Chissà se è ancora valido il Comandamento ‘Non nominare il nome di Dio invano’, oppure è stato sospeso per illegittimo impedimento dei berluscones a osservarlo. A noi atei (benché in Italia abbiamo seguito tutti quanti le lezioni di catechismo) sorge ogni genere di dubbi ascoltando in tv certi ipercattolici confondere il nome del loro Dio con quello del loro boss. Così, il solito Luigi Amicone, ad Omnibus, ha sostenuto una tesi veramente originale per difendere l’indifendibile. Ha spiegato che i suoi numerosi figli non sono scandalizzati da Berlusconi, perché hanno ben presente l’esempio di Gesù. Infatti, secondo Amicone, siccome Gesù accolse la Maddalena, agli italiani tocca tollerare il malgoverno e i reati di un «vecchio porco» (definizione dei suoi migliori giornalisti) fintanto che a lui piaccia continuare a sfidare la legge e la morale. In più, anche solo avvicinare Berlusconi a Gesù Cristo, oltreché segno di servilismo, per noi laici è una scandalosa bestemmia.
Femmina e antifemmina: Santanchè, la voce della vergogna senza vergogne
Inutile commentare le performance televisive della sottosegretaria Santanchè. Basta guardarla. E ci domandiamo quanti, tra coloro che l’hanno vista, possano aver creduto a quello che sguaiatamente urlava, oscillando tra accuse di antifemminismo e difesa dell’antifemminista capo. Ma, benché la puntata di Annozero (oltre 6 milioni e mezzo di spettatori) sia stata priva di cadute di tensione, il punto centrale della discussione lo ha toccato Vittorio Zucconi, quando ha chiesto, da parte degli americani, perché gli italiani non reagiscono al disonore che il premier riversa sul Paese. Una valanga di schifo sembra ormai travolgere tutto, nonostante la strategia difensiva messa in atto da Berlusconi e dai suoi troppi avvocati. Eppure la risposta democratica non pare sufficiente ad arginare la deriva. Forse solo le donne (che sono la maggioranza della popolazione) potrebbero mettere fine allo strazio. Senza dimenticare che anche la pm Boccassini è una donna.
Sui vostri schermi va ora in onda puttanopoli, storie di ragazze con indubbie qualità
Non sappiamo se, a fare la figura più disgustosa in tv, in questi giorni di puttanopoli, sia il puttaniere capo o le sue sputtanate truppe. In particolare le signore, che vanno in onda con faccine all’inizio desolate (quasi che non volessero confondersi con le stipendiate del caseggiato Minetti), per poi scatenarsi in invettive antimagistrati copiate di sana pianta dalle dichiarazioni del boss. Lui almeno ha la giustificazione di doversi difendere dalla galera, mentre le signore e signorine che giurano sul suo buon cuore, pensano solo alle loro cadreghe. E per fortuna che, a difendere il loro onore, l’altra sera a “Otto e mezzo”, c’era il ciellino urlante Maurizio Lupi, proponendosi come esempio di padre (ma perché coinvolgere i figli in tanto schifo?). Lupi ha detto di rispettare le colleghe deputate, che – ha aggiunto – «tra l’altro sono anche brave». Tra l’altro? E che cosa sarebbe quell’altro? Mi sa che, come Berlusconi, anche le donne del Pdl farebbero meglio a cambiare difensori.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.