Dopo un omerico tira e molla, ecco che il sassofonista-ministro o ministro-sassofonista ha ottenuto di partecipare con la lettura di un suo “elenco” alla trasmissione di Fazio e Saviano. Di questo improvviso ammorbidimento della RAI, molti si sono domandati le ragioni. C’è chi ha parlato di un Bossi esasperato, pronto a far scendere dalla Bergamasca 300.000 guerrieri armati di colubrine e di falcetti, C’è chi ha ipotizzato la pubblicazione, da parte del Borghezio, di un libro bianco con accuse circostanziate circa lo squallido rapporto Fazio-Saviano. C’è chi ha congetturato una iniziativa di Calderoli mirante ad estrazioni coatte dei molari e dei denti del giudizio (se mai ce li avessero ancora) di Fazio, Saviano e Ruffini.
Ora, senza voler menar vanto delle mie conoscenze, mi compiaccio informare i lettori di codesto giornale che solo io, ed io solo, possiedo la verità su questa scottante materia stanti le dettagliate rivelazioni fattemi da un mammasantissima leghista, della cui amicizia modestamente mi disonoro, Ecco dunque come stanno le cose. Se ben ricordate il Trota – che dio lo abbia in gloria – aveva suggerito al Maroni di rapire e di torturare i due compari, Fazio e Saviano, ispirandosi al famoso “Malleus maleficarum de lamjis et strigibus” che elenca puntigliosamente le pene e le torture inflitte a maghi e streghe. Letta la lettera del Trota, il Maroni, entusiasta, avrebbe ben voluto dar rapida attuazione ai suoi suggerimenti, se non fosse che, essendosi incaponito nel voler leggere il testo originale e conoscendo del latino solo la prima declinazione, non era riuscito a capirci una mazza. Ragion per cui si rivolse al pargolo bossiano per chiedergli più ampi ragguagli.
Di subito rispose il Trota il quale, dovendo completare l’album Panini con i giocatori dell’Atalanta., aveva preferito affidare l’incarico di fornire le necessarie istruzioni per l’uso al presidente della provincia di Treviso, detto il fucilatore,. E fu così che il Muraro-fucilatore scrisse al Maroni questa lettera memorabile.
“Caro ministro, eccole in dettaglio le torture alle quali nella precedente lettera il Trota aveva solo accennato:
- Tortura della “cremagliera”: si leghino il Fazio e il Saviano su una tavola e poi si passino più volte pesantissimi rulli sul loro corpo fino a slogarne tutte le giunture.
- Tortura chiamata “la culla della strega: si chiudano i due in un sacco e dopo aver legato questo sacco a un ramo robusto, lo si faccia dondolare per un’intera giornata.
- Tortura detta della “veglia” o del “tormentum insomniae”: si incatenino i due a un muro e li si tenga svegli forzatamente gettando loro addosso secchi d’acqua gelata.
- Tortura dello “stiramento”: si distendano i due sopra un tavolaccio; si leghino loro polsi e caviglie con catene da collegare ad argani al fine di provocare lo stiramento degli arti.
- Tortura della “pulizia dell’anima”: si assicurino i due a uno sgabello e si faccia loro ingurgitare carbone, acqua calda, e sapone.
- Tortura della “vergine di Norimberga” o della “fanciulla di ferro”: si mettano i due in uno strettissimo contenitore metallico provvisto all’interno di lame affilate e li si lasci dentro per almeno tre giorni.
- Tortura della “ruota dentata”: si pongano due ruote dentate al petto ed alla schiena dei due, e poi si facciano girare con forza le ruote (indicato, alla bisogna un uomo robusto come il Borghezio).
- Tortura dello squartamento: si leghino i polsi e le caviglie con solide corde collegate a 4 cavalli (possibilmente della pregiata scuderia “Mangano”). Si frustino poi a sangue questi cavalli perché tirino in direzioni opposte in modo da fare a brandelli le membra dei due…
Per ulteriori informazioni, signor ministro, abbia la bontà di si rivolgersi al maestro di tutti noi, Giancarlo Gentilini il mai dimenticato sindaco di Treviso che possiede il copyright del cosiddetto, “sparo al leprotto negro”,. Per torture di natura morale, detta anche la “tortura del fango” abbia la compiacenza di mettersi in contatto con la premiata ditta Feltri-Sallusti-Belpietro.
Deferenti saluti Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso
P. S. Fra le torture, signor ministro, è da escludere, ahimè, “l’impalamento”, data la palese ambiguità di tale tortura in certe circostanze e con certi personaggi. Da escludere altresì “l’annodamento” (strappo dello scalpo insieme con i capelli) stante la calvizie del Saviano”
Vi lascio immaginare, cari lettori, come ci siano rimasti i nostri due sventati quando ebbero preso conoscenza di questa lettera che il Maroni si era ovviamente premurato di far loro pervenire tramite motociclista del Ministero. Il Fazio, trascolorò sicché la pelle gli si fece del colore tipico dei clorotici. Il Saviano, invece, vide tragicamente sfoltirsi ancora il suo crine già scarso.
Preso allora il coraggio a due mani essi telefonarono al buon Ruffini che diede immantinente ordine di invitare il Maroni in trasmissione e di fargli recitare l’elenco già scritto a otto piedi dal Bossi, dal Borghezio, dal Castelli e dal Calderoli (editor il Trota). Tale elenco, munito di colophon, sarebbe stato poi pubblicato, a spese degli abbonati RAI, in edizione composta a mano con i tipi disegnati da Claude Garamond e impressa in 20.000.000 di copie su vergata crème al tino.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.