Pochi ne ricordano il 50° anniversario della scomparsa. Nel dopoguerra si era rifugiato al Corriere della Sera perché il Valletta Fiat lo aveva espulso dal suo giornale. Se fosse nato negli Stati Uniti gli avrebbero dedicato un premio al grande giornalismo, come il Pulitzer, per esempio
Perché non dedicare un premio giornalistico a Frassati, “inventore” e proprietario de La Stampa espropriato dal fascismo e dal senatore Agnelli?
23-05-2011
di
Filippo Senatore, poeta e bibliotecario del Corriere della Sera, Milano
Sergio Romano sul Corriere elogia giustamente (nell’anniversario del 50° della morte) Alfredo Frassati, grande giornalista italiano dell’altro secolo: ha trasformato un foglio di provincia, La Stampa, in un grande quotidiano nazionale.
Alfredo Frassati (1868-1961) è stato senatore del regno, era amico di Giolitti e ambasciatore a Berlino nei primi anni Venti. Come accade Luigi Albertini, la violenza mediocre e semplificatoria del fascismo gli ha rubato La Stampa e lo ha emarginato in quanto scomodo avversario politico. Sotto altri cieli, il nome di Frassati – oltre a quello di Albertini, vita parallela al Corriere della Sera – sarebbe forse accostato a Joseph Pulitzer, a William Randolph Hearst o a Lord Northcliffe.
Mi permetto di correggere l’inesattezza finale dell’ambasciatore Romano. Frassati era il legittimo proprietario del giornale, cacciato da Mussolini perchè si opponeva al fascismo il quale, con la complicità del vecchio senatore GIovanni Agnelli, si impossessa della sua creaatura. Oppositore di Mussolini, ritorna alla Stampa nel dopoguerra cercando di riprendersi il maltolto, ma rimedia una quota minoritaria dai padroni della Fiat e un piccolo spazio in redazione, stanzetta dove confezionava i suoi ultimi editoriali. Combattuto da Valletta viene letteralmente cacciato dal suo giornale nel 1957 nonostante l’autorevolezza di una razionalità lucida e democratica. Si trasferisce al Corriere della Sera per invito del direttore Mario Missiroli e al Corriere conclude carriera e vita con interventi di bravura non offuscati dalla veneranda età: giornalismo dalla schiena dritta nonostante la tracotanza dei padroni del vapore.
Bibliotecario al Corriere della Sera e giudice di pace. Ha pubblicato vari libri di poesie, l'ultimo si intitola "Pandosia".