L’altra sera a Linea notte, abbiamo visto Bianca Berlinguer perdere completamente le staffe. A provocarla, l’onorevole Stracquadanio, più che un uomo, un sottofondo di urla e insulti. In più, è capace di dire una cosa e il suo esatto contrario. Così, da vero berlusclone, giura che il governo è solido e poi accusa i finiani di averlo ridotto a malpartito. Ma, fin qui, si tratta pur sempre di strazio politico. Quello che Bianca Berlinguer non ha retto è stato che Stracquadanio mettesse in atto le stesse tattiche anche nei confronti degli operai sardi che occupano l’isola dell’Asinara in difesa del posto di lavoro. E dire che proprio Stracquadanio dovrebbe essere solidale, in quanto anche lui occupa la tv in difesa del posto di lavoro. Mentre noi telespettatori siamo ridotti a sperare che vada in ferie, anche se dubitiamo ci sia una colonia estiva per pidiellini molesti.
Tv, lo sfascio dei palinsesti in vista degli scatti di carriera
Secondo il luogo comune, la Rai è lo specchio del Paese e, come in tutti i luoghi comuni, c’è una parte di verità. Basta guardare come lo sfascio estivo dei palinsesti richiami perfettamente lo sfascio del governo Berlusconi. Il più forte, il più voluto, il più amato dagli italiani, e oggi il più sbracato dei governi possibili. Ed ecco finalmente il miracolo di Berlusconi, l’unico che si è visto e che rimarrà nella storia. Un tempo c’erano i governi balneari e ora c’è addirittura il governo che non c’è, ma fa danni ugualmente. Un principio di anarchia, che è un po’ l’altra faccia del regime che non c’è, sostenuto dal partito che non c’è e dalla Rai che non c’è più. Mentre resistono eroicamente al loro posto i vari Minzolini, che, in attesa degli scatti di carriera promessi, sono disposti a tutto pur di nascondere la frana. Agosto, dignità mia non ti conosco.
Affari, politica e malaffare. Basta guardare da un’altra parte
Mentre il finiano Raisi e il pidiellino Lupi si scannavano a “Linea Notte”, ha telefonato in diretta il sottosegretario Caliendo per chiarire, secondo lui, la sua controversa posizione. E ci ha tenuto soprattutto a precisare di non aver mai frequentato pregiudicati (quelli evidentemente li lascia a Berlusconi). Come se il problema fosse tutto lì e non nello squallido intreccio di affari e politica che emerge da ogni inchiesta. Un tessuto di relazioni improprie da cui nasce una classe di faccendieri che si scambiano come regali indifferentemente case, cariche o donne. E tutti si arricchiscono senza scrupoli, perché i soldi lavano più bianco di qualsiasi Dash. Mentre il potere non è neanche un fine, ma un mezzo per diventare così ricchi e potenti da mostrarsi allibiti e protestare in tv se qualcuno osa dire, come cantava Jannacci, “non si fa così a rubare”.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.