Un inaspettato, breve, bellissimo libro questo Piccola guerra perfetta (Einaudi) di Elvira Dones. L’autrice è nata a Durazzo. I primi suoi libri li ha scritti in albanese, ma ora scrive in italiano, sua lingua d’adozione. Oggi vive negli Stati Uniti. In Italia sono già usciti Sole bruciato e Vergine giurata, ambedue pubblicati da Feltrinelli.
È un libro scritto – e anche molto bene – ma che pare un reportage fotografico, e che racconta della guerra dichiarata dalla Nato il 24 marzo 1999 in seguito alla feroce, criminale politica di pulizia etnica di Milosevic. E conclusasi poi il 12 giugno di quello stesso anno. Una guerra piccola, perché limitata. E perfetta, perché aerea. Senza scontri diretti tra l’esercito americano e quello del macellaio Milosevic. Una guerra fatta di bombe intelligenti che in breve avrebbero dovuto aver ragione del nemico. Ma che vista da terra, da Pristina, da chi la subiva, dalle popolazioni civili massacrate, violentate, torturate, fatte a pezzi dai miliziani serbi, si rivelò un inferno indicibile e senza fine:
Sollevano le coperte, aprono le tende, spalancano le finestre e osservano la scena: la strada è una diga in frantumi da cui schiuma gente, carri, auto, poliziotti, truppe regolari e gruppi paramilitari, soldati serbi che a braccia incrociate si godono lo spettacolo di una città che vomita se stessa.
Una guerra terribile, avvenuta a pochi chilometri dalle coste italiane. Un documento spietato, tratto dalle testimonianze di chi quel conflitto l’ha vissuto e subito. Che racconta non solo le vicissitudini di chi si schierò, ma anche e soprattutto di chi subì e soffrì. Cercando di non perdere la propria umanità. Come ha scritto Roberto Saviano nella prefazione che apre il volume:
Un libro che trattiene tutto l’orrore che può scatenarsi dal Vaso di Pandora di una comunità andata in frantumi. Una comunità dove l’altro, il tuo prossimo, prima vicino e contiguo, per l’intervento di una politica folle è ormai diventato il Nemico, il Male.
Da non perdere.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.