Le nostre lacrime, il nostro sangue: denunciamo gli evasori
12-12-2011La timidezza verso gli evasori è il peccato (speriamo provvisorio) del professor Monti. Affida alla burocrazia la caccia agli infedeli. E quei mille euro rintracciabili! Chissà le risate di mafie e miliardari russi con biglietti da 500 accartocciati nell’elastico. Per non parlare del’1,5 per cento che “punisce” chi nasconde i milioni all’estero. Briciole e brindisi di sollievo anche perché ormai introvabili La globalizzazione dei mercanti neri fa scivolare il maltolto in paradisi imperforabili. Più facile trovare i “ patrimoni” non considerati dal governo lacrime e sangue, Il veto del Cavaliere lega le mani ai tecnici che vogliono salvare l’ Italia.. Visco aveva fatto di più nell’ora dell’addio: distribuire nella rete i nomi di chi pagava e chi no, suscitando la rivolta rabbiosa degli onorevoli ai quali si affidano i ladri. Berlusconi indignato: “ inciviltà intollerabile “. Ormai il tempo è scaduto: intollerabili diventano gli scudi che proteggono gli autori del disastro. Un esercito di italiani ruba 120 miliardi a chi paga le tasse. Rubano l’assistenza ai malati, la sopravvivenza degli anziani, l’istruzione che dovrebbe formare l’Italia di domani. Ladri nell’ombra con la complicità di una privacy che fa ridere in tempo di guerra. Perché siamo in guerra: contro l’ emarginazione culturale, contro la corruzione da quarto mondo, contro la non speranza dei ragazzi fuori dal lavoro, contro la tragedia della piccola borghesia derubata di ogni dignità.E le fabbriche chiudono, e gli insegnanti restano a casa. L’ Italia dei sacrifici diventa un paese separato. Mai vendute tante auto di lusso come negli ultimi mesi: il superbollo non spaventa le bande bassotti. Dopo l’11 settembre delle due torri Bush annunciava “ provvedimenti patriottici “ e sospendeva la tutella della privatezza consueta agli anni di pace: interventi indiscreti che sfogliavano ogni passaggio della quotidianità. Nessuno protesta e chi decide per tutti rivolta la vita di tutti. In Italia non serve un referendum (sarebbe votatissimo) per tornare alle abitudini anni ’80: permettevano la trasparenza di una convivenza leale. Nel suo ultimo libro (“ Alla mia sinistra “) Federico Rampini attribuisce al contribuente americano l’orgoglio della cittadinanza, quindi vigilanza senza debolezze verso i contribuenti sleali. Virtù bruciata dalla nostra generazione di politici infedeli. Ormai tocchiamo il fondo, ecco l’ urgenza del ritrovare il tempo perduto. Don Milani, prete così lontano dalla diplomazia di qualche cardinale, anticipava la critica al Monti dei nostri giorni: “ Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali tra disuguali “. E per sapere chi sono i “ disuguali “ e per restituire agli italiani dalla morale impigrita la cittadinanza perduta, la tracciabilità e il redditometro non bastano nelle furbizie fiscali della globalizzazione. Se si certifica il reddito con lealtà perché non far sapere come stanno le cose a chi vive nello stesso condominio? Quando una sentenza coinvolge una certa parte della società, il tribunale ne ordina la pubblicazione sui giornali: tutti devono esserne informati per ritrovare fiducia. Torniamo alle abitudini dell’ Italietta che intiepidiva il dopoguerra nel benessere. Per 30 anni l’elenco dei redditi si è pubblicato su ogni giornale, nome per nome, città per città: le pagine più lette d’Italia. Dietro le porte di casa si facevano conti e confronti. Com’era possibile che il vicino di pianerottolo avesse la villa in montagna e tre stanze al mare, auto dalla cilindrata potente, week end chissà dove se denunciava cinque milioni in meno del capofamiglia con mutuo da pagare e utilitaria alle corde? E il vicino superpropritario si rabbuiava pensando alla perfidia dei maledetti curiosi. Ed erano anni diversi, non stavamo precipitando. Oggi la distribuzione della mappa degli infedeli potrebbe rivelare un’altra Italia suggerendo curiosità ormai doverose. Serve il consenso “ patriottico “ del governo per rendere pubblici peccati e virtù come qualche anno fa? L’eleganza dei nuovi ministri sembra dubitare. Se il testimone di una rapina chiama la polizia é cittadino benemerito, come mai quando si ruba sulle tasse, quindi si avvilisce la vita di milioni di persone, è proibito puntare il dito per indicare il colpevole? “Perfido delatore”. Meglio lasciar fare e tirare la cinghia?