La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

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Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Se la donna nascosta nel burqa diventa “un pericolo pubblico”

29-04-2010

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I diritti delle donne non sono ancora considerati diritti umani. Sono sicura che in nome del rispetto per il multiculturalismo a nessuno, a sinistra, verrebbe in mente di accettare la richiesta della comunità cinese, in Europa, di applicare la pena di morte in caso di reati che coinvolgessero persone cinesi, adducendo a motivo che nel loro paese la pena di morte esiste.  E invece, se si tratta di donne, e in particolare di corpo delle donne, di sessualità femminile, di visioni delle relazioni tra donne e uomini tutto cambia. Dal senza se e senza ma si passa ai moltissime se e agli infiniti ma.

Accade che se in Francia si decide di bandire dalla scuola pubblica i simboli religiosi, (tutti, dalla kippa ebrea alla croce cristiana e al velo islamico) si scateni l’anatema da parte della sinistra radicale e di parte del femminismo per il non rispetto della libertà delle donne, come se non ci fossero anche le libertà dei cristiani e degli ebrei in gioco. 

Il paradosso è che si sprecano le lodi culturali del velo proprio da parte di molte donne progressiste, che lo difendono a volte come legittimo vessillo di orgoglio  anti-occidentale a volte come segno di legittima bandiera di quei valori tradizionali patriarcali tanto combattuti dalle progressiste stesse nella cultura cattolica. Una paradossale incongruenza logica, storica e politica.

Queste donne tanto desiderose di difendere la copertura del corpo delle loro sorelle musulmane sono definite così dall’attivista iraniana Chahdrortt Djavann, autrice di Bas Les voiles (Giù i veli):

Piccole smorfiose che si convertono al velo per gioco, senza preoccuparsi di ciò a cui condannano – così facendo – le loro sorelle più giovani, o meno libere: la schiavitù  più brutale e più arcaica.

Ora che in Francia il burqa diventa illegale, perché giudicato incompatibile con la Repubblica in quanto “attentato alla dignità della donna” e che in Belgio si sta discutendo un analogo provvedimento persino Human Right Watch, per bocca di Judith Sunderland si dice preoccupata che, “in momento di grande debolezza dei musulmani in Europa le donne siano considerate criminali”.  Il problema enorme che io ravviso in un dibattito mai partito davvero in Italia circa il significato politico della copertura del corpo delle donne, imposto da una visione fondamentalista della religione musulmana, e non condivisa da tutto il mondo musulmano, è che non c’è coraggio. C’è paura di passare per razziste, ora che in questo paese la destra e in particolare la Lega la fa da padrona. Allora è tutto un distinguo tra velo e burka, e si tira in ballo la libertà di scelta. Ciò che penso è che poco importa se si tratta  solo della copertura della testa o dell’intera persona, perchè al di là della questione tecnica della ‘sicurezza’ rappresentata dal burka è inutile cavillare sui centimetri:  si tratta comunque di avallare una visione secondo la quale le donne sono, da una parte, pericolose per la loro sessualità nello spazio pubblico misto e dall’altra che possono solo mostrarsi ‘nature’ ad un uomo, il legittimo marito, dimostrando così la dote indispensabile per una buona donna: la modestia.

Il mercato si sta rapidamente e con grande entusiasmo adeguando a questa esigenza: la Costa crociere, affamata del denaro dei ricchi sauditi ha già annunciato che sulla sua prossima ammiraglia ci saranno spazi per la preghiera islamica e luoghi separati per donne e uomini, mentre proprio in questi giorni si stanno ultimando le pulizie nelle due spiagge del litorale emiliano (amministrato dalla sinistra) off limits per gli uomini che aspettano le signore islamiche con i loro bambini  maschi al di sotto dei 12 anni. Anche in Sudafrica c’erano le spiagge separate per bianchi, e si urlava giustamente alla segregazione razziale.

Saranno i miracoli della libertà di scelta e della democrazia.

Monica LanfrancoMonica Lanfranco è giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato il trimestrale di cultura di genere MAREA. Ha collaborato con Radio Rai International, con il settimanale Carta, il quotidiano Liberazione, con Arcoiris Tv. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici). Insegna Teoria e Tecnica dei nuovi media a Parma. Il suo primo libro è stato nel 1990 "Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi". Nel 2003 ha scritto assieme a Maria G. Di Rienzo "Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi" e nel 2005 è uscito il volume "Senza Velo - donne nell’Islam contro l’integralismo". Nel 2007 ha prodotto e curato il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo "Ci dichiariamo nipoti politici". Nel 2009 è uscito "Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne" (Edizioni Punto Rosso).
 

Commenti

  1. besmir

    Salve,
    Mi chiamo Besmir e sono Mussulmano, e cerco i applicare la mia religione, l’Islam, nel modo migliore possibile. Attualmente studio in Italia, Napoli.
    La questione del Hijab è una questione che viene sentite molto dai credenti Mussulmani in questo paese e negli altri.
    Il discorso che io vorrei fare è che quando si va in un paese, le leggi di quel paese si devono rispettare, e si devono applicare.
    Quindi se c’è una legge, che vieta l’Hijab, allora i Mussulmani che vengono da paesi Mussulmani, devono tenere in considerazione questo ostacoli per la loro religione. Se vogliono salvaguardarla allora non vengono.
    Però ci sono molte donne Italiane, Francesi, ecc che si sono convertite all’Islam e che vogliono praticare nel modo migliore possibile i FONDAMENTI di questa religione. Quindi loro pretendono di metterlo l’Hijab.
    Vedendo in questi anni nei Media, Giornali, tutta questa guerra MOSTRUOSA contro l’Islam a me mi fa male vedere la mia Religione che viene DIFFAMATA!!! Viene diffamata, c’è una blasfemia su di essa come se fosse l’Islam il problema del mondo oggi… invece i Mussulmani credono e sono convinti che l’Islam è la soluzione dei problemi del mondo di oggi.
    Molti dicono che la donna non è libera nell’Islam, è sottomessa all’uomo oppure schiavizzata…
    Le cose non sono cosi, l’uomo e la donna nell’Islam ha un suo ruolo. Ognuno deve sottomettersi a Dio, come Lui vuole, perché coLui che ci ha creati sa meglio di noi quello che è migliore o peggiore per noi sia dal punto di vista mentale, comportamentale, per la nostra educazione, per costruire rapporti sociali sani ma anche dal punto di vista fisico. Per questo il Mussulmano si sottomette alla legge di Dio e non a quella fatta dall’uomo, perché spera nella sua Misericordia per essere uno di coloro che vanno nel paradiso.
    Quindi siccome l’Hijab costituisce un peccato se non viene messo, le donne lo vogliono mettere per essere salvate. Ma ciò non significa che sono schiavizzate…

    Pensiamo un attimo al mondo occidentale, io sto da 6 anni in Italia, e ho notato queste dipendenze:
    Moda, vestire ciò che impongono i stilisti per essere una moderna, o emancipata (non tutte la pensano cosi però la maggior parte vuole seguire, e segue la moda)
    Trucco, per diventare bella, facendo concorrenza ‘spietata’ con le altre donne
    Fisico, ognuna cerca di avere un fisico perfetto, come le donne che escono sulla televisione o nelle varie copertine (cosa che ha portato l’anoressia e altre malattie)
    Seguire la corrente, molte persone che ho conosciuto non sono se stessi, ma i loro comportamenti dipendono da ciò che gli altri possano pensare di loro, delle loro scelte, del loro modo di pensare.

    Domanda: Questa non è una schiavitù?!
    Che purtroppo viene fatta per ciò che l’uomo impone, vuole vedere, imposta dai suoi desideri!!!!
    Non si vedono le donne ‘vestite ma nude’ in migliaia di cartelloni pubblicitari, nei canali televisivi, purtroppo anche d’estate… mica un uomo penserà:
    Mi domando quant’è intelligente questa ragazza!!

    Devo essere sincero, non lo penserà mai, ma penserà quello che molte donne lo dicono:
    Gli uomini sono tutti porci!!!

    L’Islam ci insegna che la vergogna, la dignità, la buona educazione Islamica, e molti insegnamenti che si trovano nel Corano, fanno parte del credo del Mussulmano. Quindi per noi la morale e l’onore sono fondamentali a partire da noi stessi, poi nella famiglia e tutto ciò si riflette nella società.

    Vorrei concludere dicendo:
    L’Islam non è nato ieri, l’Islam ha portato solo benefici in questo mondo e chi studia la storia dell’Islam in modo obiettivo, vedrà che la Civilizzazione è venuta proprio dall’Islam, la donna ha imparato i suoi diritti già 1600 anni fa, lo stato Islamico aveva già la sua fonte su cui costruire le leggi e la società (Corano e Detti del Profeta)… mentre se vediamo la storia del mondo ‘democratico’ si parla di queste cose solo nel modernismo, cioè dopo il 1800, da quello che io ho potuto osservare. Noi dobbiamo vedere la storia, non dico quella lontana, ma quella recente… ed ammettere tutti i torti che le ‘grandi potenze’ hanno fatto e fanno ancora ai paesi più poveri, quindi alle loro economie ed alle loro culture.
    Non ho visto mai un giornale, o telegiornale portare una persona sapiente nell’Islam per poter spiegare le cose dal punto di vista dell’Islam!
    Poi se viene condiviso o meno questo punto di vista, rimane una scelta personale di ciascuno,però per lo meno vengono a sapere dai Mussulmani la verità, e non dai commenti di persone che sull’Islam non sanno nulla.

  2. Giovanna Rossi

    In natura non esiste essere prigioniero come lo è la femmina dell’homo sapiens sapiens. Non si capisce perché, se la ragione del “nascondimento” della donna è la pretesa difesa della sua dignità, debba essere lei ad essere nascosta. Non sarebbe più logico che venga nascosto il maschio dell’homo sapiens sapiens ? Dal momento che è lui l’offensore ! Perchè togliere la luce e la visuale alla vittima ? Speriamo perciò che anche in Italia venga proibita tale gabbia ! Giovanna

  3. besmir

    Cara Giovanna,
    quella che tu chiami gabbia, è una scelta che la donna Mussulmana fa. Ciò viene dettato dalla Religione e lei si sottomette a Dio. Se lei sta sotto questa gabbia è perche ci tiene ad essere sottomessa a Dio, essere modesta,proteggere il suo onore, essere semplice e non essere schiava dell’uomo.
    Ma perchè non ti fai la domanda:
    Io che mi vesto sempre alla moda, che uso tutti i trucchi per diventare bella, che voglio essere perfetta fisicamente… tutto ciò per chi lo faccio!!!
    Dopo la morte, non c’è la natura, la natura è l’ambiente in cui viviamo… dopo la morte ognuno farà i conti con LE SUE OPERE, CON LE SUE AZIONI, e in quel giorno sarà fatta giustizia per tutti.
    E la donna Mussulmana cosi come l’uomo, teme quel giorno.
    Poi, non per essere maschilista oppure pensare chissà che cosa, ma Dio ha fatto la donna più bella esteticamente, e l’uomo è sempre colui che “caccia”, quindi se vedi anche l’alto tasso di violenze sessuali, avviene anche per la troppa nudità che si vede in giro, e questo difficilmente si può negare. Quindi nel mondo,si sta perdendo molto il pudore… e la cosa non fa migliorare le donne interiormente…

  4. rachid oubouhouch

    il burca è un pericolo perchè anche gli uomini lo possono mettere e fare del male al prossimo…