“Sono stanco, credimi, ma non tanto per l’età che di certo non mi aiuta ad affrontare al meglio le mie giornate, sono stanco del mondo, della gente che lo occupa e dell’immensa ipocrisia che c’è da ogni parte”.
Queste alcune delle parole che Mario Monicelli mi ha detto a microfoni e telecamera spenti. Non le ho mai rivelate per correttezza, mi disse che non importava fare “uno show delle parole” e così ho fatto, rispettando la sua immensa persona, perché non c’era e non c’è bisogno di “fare lo scoop ad ogni costo”, aggiungendo o togliendo frasi che poi, in fondo, rimangono solo fini a se stesse. È per questo che la stragrande maggioranza delle cose che ci siamo detti in quella circostanza non le riporterò, né adesso né mai, semplicemente perché non vi servono per capire meglio chi era Monicelli e non servono a me per convincermi che stavo parlando con un mito vivente.
“Voi giovani (anch’io lo ero ai suoi occhi, NdR), dovreste ribellarvi a questo sistema che ci sta portando verso l’oblio totale, non dovreste avere paura di fare la rivoluzione, solo grazie alle rivoluzioni sono state poste le basi per i diritti dell’umanità, quei diritti che vengono ogni giorno calpestati dalle classi politiche e dirigenti di questo paese che purtroppo non riconosco più e che mi fa veramente schifo”.
Ma mi dica con grande libertà maestro; cosa c’è di fondamentalmente diverso dai suoi tempi, quando comunque c’erano ugualmente miseria e ingiustizia, ai tempi attuali?
“La differenza siete voi che non avete il coraggio delle vostre azioni, e la differenza sono io che sono troppo vecchio per essere ascoltato, una volta i vecchi erano saggi, adesso sono solo vecchi, e in quest’era del consumismo senza regole le cose vecchie si buttano, non servono”.
Monicelli è stato uno avanti. Era avanti quando diede spazio a Totò considerandolo uno dei più grandi talenti comici esistenti, oppure quando disse che era talmente comico che avrebbe potuto essere eccezionalmente drammatico, e quindi lo ha diretto insieme ad Aldo Fabrizi nell’indimenticato film “Guardie e Ladri”. Monicelli ci ha regalato infinite pellicole indelebili, una tra tante “Amici Miei”, che rimane uno dei capolavori della cinematografia mondiale tra i più imitati. Se dovessi stare a citare tutti i film di Monicelli che hanno fatto la storia dovrei scrivere pagine su pagine, ci penseranno i ruffiani delle TV e dei giornali a ricordarlo per quello che gli farà comodo.
Di certo quando mi disse che era stanco del mondo non avrei mai pensato che da li a meno di un anno arrivasse a dimostrarlo platealmente togliendosi la vita. Forse però, diciamoci la verità, era l’unico modo per farsi ascoltare un ultima volta da tutti, senza parlare, semplicemente con un gesto da grande attore, un gesto degno di un padre del cinema.
Ieri ha voluto scrivere il suo ultimo film dove ha rappresentato in pieno la realtà e se stesso, lanciandosi nel vuoto come un divo, soltanto che come sempre accade in questo maledetto fottuto paese, sotto ad accoglierlo non c’era nessuno.
Grazie maestro, a titolo personale e a nome di tutti quei milioni di stronzi che si riempiranno la bocca con frasi fatte alle quali Lei non potrà rispondere. Meglio così, poiché avendola conosciuta, immagino cosa avrebbe risposto, e semmai un giorno ci dovessimo rivedere mi basterebbe rifare quello che Lei mi ha gentilmente permesso di fare un anno fa, stringerle la mano e passarle le dita sul volto, quella carezza mi è servita tanto.
Cantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).