Processo breve: processo fortunato, processo cancellato
31-03-2011
di
Elio Veltri
Abbiamo assistito a un’altra indegna sceneggiata nell’aula della Camera dei deputati in occasione della richiesta della maggioranza di governo di inversione dell’ordine del giorno per discutere e approvare la legge sul processo breve. Francamente gli ignari cittadini che si dividono in due fazioni e fanno il tifo o a favore di Berlusconi o contro Berlusconi non devono averci capito molto. O forse hanno solo capito che il governo e la sua maggioranza vogliono il processo breve perché così ci chiede l’Europa e che le opposizioni si oppongono perché la legge proposta favorisce ancora una volta il capo del governo impedendo al processo Mills, in corso a Milano, di arrivare a sentenza, sia pure di solo primo grado, perché poi il reato si prescrive e il processo si cancella.
Provare a ragionare, sia pure con l’unico obiettivo di informare i cittadini italiani su come stanno le cose e quali sono le conseguenze dell’approvazione della legge? Nemmeno per sogno. Ormai la giustizia è il recinto dello scontro dei tifosi e così deve rimanere. Proviamoci noi. E’ vero che l’Europa continua a condannare l’Italia perché i tempi dei processi sono lunghissimi e i processi sono condannati il più delle volte alla prescrizione. Cioè vengono cancellati. Per cui basta avere ottimi avvocati che conoscono bene tutti i cavilli e le procedure e il gioco è fatto. E chi può permettersi ottimi avvocati se non i ricchi?
Ma è anche vero che l’Europa mentre ci chiede di accorciare i tempi dei processi ci sollecita a non accorciare i tempi di prescrizione per due ragioni: negli altri paesi la prescrizione dei reati non c’è e se si riducono i tempi si cancellano migliaia di processi, a cominciare da quelli del capo del governo. Per esempio, la legge Cirielli (dal nome del suo proponente) ha sottratto allo stesso processo Mills cinque anni di tempo utili per celebrarlo e per questa ragione è ora in vista della prescrizione.
A proposito della prescrizione le cose sono andate cosi: Il Greco( Gruppo degli Stati contro la corruzione), al quale aderiscono 41 Stati, compresi gli USA, e al quale l’Italia ha aderito solo nel 2007, compila la pagella sulla giustizia di ciascun paese aderente. La pagella del 2009 conteneva 22 raccomandazioni all’Italia, delle quali 4(54,55,56,57) riguardanti la prescrizione. IL Greco diceva chiaramente che l’Italia doveva evitare di far morire i processi per intervenuta prescrizione. Ma il Greco chiedeva anche al nostro paese una risposta sull’argomento entro il 31 gennaio 2011 e come sempre il nostro paese se n’è fregato e non ha risposto.
Insomma, non rispondiamo nemmeno alle richieste perentorie degli organismi europei su questioni fondamentali e poi pretendiamo che l’Europa ci aiuti quando arrivano i tunisini o i libici. Quindi, le opposizioni:
- 1) dovrebbero sostenere la riduzione drastica dei tempi dei processi;
- 2) dovrebbero proporre soluzioni concrete per raggiungere l’obiettivo, ma non hanno il coraggio di farlo perché passano attraverso la riforma radicale delle impugnazioni, e quindi del processo di appello, l’interruzione dei termini di prescrizione almeno dopo la condanna di primo grado, l’eliminazione delle attenuanti generiche per i reati gravi;
- 3) dovrebbero opporsi, come l’Europa ci chiede, alla riduzione dei tempi di prescrizione dei reati, spiegandolo agli italiani.
Insomma, si al processo breve, o meglio al processo in tempi civili, ma non alla cancellazione del processo.
Elio Veltri, medico chirurgo, è stato sindaco di Pavia dal 1973 al 1980. Eletto alla Camera dei deputati nel 1997, ha partecipato alle commissioni antimafia, anticorruzione e giustizia. È portavoce dell'associazione "Democrazia e Legalità". Tra i suoi libri: "Milano degli scandali" (scritto con Gianni Barbacetto, 1991), "L'odore dei soldi" (scritto con Marco Travaglio, 2001), "Mafia pulita" (scritto insieme al magistrato Antonio Laudati, 2010).