Perché mia figlia non è femminista
09-09-2009
di
Nicoletta Mistichelli
Letteralmente Femminista
Monica Lanfranco
Edizioni Punto Rosso
I temi etici e politici più scottanti, alcuni dei quali tutt’ora nell’agenda del governo, sono indissolubilmente legati al problema del femminismo e dunque al problema irrisolto della collocazione della donna all’interno della nostra società.
Una densa rassegna di questo intreccio si trova nel libro di Monica Lanfranco,giornalista da sempre impegnata sul fronte del femminismo dal titolo “Letteralmente Femminista” ed. Punto Rosso 2009.
In 158 pagine sono analizzati problemi etici politici e religiosi in cui le donne si trovano tutt’ora in posizione di forte retroguardia.
Che ne è stato del femminismo della passata generazione? Perchè non ha saputo produrre cambiamenti nei nostri figli? Perchè assistiamo ad un arretramento rispetto al passato e ad una restaurazione dominante, mentre osserviamo una generazione narcotizzata senza desideri, senza voglia di cambiare, senza capacità di ribellarsi? Eppure negli anni ’70 l’impetuoso movimento femminista travolgeva in poco tempo secoli di oppressione femminile, dava nuova coscienza di sè a molte donne e sul terreno politico portava nuovi diritti . Perchè la generazione delle cinquantenni non ha saputo trasmettere alle giovani generazioni coscienza di sè e dei propri diritti ? Come mai i modelli che attraggono la maggior parte delle giovani sono quelli insulsi dei reality e del successo a buon mercato?
Il libro ricco di rimandi bibliografici, supportato da un attento ascolto dell’ esperienza quotidiana delle donne, si apre con questi interrogativi appassionati e con la rassegna delle sconfitte che secondo la giornalista si sono susseguite a partire dalla stagione eroica del femminismo. Per citarne alcune: la revisione della legge 194 sull’interruzione della gravidanza in cui “gli uomini si sono levati difensori dell’embrione con furore cavalleresco a tutela della vita come trascendenza, non come realtà materiale”. Così per la pillola Ru468 su cui ancora si scontrano pensiero laico e cattolico, che dovrebbe essere distribuita dagli ospedali e non in in farmacia. Anche la legge 40 sulla fecondazione assistita per Monica Lanfranco è letta come il tentativo di perfezionare il controllo medico totale del ciclo riproduttivo della donna. La sua posizione riguardo il problema è bene sintetizzata da Simone de Beauvoir che nel Secondo Sesso afferma” Con la fecondazione artificiale si compie l’evoluzione che permetterà all’umanità di dominare la funzione riproduttrice”. Il fatto che questa legge sia stata votata anche dalle donne è una ulteriore riprova di come le donne sappiano essere nemiche di loro stesse.
E’ ancora l’autoderminazione della donna che è costantemente messa in discussione ai nostri giorni.
Che le donne non abbiano scelto la strada della propria libertà rispetto i condizionamenti sociali e i modelli dominanti della televisione e della carta patinata lo dimostra ai nostri giorni l’ossessione per la bellezza e l’incapacità di accettare l’invecchiamento, con il risultato che il mito dell’eterna giovinezza si traduce in mercato e vero e proprio e controllo sociale sul corpo delle donne. I dati dicono che l’89% di esse ricorre almeno una volta ad un intervento chirurgico estetico invasivo. E qualcuna per questo muore. Il dominio sul corpo e il prevalere del controllo sociale sulla libertà dell’individuo accampa i suoi diritti anche di fronte alla morte. A questo proposito il libro passa in rassegna i casi che più hanno eccitato l’opinione pubblica sul tema dell’eutanasia. Uno per tutti: Eluana Englaro.
Appassionate le pagine che affrontano il problema delle religioni contro le donne. Monica Lanfranco passa in rassegna gli autori più importanti che rivendicano un pensiero non violento nella dottrina islamica sopratutto nei confronti delle donne, mettendo in evidenza le contraddizioni dei teorici del relativismo culturale che vorrebbero mettere le fedi tutte sulle stesso piano. Come se “le persone avessero scelto di vivere nel modo in cui sono costrette (…) I relativisti culturali dicono che dobbiamo rispettare le culture e le religioni, non importa quanto esse siano deprecabili. Questo è assurdo, è chiedere rispetto della crudeltà”. Lunga e bene documentata la rassegna delle crudeltà perpetrata sulle donne in guerra e in pace.
Che fare dunque? Per Monica Lanfranco occorre educare i bimbi a non accettare la violenza come cosa normale, sapendola riconoscere come tale, sono le donne a dover lavorare su loro stesse a partire dalla famiglia, sino a smascherare la finta neutralità del linguaggio in cui si nasconde spesso il segno del vantaggio dell’uomo (l’espressione “direttrice” per una donna sminuisce?).
Alla fine educare al rispetto delle donne e combattere per sradicare la violenza che ancora viene perpetrata su di esse, significa educare alla non violenza in generale, e lavorare per la pace. Per questo mi sembra che la ricca rassegna di problemi e di argomenti di questo libro sia da considerarsi come un ottimo manuale di formazione per le nuove generazioni.
Nicoletta Mistichelli insegna Filosofia