Un libro di storia o un libro di cinema?
04-07-2009
Di Romanzo balcanico Sidran dice “è un libro nello stesso tempo mio e di Del Giudice”. L’opera è stata realizzata per le cure e la progettazione di Piero Del Giudice.
– L’impressione è di un libro di storia e di cinema che racconta la storia dell’ex Jugoslavia…
“È un libro di cinema, di letteratura, di costume, di Storia. Soprattutto è un libro per ristabilire una memoria dei fatti, per onorare i padri, le loro lotte e il loro sogno pluralista, egualitario. Se noi prendiamo film come Papà in viaggio d’affari, è evidente il nesso politico e storico: siamo alla fine degli anni Quaranta, Tito ha capito che la Jugoslavia deve trovare una propria strada, organizza il lento distacco dall’Urss, c’è scontro nel partito, c’è Goli Otok. Il film evoca un momento della storia vista dagli occhi di un ragazzo e scandita dalle domande rivolte alla madre. Quando la tensione politica cresce, il padre sparisce chissà dove. Forse in prigione.” Perché papa non torna a casa ? “, bambino inquieto. ” E’ in viaggio d’affari “, la risposta della madre.
Ma anche in sceneggiature e films “normali”, che si riferiscono agli anni della “normalità” come Kuduz e Praznik u Sarajevu, c’è un ovvio riferimento alla società, ai costumi, ai modi di vivere di quegli anni.
È la Jugoslavia normale, dove può accadere un delitto passionale come in Kuduz, dove c’è un certo tipo di emigrazione come in Praznik u Sarajevu, dentro un periodo di grandi riforme – sanità, scuola, diritto familiare – e quando la Jugoslavia è un paese leader nel mondo, per la pace.
Quando tutti avevano il passaporto e non c’era bisogno di nessun visto per nessun paese europeo, a parte la Spagna franchista.”
– E’ allora un libro sulla jugonostalgia?
“Un po’ sì, ma non del socialismo reale. Nel libro vi sono alcune poesie di Sidran proprio su questo “sentimento” della jugonostalgia. Per il poeta è un “sentimento” per me è il ricordo di una società che tentava di essere più giusta, dove i bisogni primari erano assolti dallo Stato, dove c’erano certamente dei privilegi e dunque dei soprusi, ma non come nella macchina corrotta e criminale di certe società capitaliste.