La bomba Spatuzza è esplosa, ma Berlusconi fa sapere di essere tranquillo, perché tanto nessuno ci crede. Invece il premier è molto arrabbiato con Santoro che, ha ricostruito in tv la vicenda Mills, alla presenza dei difensori Ghedini e Tarek Ben Ammar. In realtà, il socio arabo di Berlusconi ha argomentato meglio, mentre Ghedini non ha fatto che urlare per sovrastare gli altri, secondo la scuola di pensiero politico del Pdl. Linea che difficilmente gli sarà utile in tribunale, quando dovrà difendere di nuovo il suo cliente. Ma in tv gli consente di azzerare gli argomenti altrui e di far credere d’avere tutte le carte necessarie per dimostrare l’innocenza di Berlusconi. A questo punto, Santoro non ha potuto fare a meno di chiedere: «Ma, se il processo per voi è una passeggiata, perché non lo affrontate tranquillamente, senza imporre al Paese altri traumi ad personam?». A questa semplice domanda Ghedini non ha saputo rispondere!
IL SILENZIO DELL’UOMO D’ONORE
Marcello Dell’Utri non parla molto in tv, vuoi per sua naturale tendenza a tacere, vuoi per un precedente clamoroso che lo avrebbe reso campione mondiale di gaffe, se esistesse un campionato del genere. Intervistato da Santoro sui suoi processi, Dell’Utri rispose: «Sono accusato perché sono mafioso, pardon, volevo dire siciliano». Da allora il braccio destro (e anche sinistro) di Berlusconi, l’uomo che gli ha costruito un impero economico tramite Publitalia e un impero politico tramite Forza Italia, ha evitato di esporsi in tv. Domenica però ha partecipato su Raitre al programma di Lucia Annunziata, che gli ha dato atto di essersi sottoposto ai processi per mafia e gli ha poi chiesto, con apparente ingenuità, come mai Berlusconi non fa altrettanto. Dell’Utri ha risposto: «È questione di carattere». Per la precisione, Dell’Utri è stato anche condannato e Berlusconi sta cercando in tutti i modi di evitarlo!
MIASMI: FORMIGONI E FINI
Il governatore della Regione Lombardia, Formigoni, ha fatto il suo numero in favore di telecamera, sventolando un avviso di garanzia per reati ambientali come fosse una onorificenza. E nessuno in tv si è domandato se effettivamente Formigoni e la coimputata Moratti stiano avvelenando i lombardi. Neppure i leghisti, che di Formigoni farebbero volentieri a meno, ma non dei suoi sistemi e dei suoi miasmi. E chi se ne frega se i bambini padani sono pallidi e respirano male; quel che conta è che non vivano all’ombra dei minareti. Comunque, tutta la faccenda è passata in secondo piano mediatico di fronte al cosiddetto ‘fuori onda’ di Fini. Il presidente della Camera ha spifferato che Berlusconi è un monarca assoluto e che le istituzioni di garanzia andrebbero rispettate. Ora gli si chiede di ritrattare, per rientrare nei ranghi Pdl. Ma che cosa deve ritrattare: quello che ha già detto varie volte o la faccia sfottente con cui l’ha detto?
SILVIO E VECCHI MERLETTI
Berlusconi, tanto per non smentirsi, ha smentito di aver detto le cose che i giornali (soprattutto i suoi) gli attribuiscono. Così possiamo essere certi che le ha dette veramente. Basta ascoltare le parole che ha il coraggio di dire pubblicamente, davanti al resto del mondo, per immaginare quello che può uscire dalla sua bocca in privato e quando è imbufalito. L’altro giorno, ha annunciato di voler partire per Panama, come faceva il personaggio dello zio pazzo in Arsenico e vecchi merletti, quando scendeva in cantina a scavare le fosse per le sue vittime. Chissà se Berlusconi ha sufficiente cultura cinematografica per saperlo. Di sicuro, quanto a cultura politica e garbo istituzionale, gli mancano anche le basi, visto che si è rivolto al presidente di Panama, Martinelli, per chiedergli di fargli da ruffiano all’arrivo. In compenso, i più stretti collaboratori del nostro premier saranno stati felici di essere paragonati a un capo di Stato!
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.