Minzolini, elettrodomestico del governo, cambia Tg: pronto il posto di Emilio Fede
22-03-2010
di
Maria Novella Oppo
Strategie della comunicazione televisiva il giorno del comizio dell’amore. Il Tg1 delle 13.30 non ha detto una parola sulla grande manifestazione di Libera in piazza a Milano. Anche solo la citazione poteva togliere qualcosa all’epica del raduno di manipoli organizzato dal capo. E via oscurando o esaltando, secondo i diktat del premier perseguitato, cui fa scudo col suo corpo il direttorissimo ad personam. E un po’ preoccupa il pensiero che, una volta esaurita la sua mansione elettrodomestica al Tg1, il noto specialista in retroscena, diventato apprendista in retrobottega, avrà qualche difficoltà a trovare un lavoro confacente alla sua voracità. In fondo, Minzolini è ancora un ragazzo, mentre Berlusconi è un anziano boss in vista della resa. A quale incarico promesso può aspirare il giornalista uso a mentir tacendo? Per puntare a uno strapuntino ministeriale avanzato a qualche velina, ci vorrebbe che Berlusconi governasse in eterno. Altrimenti, a Minzolini non resta che tentare di fare le scarpe al povero Emilio Fede.
B. fa bene a ordinare il bavaglio, lui è la legge e alla legge si obbedisce
Ma che ci vuole a capire che il controllore non deve essere controllato da coloro che dovrebbero essere controllati da lui? Ci vorrebbe solo un po’ di buona fede. Invece i soliti noti dei Tg (Gasparri, Capezzone e Cicchitto) sostengono che l’inchiesta dei pm di Trani non si giustifica perché non c’è reato. Anzi ad Omnibus (dove è tornata la politica con nomi, cognomi e qualche faccia di bronzo) Matteo Salvini della Lega Nord si domandava se i giudici di Trani non abbiano niente di meglio da fare che ascoltare le telefonate di Berlusconi e se non ci siano nel loro territorio dei cattivi molto più cattivi del premier. In sostanza, l’uomo più ricco e potente d’Italia, secondo Salvini dovrebbe essere sottoposto alla legge solo se si dimostrasse che è il peggiore di tutti i criminali. Se invece si limita a imporre il suo bavaglio all’informazione e a stracciare uno a uno i principi costituzionali, alla Lega piace!
Per ritrovare la memoria bisogna aspettare la notte di Serena Dandini
Ottima l’idea di Serena Dandini di rimandare in onda l’intervista a Eugenio Scalfari che ha fatto infuriare Berlusconi. L’espediente avrebbe potuto essere utilizzato anche dagli altri conduttori: potevano anche loro munirsi di trombetta e replicare vecchie puntate, comprese quelle in cui appariva lo stesso Berlusconi nell’atto abituale di fare la vittima e minacciare. Del resto, il premier bloccò anche un Blob che conteneva soltanto suoi filmati. Perché il primo compito della tv, secondo Berlusconi, è far dimenticare tutto, anche e forse soprattutto le sue promesse di una volta e le sue bugie di sempre. Per esempio, sarebbe bene far rivedere in Sardegna gli ultimi discorsi elettorali e le promesse fatte ai lavoratori ora costretti a imprigionarsi sull’Isola dei cassintegrati. E magari anche Simona Ventura, in uno slancio di autonomia, potrebbe tentare un collegamento di solidarietà con questi naufraghi molto più coraggiosi dei suoi.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.