Nell’Italia dei nani nostalgia dei giganti
09-06-2009
di
Doriana Goracci
Giganti? Siamo contornati da giganti, poi in queste giornate pre estive, sentiamo quale profumo arriva dalle cucine istituzionali e mediatiche, per servire ai Grandi del G8, gustose pietanze, raffinate rielaborazioni italiane. Non è una questione di altezza, molti nostri onorevoli uomini ce la dicono lunga, anche se corti, in Paese.ci faranno fare un’abbuffata di Spettacoli tra giugno e luglio ma uno c’è già stato, al Teatro Furio Camillo di Roma. Non promuovo quindi, ripesco solo un felice e ironico tentativo di scrittura collettiva compiuto da un gruppo intorno ai 30 anni.
Come in Certi obblighi, novella di Luigi Pirandello del 1912, da cui poi prese spunto per i Giganti della Montagna, non vi è mai capitato di sentire certe battute?” Piano… qua, piano, metta qua un piede su la mia spalla, Eccellenza… Ma come mai Vostra Eccellenza s’è potuto persuadere a nascondersi lassù? Me lo potevo mai figurare? Lassù, col rischio di rompersi il collo per una donnaccia come questa, Lei, un Cavaliere!
Nella video-intervista SemiVolante di Federico Maiorani, ascolterete i pareri della gente sui Giganti…L’ idea che “potrebbe” diventare un libro per bimbi, parte così:”Chi sono i Giganti? Che forma hanno? Quali terre abitano? Sono ancora burberi e permalosi come un tempo? Perché preferiscono starsene isolati in qualche montagna? Ma ci sono ancora i Giganti?
Due Esploratori e due Scienziati, si mettono sulle loro tracce, determinati a trovarli e ad indagarli.
Confondono i Giganti veri con le proiezioni delle proprie fantasie. Perché i Giganti fanno impressione come tutto ciò che non si conosce.
Non si sa come rappresentare queste creature troppo ingombranti, nè si sa come affrontarle: hanno un carico di mistero troppo grande.
La figura del gigante è comune a tutte le tradizioni, è un archetipo, fa parte del mito; dal punto di vista antropologico è interessante perchè rappresenta il diverso per eccellenza: ci assomiglia nella forma, che però ci sovrasta. È il dualismo fra paura e fascino.
In fondo per lo sguardo dei bambini siamo tutti giganti…
Abbiamo inserito nel progetto di questo spettacolo la suggestione e la tradizione dei poemi cavallereschi semiseri e goliardici (Gargantua e Pantagruele, Morgante e Morgutte, l’Orlando Furioso, Don Chisciotte…) in cui l’elemento epico si fonde con il gusto del grottesco. Ma anche un chiaro elemento surreal-scientifico (ispirato alla Storia naturale dei giganti di Ermanno Cavazzoni) con lo scopo di fornire allo spettatore strumenti di indagine “certi”, che lo conducano ad una attenta osservazione del mondo gigantesco che è intorno a noi”.
Ci sono anche i Giganti di Vibo Marina, ballati e suonati da giovanissimi, i Giganti edilizi, quelli in natura, i Giganti della finanza, i Giganti in serie rilegata della Musica e della Poesia.
Per poco, basterebbe poco,sognare anche noi grandicelli che i giganti sono buoni…come quando li ascoltavamo nel 1971 con un Tema, quello dell’amore…
Dal 1973 al 2004 in una Banca a fare quello che una volta si chiamava il Borsino. Laurea in poesia contemporanea alla Sapienza mentre era in arrivo il primo figlio. Dopo 53 anni romani, da 6 in un piccolo paese della Tuscia, a 400 metri tra la Via Francigena e la Cassia.Migliaia di cose casalinghe scritte in Rete. Edito niente. Nel 2001 mia figlia mi chiese di accompagnarla a Genova nel 2001, aveva 16 anni. Siamo state imprudenti e ostinate. Lo siamo ancora.Speriamo lo diventino anche altri.
Doriana Goracci