Prologo della redazione
Non so se sia l’effetto delle brezze montane, certo è che Gino Spadon ha fatto rinascere l’ardore poetico che ha nutrito (come tutti, crediamo) durante l’infanzia. Ecco due poemetti che potrebbero trovar posto, come siparietto in un ipotetico «Angolo del poeta». Tale “siparietto” potrebbe avere come titolo: «Due poeti a confronto». Secondo l’usanza medievale due poeti, uno italiano e uno francese, si sono sfidati su un unico tema Silvio Berlusconi. Il quale si è svegliato male nel sabato più nero della sua vita di imprenditore. Il tribunale ha sentenziato che per aver “rubato con frode” la Mondadori a De Benedetti, deve versargli 560 milioni di euro. Sentenza definitiva e senza appello. I due poemetti, rigorosamente anonimi, arrivano da Gino Spadon che ha voluto aggiungere, da francesista, un breve commento su ‘briser le doux orifice’. Rieniamo inutile riportare tale commento visto che tutti possono intuire di quale ‘orifizio’ si tratti e a quale personaggio l’orifizio appartega. Chissà se i versi “raccolti” dal professor Spadon possono strappargli almeno un sorriso.
Sonetto in “ana”
Il cavalier che nomasi Banana,
e tronfio andava, munito di bandana,
se ben lo vagli, con la mente sana,
campion lo eleggi della gente vana.
Così quand’esce dall’arcorea tana,
è sol per dir, con gracidar di rana,
la più nefanda o stolida panzana,
o per far doni ad una gran puttana
o per vantare i merti della “grana”.
Ben di lui disse il vate di Toscana
al quale chiesi lumi sull’ilare Banana:
“Vita bestial ei mena e non umana,
e forse un giorno innalzerò peana
a chi gliel metterà, con opra piana,
là dove in maschio si trasmuta “ana”.
Ballade du “Mal Aimé”
Berlusconi, grand renard,
Spécialiste en grands écarts,
Se prépare au gros combat
Dont la cible est l’ magistrat.
Il veut battre cet infâme,
Le couvrir de justes blâmes
Du moment qu’il n’a qu’une brame :
Eviter son triste drame
Ah, l’horrible inquisiteur,
Très savant diffamateur
Qui se sert de la justice
Pour briser le doux orifice.
Mais il ignore que l’indomptable,
A l’honneur irréprochable,
Plus solide que vieux érable
Confondra l’abominable.
Chantons tous l’hymne de joie
Saluons tous l’illustre roi.
Dont la gloire partout flamboie
Et nous cause un grand émoi
Le soleil, jadis couvert
Déjà montre ses rayons
Et le Chef, toujours disert,
Dira au monde «Salut, couillons!»
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.