Il presidente del consiglio si aggiudica un mese di tregua prima di affrontare il voto in Parlamento e in tanti gli si avvicinano vai a capire bene con quali intenzioni. Nel frattempo a sinistra non si contano più le occasioni ormai perdute. Ma altrettanto perduto è il primo inquilino di Palazzo Chigi? Presti attenzione il capo dello Stato
Norberto LENZI – Napolitano e gli scimpanzé: considerazioni su una morte politica prematuramente annunciata
18-11-2010In uno dei rari spot pubblicitari divertenti si vedeva un automobilista che arrestava l’auto e scendeva precipitosamente per dirigersi verso uno scimpanzé che giaceva riverso sull’asfalto apparentemente esanime. Ma quando il soccorrevole automobilista era arrivato vicino lo scimpanzé con un balzo repentino correva verso l’auto e si allontanava sgommando, lasciandolo incredulo e sgomento. Lo spot era forse diseducativo perché disincentivava i buoni sentimenti e incoraggiava la egoistica propensione individuale alla omissione di soccorso.
Credo che in questi giorni l’incredibile scenario si stia ripresentando sul piano politico. Un Berlusconi, sul quale incauti analisti stanno componendo compunti epicedi per le sue oggettive difficoltà, ha ottenuto un mese di tregua prima di affrontare in parlamento il voto di fiducia. Alcuni suoi compassionevoli avversari stanno già scendendo dall’auto, con un piede sull’infausto predellino, per verificare da vicino se è morto o moribondo. Spero che qualcuno di loro, per prudenza o reminiscenza, abbia la accortezza di estrarre la chiave dal cruscotto.
Dico questo perché mi pare che la storia della sinistra, come quella dell’umanità, sia una interminabile successione di occasioni perdute. È stato detto che la raffigurazione più precisa dell’animo umano sia il labirinto. Probabilmente il Pd ci si è perso. Sono state troppe le situazioni intricate dalle quali Berlusconi è uscito per sottovalutazione, per ignavia o per corrività dei suoi avversari.
Una volta perché il conflitto di interessi non appassionava gli elettori, un’altra perché non appariva corretto far cadere un governo con una “spallata giudiziaria” (le virgolette sono mie, il copyright è di D’Alema). Senza riflettere su quale grave colpa sia stata da parte della opposizione il non trovare e il non saper comunicare i sostanziosi e decisivi argomenti per accendere un interesse che non pare tanto stravagante se è vero che in tutti gli altri Paesi esiste ed impedisce che sia proponibile ciò che in Italia è stato tollerato.
Chiamare poi spallata giudiziaria il normale esercizio della attività giurisdizionale, solo perché diretta verso un esponente politico, corrisponde a una concezione autoreferenziale della politica che mina consapevolmente alla base la secolare separazione dei poteri e, mentre rifiuta le spallate, consente o tollera i numerosi sgambetti ai giudici perpetrati con la legislazione degli ultimi anni. Oggi, con una opposizione disposta ad approvare la legge di stabilità in pochi giorni, il Governo paradossalmente ha chiesto e ottenuto un mese di tempo prima di affrontare il voto di fiducia (Berlusconi, in uno dei suoi rari slanci di sincerità, dice: è proprio quello che volevo).
La memoria dovrebbe correre a quanto è riuscito a fare Berlusconi nelle campagne elettorali 2006 e 2008 con i mezzi televisivi e con le emerse compravendite di parlamentari. Non so se anche il Capo dello Stato sia convinto, come troppi altri, che ormai Berlusconi sia confinato all’isola d’Elba. Vorrei però che riflettesse sul fatto che dopo l’Elba non sempre e non necessariamente c’è Waterloo. Dipende dalla consistenza degli eserciti.
Norberto Lenzi, magistrato in pensione. Pretore a San Donà di Piave e a Bologna fino all'abolizione delle Preture (1998), è stato giudice unico del Tribunale e consigliere della Corte di Appello di Bologna.