PASSAVO DI LÌ – Lettera aperta ai magistrati Ilda Boccassini e Fabio De Pasquale. Più fantasia con il vostro inquisito più blasonato, il re della metamorfosi
07-04-2011
di
Gino Spadon
Ho ascoltato l’altra sera la sacrosanta filippica di Giuliano Ferrara contro i pm Fabio De Pasquale e Ilda Boccassini. Ha ragione da vendere il nostro Giulianone Ferrara. Ci voleva un pansatore del suo “peso” per dire le quattro verità che tutti ci aspettavamo. È da quel dì che tutti noi benpensanti non ne possiamo più dei de Pasquale o delle Boccassini che da più di venti anni passano il più chiaro del loro tempo a insultare, infangare, oltraggiare, diffamare Colui che è unanimemente riconosciuto come il miglior presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni.
Ma non hanno niente di meglio da fare questi magistrati, queste Giovanne d’Arco isteriche? Non si vergognano, come aspramente rampogna il paziente Giuliano, di rimestare sempre le stesse cose ormai stantie? E dagli con la corruzione giudiziaria di qua. E la concussione di là. E il finanziamento illecito ai partiti di su. E il falso in bilancio di giù. E il delitto di falsa testimonianza a destra. E le leggi “ad personam” a sinistra. E le tangenti alla Guardia di Finanza. E lo sfruttamento della prostituzione.
Basta. Basta. Un po’ d’inventiva, perdio! Un zinzino di fantasia, un briciolo di creatività. No, non vi dico di ispirarvi alla vostra vittima, cioè a colui che a tutti è noto come il re della metamorfosi. Li abbiamo a che fare con un genio inarrivabile capace, vi basti solo questa, di trasformare una marocchina in egizia e una neofita del bunga bunga in nipote di un rais. No, no, mica son pazzo. Sia vostra guida più modesta il Giuliano pansatore. Che da comunista armato di manganello si fece comunista riformatore e poi socialista nutrito d’ideali e poi socialista dalla scarsella aperta, e poi gran turiferario di Berlusconi e poi candida spia al soldo della CIA.
Così, cara Boccassini, così caro de Pasquale, si deve vivere. Guardatevi intorno: tutto è un fermentare di umori, in questa dolce primavera. Tutto è un trascolorar di colori, tutto muta. Mutate anche voi: ne avrete oltre che elogi anche prebende perché, se non lo sapete, la vittima è sovranamente munifico.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.