La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

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Domani chiude, addio

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Giotto, vizi e virtù (rovesciate)

04-02-2010

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Come se niente fosse ha superato Margaret Mazzantini, Daria Bignardi e Piero Angela e ha vinto a Padova il premio del libraio 2009. Ha curato la mostra di Giotto e il Trecento a Roma. Con i suoi occhi ha superato il visibile andando oltre, penetrando nella misteriosa mente di Giotto, ma anche di chi e non sappiamo chi, accanto a Giotto, ha dipinto il ciclo pittorico più rivoluzionario, storica rottura dopo l’immobilismo creativo del Medioevo bizantino e monumentale, penetrando nella realtà dei singoli: la Cappella degli Scrovegni di Padova (38 scene umane e divine, celesti e terrene, paradisiache e infernali). Non è stato disposto ad accettare ciò che si è scritto e riscritto negli anni e quindi si è posto le prime domande, dando anche le prime risposte e mettendo in crisi, per primo, la fonte teologica di questo straordinario dipinto: non è come si è sempre creduto san Tommaso, bensì sant’Agostino, parola di questo , credetemi, docente bellissimo, il noto grecista Giuliano Pisani, già assessore alla cultura del Comune di Padova e autore di “I volti segreti di Giotto” (Rizzoli), euro 21,50.

Ci svela Pisani in questo libro che si legge come un giallo il motivo per cui Giotto per rappresentare le quattro virtù teologali e le tre virtù cardinali anziché rispettare l’ordine tradizionale di ascendenza tomistica scelse una successione che sovverte l’ordine di entrambi i gruppi. Il mistero si risolve, afferma, ammettendo che non fu il contemporaneo san Tommaso a ispirare Giotto, ma quel sant’Agostino che otto secoli prima, in un passo delle sue “Confessioni”, aveva assegnato un ordine analogo a quello in cui esse si mostrano nella leggendaria cappella.

Ma perché Giotto che affrescò la cappella in soli due anni (1303 – 1305) offrendo al mondo la più straordinaria gamma di colori di tutta la pittura italiana proprio a queste ultime non diede alcun colore? Non mi interessa, risponde Pisani, poiché la passione di decifratore di enigmi iconografici prevale nettamente sull’interesse per i valori formali.

Io direi – mi dice – che la mia lettura, tra l’altro, mette in luce il rapporto Dante-Giotto sottolineando come la Cappella, proprio come la Divina Commedia, sia un’allegoria del cammino della salvezza dell’uomo attraverso le virtù cardinali e teologali.

Un esempio tra i tanti dell’acume interpretativo di Pisani è la sua analisi dell’ultima coppia delle allegorie: la contrapposizione disperazione/speranza dove la desperatio è rappresentata dal suicidio di una donna per impiccagione, che richiama il suicidio di Giuda, chiaro riferimento al tradimento verso Dio: chi tradisce perde per sempre la salvezza eterna.

La mancanza di speranza è come il suicidio dell’anima – dice Pisani – e sottolinea come il mito greco abbia anticipato la visione cristiana con il sacrificio di Prometeo per la salvezza degli uomini. Tertulliano nel suo Apologeticum affermò che il vero Prometeo è Cristo giacché trionfando sulla morte diede all’uomo il premio della vita eterna.

Ardue interpretazioni per noi poveri profani. Interpretazioni “antipatiche” per gli esperti del ramo. Troppo difficile? Macché: leggere per credere. Nel frattempo rechiamoci a Padova dove invece di alzare istintivamente lo sguardo verso l’alto, volgeremo l’attenzione verso le fasce inferiore della cappella e, tornati a casa, ci impegneremo a leggere le sublimi pagine che Proust dedicò in “Du coté du chez Swann” proprio ai vizi e alla virtù della sublime opera.

Margherita Smeraldi, veneziana, famiglia sefardita originaria di Salonicco, il nonno è stato il più importante presidente dei cantieri di Trieste e Monfalcone e il bisnonno materno il fondatore e proprietario de "Il Gazzettino". Ha lavorato per molti anni in un'agenzia giornalistica romana per approdare, felice, tra le braccia intelligenti di Domani/Arcoiris
 

Commenti

  1. Marco Sostegni

    Nei dipinti e affreschi di Giotto si percepisce le centralità dell’interesse religioso. Mi sembra ottimo il modo di lavorare di Pisani, ha fatto una ricerca senza essere troppo incanalato da precedenti studi. L’articolo di Margherita Smeraldi mi ha fatto riflettere sul fatto che oggi non c’è apparentemente una spinta filosofica nella nostra società, sembra che una certa comunicazione abbia reso inermi i filosofi che non sanno più ben indicare una via. Si è perso molto del sentimento religioso e invece era comunque causa di riflessione interiore sulla nostra esistenza. Certi libri come quello di Pisani fanno bene alla società più che dei romanzi della Mazzantini o di Irene Bignardi. Certi “fari” della nostra società come sono stati i grandi pittori è bene che abbiano una rinnovata ribalta.

  2. luigi tufano

    che un libro con questo tema sia tra quelli più letti è la prima notazione di piacere che viene spontanea. poi mi affascina da un lato la profondità e padronanza culturale ; dall’ altro che ( e questo articolo lo evidenzia in modo acuto ) accanto alla raffinatezza esegetica viene messo in risalto quello che in Giotto è travolgente ,la sua totale adesione all’uomo ed ai suoi tormenti

    luigi tufano

  3. margherita smeraldi

    ho letto un articolo sul Fatto in cui si mette in dubbio che sia stato Giotto a dipingere la cappella ma che sia stato Cavallini . aspetto commenti

  4. giuliano pisani

    Ringrazio di cuore Margherita Smeraldi e gli amici che sono intervenuti. Una sola precisazione: Pietro Cavallini non c’entra nulla con Padova, ma con il ciclo assisiate (http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Cavallini). Pietro Cavallini è stato un grande maestro della scuola romana e ritengo sia il vero maestro di Giotto.

  5. margherita smeraldi

    ringrazio il prof Giuliano Pisani di avermi letto

  6. margherita smeraldi

    il prof Pisani presenterà il suo libro mercoledì 6 ottobre ore 17 e trenta all’Ateneo veneto di Venezia

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