello scrittore portoghese).
Il libro vorrebbe essere una sorta di “biografia non autorizzata” ma in realtà pare più una scusa per sbeffeggiare lo scrittore in questione, per frugare nella sua vita privata, per narrare di una moglie cattivissima, furbissima e ninfomane che lo ha incastrato e che lo prende in giro mane e sera, per ricordare la sua ben nota scarsa amicizia nei confronti dell’altro scrittore suo conterraneo, Lobo Antunes, o per ammiccare alle critiche espresse al momento del conferimento a Dario Fo del Premio dell’Accademia di Svezia…
Insomma, non si tratta di fare “santo subito” Saramago (del resto non ne avrebbe proprio bisogno uno che attraverso le sue migliaia di pagine ha dimostrato di essere uno dei più grandi scrittori del XX secolo), ma certamente di non usare sistemi più consoni al gossip di bassissimo livello che alla critica letteraria.
Saramago è grande perché ha scritto Memoriale del Convento, o L’anno della morte di Ricardo Reis, o Cecità, o Il Vangelo secondo Gesù Cristo. Indipendentemente dalla sua vita privata.
Valutiamo (e leggiamo) la Yourcenar per le Memorie di Adriano e non per la sua dichiarata omosessualità; Balzac e Hugo per i capolavori che hanno scritto e non per il loro palese satirismo; Pessoa per le sue immortali poesie, e non ci interessa venire a conoscenza che era alcolista e impotente; e men che meno ci interessa sapere con quanti ragazzini sia andato a letto Jean Genet.
Questo lo lasciamo ai vari Signorini e compagnia pettegolante.