Ho evidenziato, copiando, solo poche delle centinaia di cose su Sergio Endrigo che si trovano in internet, mentre quello che invece non si trova sono gli elogi ad un Italiano che ha regalato e dispensato sogni e poesie agli abitanti di questo paese ingrato.
Sergio Endrigo è stato dimenticato troppo presto. Quello che rimane di un grande uomo sono di prassi le idee, e questo grande uomo ne ha lasciate tante presentate da lui e da altri sotto forma di note, di lievi e dolci melodie, per grandi e per piccoli.
In un panorama musicale odierno così vasto e variegato, pieno di niente, non si riesce ad individuare nessuno che possa essere anche solo lontanamente paragonato a questo grande, immenso artista, uomo delicato, poeta senza tempo.
Ma chi era Endrigo? La cronaca narra freddamente che fu un cantautore Italiano, nato a Pola il 15 Giugno 1933, morto a Roma il 7 Settembre 2005.
Endrigo vinse il Festival di Sanremo nel 1968 con Canzone per te, arrivò secondo nel 1969 con Lontano dagli occhi e terzo nel 1970 con L’arca di Noè;
Durante la sua splendida carriera collaborò con grandi personaggi, alcuni poeti come Pier Paolo Pasolini, Vinicius de Moraes e Giuseppe Ungaretti e musicisti come Toquinho ed il premio Oscar Luis Bacalov.
Nel 1962 abbandona la Ricordi per la RCA, seguendo il suo produttore, ed è proprio in quell’anno che viene pubblicata una delle sue canzoni più famose, “Io che amo solo te”, brano d’amore con una bella musica che, nel corso degli anni, ha conosciuto svariate versioni (ricordiamo in particolare quelle di Mina, Ornella Vanoni, Marisa Sannia, Gino Paoli, Enzo Jannacci, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia).
Debuttò al Festival di Sanremo nel 1966 con Adesso sì (che in quello stesso anno venne incisa anche da uno sconosciuto Lucio Battisti in una raccolta sanremese della Dischi Ricordi, divenendo la sua primissima incisione) , proprio quel Battisti che nelle sue prime e più famose canzoni disse di ispirarsi in qualche modo anche a Endrigo.
Sempre nel 1966 uscì il terzo LP che si intitolava di nuovo Endrigo e comprendeva, oltre ad Adesso si, canzoni come Mani bucate, La donna del Sud, La ballata dell’ex (canzone che tratta il tema della guerra partigiana e della fine delle speranza che aveva alimentato la lotta a causa della continuità tra l’Italia di prima della guerra e quella degli anni ’50), Girotondo intorno al mondo, Teresa, Dimmi la verità. Nel 1967 fu ancora a Sanremo con Dove credi di andare, abbinato con Memo Remigi. L’anno seguente ottenne la vittoria con Canzone per te in coppia con Roberto Carlos. L’opinione che la vittoria fosse una sorta di riparazione alla tragica scomparsa, l’anno precedente, di Luigi Tenco, resa attraverso la vittoria ad un esponente della canzone d’autore, tenne banco per diverso tempo, tra alcuni addetti ai lavori. Lo stesso anno Endrigo partecipò anche all’Eurofestival con Marianne.
ncide nel 1972 un disco di canzoni per bambini dedicate agli animali, “L’arca”, con la partecipazione in alcune canzoni di Marisa Sannia, Vittorio De Scalzi dei New Trolls e dei Ricchi e Poveri: ricordiamo “La papera”, “La pulce” ma soprattutto la celebre “Il pappagallo”.
L’anno successivo mette in musica (con la collaborazione di Luis Bacalov) alcune poesie per bambini di Gianni Rodari nell’album Ci vuole un fiore: tutti quelli che sono stati bambini negli anni ’70 ricordano la canzone omonima (“Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero…”), ma celebri sono anche “Il signore di Scandicci” e “Mi ha fatto la mia mamma”.
In tutte queste canzoni, comunque, Sergio Endrigo è riuscito sempre a mantenere un alto livello qualitativo nei testi e nelle musiche, senza mai cadere nel banale come, a volte, è successo ad altri autori che si sono cimentati in brani per bambini.
L’Italia preferisce ricordare con forza coloro che in qualche modo hanno cantato qualcosa di “rivoluzionario”, i Gaber o i De Andrè certo, nulla da dire. Questo paese preferisce ricordare chi ha cantato frasi le quali hanno girato intorno alla storia, ma è gravemente triste vedere come questo paese spesso dimentica chi la nostra storia l’ha scritta e disegnata con i colori del sentimento, il giallo, il rosso, il blu, il verde e tutti gli altri a seguire, non ne manca nemmeno uno.
Una manifestazione canora a Lui dedicata sarebbe il minimo da fare per ricordarlo, solo cantautori, poeti di buona classe, giovani e meno giovani. Non basterebbe a restituirgli quanto merita realmente, ma se non altro tutti coloro che non hanno avuto modo di ascoltarlo nei tempi migliori scoprirebbero che tra le pagine ingiallite di questo paese è passato un artista vero, cordiale, umile, un artista senza pretese che ha saputo adattarsi ad ogni circostanza, anche le più avverse.
Là in alto, senza farsi scorgere troppo tra le nuvole, Sergio Endrigo.
Cantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).