La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Inchieste » Dov'è la pace di Obama? »

VICENZA, parlano le donne del movimento “No Dal Molin”

09-06-2009

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ABBIAMO SCRITTO UNA LETTERA A MICHELLE OBAMA

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Ultima ricostruzione della base USA al Dal Molin.

Monte Berico è il colle che sovrasta Vicenza. Chi si ferma dal piazzale di Monte Berico, vede a nordest una zona verde tagliata dalla pista bianca del piccolo aeroporto “Dal Molin”, interamente circondato da case e condomini: in linea d’aria è l,ontano meno di due chilometri dal centro storico della città, dove si raccolgono i capolavori del Palladio, riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità. In questo spazio urbano, verrà costruita la seconda base militare USA a Vicenza( dopo la Ederle), la più importante d’Europa. E’ stata sollecitata dal governo Bush con l’intenzione di collocarvi un’armata definita dai militari statunitensi “pugno di combattimento” pronto ad essere impiegato in operazioni di guerra. Il governo italiano presieduto da Berlusconi-Prodi-Berlusconi ha accolto la richiesta americana. Per ragioni di sicurezza. Per ragione di Stato. Secondo le voci correnti, ospiterà altri 1700 soldati paracadutisti, corpo scelto per incursioni speciali di guerra. Seppellirà il verde con 880’000 metri quadrati di cemento, via-vai di aerei a reazione e mezzi di trasporto militare su ruote, aumento urbanizzazione. E’ d’accordo con tale decisione statale un comitato cittadino denominato ” Si Dal Molin”, collegato ai partiti di centrodestra: vede nella costruzione della nuova base l’ opportunità di lavoro e di guadagno. Vi si oppone, da tre anni, un variegato movimento cittadino, si chiama “No Dal Molin”, lo coordinano soprattutto donne: animano il rifiuto con marce e iniziative alle quali hanno aderito migliai di giovani e non giovani sparsi in tutta Italia, e non solo Italia. Dibattiti e conferenze, interventi dei mass media nazionali e internazionali, festival, cineforum, mostre, documentazione scientifica ed ecologica alle ditte che concorrono agli appalti, testimonianze di protagonisti della cultura, del diritto internazionale e dell’impegno cristiano. Frequenti incursioni a Roma, a Bruxelles, per due volte a Washington, dove si trova in questi giorni Cinzia Bottene, una signora dall’aria dolce ma decisa, che ci tiene a distanziare il suo movimente da partiti di sinistra che credono nella “politica dal basso”. A Washington non sono state ricevute da politici di seconda fila ma dalla Commission Appropriations Subcommittee on Military Construction, Veterans Affairs and Related Agencies. Professionisti e strateghi delle guerre ai quali hanno spiegato perché Vicenza non vuole la nuova base di guerra.

A Vicenza, sotto il grande tendone azzurro del Presidio No Dal Molin, la sostituisce due storiche integranti del movimento, Antonella Cunico, insegnante, e Paola Ziche, operatrice sanitaria.

D.: Tre anni di lotta. Perché continuate ad opporvi?

R.: Perché crediamo in un tipo di politica estera, degna di una grande, civile e pacifica nazione come l’Italia, che dato i natali a Bobbio, a La Pira, don Milani e a tanti personaggi dagli orizzonti vasti e dalle coscienze chiare. Perché crediamo nella democrazia e nella pace. Ogni governo che nasce promette di rivedere la questione delle servitù militari. Vogliamo riprenderci la nostra terra come luogo del vivere bene collettivo e non come oggetto di scambio tra governi.

D: Che si può fare contro la Ragione di Stato?

R.: Noi resisteremo un minuto di più di coloro che vogliono questa base. La giunta del sindaco PD Achille Variati indisse un referendum per il 5 ottobre 2008, nel quale si chiese alla popolazione di scegliere che uso fare dell’area dell’aeroporto Dal Molin: uso civile o base militare USA? Il premier Silvio Berlusconi gli scrisse una lettera in cui considerava “che la consultazione popolare era gravemente inopportuna”. Il Consiglio di Stato, che di solito impiega un anno ad emettere un parere, in quella occasione deliberò in meno di un mese, accogliendo la richiesta di sospensione del referendum, a tre giorni dalla data della consultazione. Il Comitato No Dal Molin organizzò una consultazione auto-gestita, priva di ufficialità, nella quale si espresse il 28.5% dei 84’349 aventi diritto. Il 95% degli oltre 24 mila votanti fu favorevole al fatto che l’area venga utilizzata dalla città e non sia trasformata ad uso militare. Il sindaco Variati, presente fra i votanti, ha dichiarato ” quanto sia sbagliato non permettere alla gente di esprimersi su ciò che li riguarda. Il quesito mette al centro non problemi di natura militare o legati a patti internazionali ma il destino di un’area verde che riguarda una città. Uno spazio di pregio ambientale a ridosso di Vicenza, che è il più grande del genere in Italia”.

D.: Che problemi legali suscita la nuova base?

R.: Verrebbe costruita a meno di due km dal centro storico quando la legislazione USA prevede che una base militare deve distare almeno 30 km dai centri urbani. Non è indice di civiltà e di rispetto costruire una base militare dentro una città molto abitata. Come si può autorizzare la costruzione di una base militare straniera su suolo italiano, a prescindere dalle norme europee, che esigono come pre-requisito la valutazione dell’impatto ambientale? Nell’aprile 2008, abbiamo presentato un’istanza alla Commissione per le petizioni della UE sulla mancata tutela del territorio e dell’ambiente conseguente al progetto della nuova base USA a Vicenza. Nella petizione abbiamo chiesto che il parlamento si facesse garante sulle violazioni avvenute nella vicenda Dal Molin, nell’accesso all’informazione in materia ambientale, e al coinvolgimento alle varie procedure previste dalle direttive europee. Il progetto avrebbe poi dovuto essere sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale nel rispetto del principio comunitario della partecipazione. Nel novembre 2008, la Commissione per le petizioni della UE ha definito “ricevibile” l’istanza avanzata, evidenziando ben 21 punti deficitari nel progetto presentato. Ma l’Avvocatura di Stato ha dichiarato che il progetto della base è stato approvato 10 giorni prima dell’entrata in vigore della normativa europea sulla Valutazione d’Impatto Ambientale. Ha capito? Il progetto non risponde alle attuali norme europee; lo rendono esecutivo con la scusa che è stato approvato…10 giorni prima della promulgazione europea.

D.: Che problemi ecologici?

R.: L’area destinata alla costruzione della base si trova sopra la più importante falda acquifera del nord Italia e la realizzazione delle fondamenta richiede la perforazione degli strati di un territorio dall’equilibrio geologico delicatissimo, con rischi enormi non solo per l’ambiente circostante, ma per la riserva d’acqua a cui attingono gli abitanti di tutta la nostra regione. Avremo ripercussioni sull’inquinamento atmosferico e acustico, con un enorme movimento di aerei, elicotteri, mezzi militari. Saremo una città militarizzata.

D.: Il comitato “Si Dal Molin” sostiene che Vicenza avrà dei vantaggi economici…

R.: E’ noto che le basi americane di questo livello di importanza strategica, si fanno portare ogni genere di necessità direttamente dagli USA. Sono fortezze autonome; nessun vantaggio, nemmeno per qualche pizzeria. I vantaggi saranno solo per le ditte appaltatrici. Rispetto a chi spera nei vantaggi della base, noi abbiamo in mente un modello di sviluppo urbano diverso. Continueremo ad opporci perché vogliamo che sul progetto di una città militarizzata prevalga il progetto di una città che si distingua per il suo patrimonio artistico, per la sua cultura, per l’adesione consapevole ai valori del pacifismo e la fermezza della lotta contro ogni forma di imposizione e servitù militare.

D.: Obama ha confermato il segretario della Difesa nominato già ai tempi di Bush, vale a dire Robert Gates.

Loretta Sànchez, vicepresidente della commissione per la sicurezza nazionale, ha dichiarato il 16 aprile 2009 che <la base di Vicenza serve gli interessi di politica estera statunitense, per consolidare la presenza delle nostre truppe nel mondo, per essere pronti a intervenire in aree delicate come l’Africa, il Medioriente, la repubbliche ex sovietiche in Asia>. Per ora, tutto sembra confermare che Obama seguirà alcune linee di Bush rispetto alla politica militare in Europa.

R.: Abbiamo scritto una lettera a Michelle Obama. A lei come donna. Le abbiamo chiesto di sostenere le ragioni della nostra lotta perché ci battiamo condividendo i principi a cui si richiama la politica della nuova Amministrazione che vuole collegarsi alla grandezza delle origini della democrazia americana. Il presidente Obama dichiara di credere molto nella diplomazia e nel dialogo. Vedremo. Noi continueremo a lottare. Abbiamo ricevuto testimonianza di solidarietà di ogni angolo d’Italia, tentano di metterci il bavaglio sulla sua bocca, con l’intenzione di sradicare alla radice il dissenso locale. 130 di noi hanno subito condanne pecuniarie e procedimenti penali. Resisteremo un minuto più di loro.

Quadro n. 1

Basi USA in Italia: elenco per Regioni

Fonte: sito web: http://www.kelebekler.com/occ/busa.htm

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Le sigle
Usaf: aviazione
Navy: marina
Army: esercito
Nsa: National security agency [Agenzia di sicurezza nazionale]
Setaf: Southern european task force [Task force sudeuropea]

Nord: Il Trentino Alto Adige conta con due stazioni telecomunicazioni e radar dell’Usaf(Cima Gallina- Bolzano e Monte Paganella-Trento). Nel Friuli Venezia c’è deposito armi USA(Giulia Roveredo-Pordenone), una base USAF (Rivolto-Udine); un poligono di tiro (Maniago-Udine); un deposito munizioni (San Bernardo-Udine); una base navale a Trieste. Ma è Aviano, in provincia di Pordenone, la più importante sede avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell’Usaf in Italia (almeno tremila militari e civili americani). Nella base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell’Usaf (un gruppo di cacciabombardieri)] utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell’aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cui costruzione è stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuò’ in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest’ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell’Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nord Africa. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca di Incirlik. Sara’ appunto quest’ultima la principale base per l’offensiva aerea contro l’Iraq del nord, ma l’impiego degli aerei della 16th Air Force sarà’ pianificato e diretto dal quartier generale di Aviano.

Il Veneto conta con 6 depositi d’armi ( in provincia di Vicenza: Tormeno, San Giovanni a Monte, Longare; in provincia di Treviso: Oderzo, Codognè, Istrana). Con 10 centri telecomunicazioni e radar( in provincia di Treviso: Ciano; in provincia di Verona: Affi, Lunghezzano, Erbezzo; in provincia di Padova: Conselve, Monte Venda e Sant’Anna di Alfaedo; in provincia di Venezia: Lame di Concordia, San Gottardo, Boscomantivo Ceggia. Ma il punto strategico vitale è a Vicenza nel Camp Ederle, quartiere generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla tutte le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila. La nuova base richiesta da Bush verrebbe installata nell’area dell’aeroporto cittadino ” Dal Molin”.

In Lombardia è operativa una base dell’Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari a Ghedi-Brescia, una Base aerea Usaf a Montichiari-Brescia; una base Us Army a Remondò-Pavia e una Antenna Nsa a Sorico-Como.

In Piemonte, una base aerea Usa con copertura Nato a Cameri-Novara e una seconda base di addestramento Usaf e Us Army con copertura Nato a Candelo-Masazza-Vercelli.
In Liguria, funziona il Centro antisommergibili e quello di ricerche per la guerra sottomarina di Saclant a La Spezia e a San Bartolomeo, e una stazione di telecomunicazioni a Finale Ligure-Savona.

In Emilia Romagna, una base dell’Usaf con copertura Nato a Monte San Damiano(Pescara), un gruppo logistico Usa per l’attivazione di bombe nucleari a Rimini, e stazioni telecomunicazioni Usa con copertura Nato a Monte Cimone-Modena, Parma, Bologna, Rimini-Miramare.

Nelle Marche, un centro radar Usa con copertura Nato a Potenza Picena-Macerata.

In Toscana, il Camp Darby, tra Pisa e Livorno, costituisce il più grande deposito logistico del Mediterraneo, con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e’ stoccata una riserva strategica per l’esercito e l’aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell’US Army per l’appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell’Africa del Nord e la Turchia. Ci sono inoltre siti di telecomunicazioni a Coltano-Pisa, Talamone e Poggio Ballone-Grosseto; Monte Giogo-Massa.

In Sardegna, l’arcipeleago de La Maddalena – Santo Stefano-Sassari è stato recentemente smilitarizzato. Ospitava una base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale di supporto alla portaerei americana “Simon Lake”. Resta operativa la base missilistica a Monte Limbara (tra Oschiri e Tempio Pausania- Sassari), il poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.
a Capo Teulada-Cagliari, all’incirca 100 chilometri di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70 mila ettari di zone “off limits”; la base missilistica sperimentale a Perdasdefogu-Nuoro, ed altre sei zone per addestramento, per poligoni missilistici, stazione di telecomunicazioni, eliporto e depositi munizioni USA con copertura Nato.

Nel Lazio, Roma ospita il Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa. Stazione Nato; Roma Ciampino è aeroporto militare,base saltuaria Usaf. Gaeta-Latina è base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei “La Salle”. A Rocca di Papa e Monte Romano, e a Casale delle Palme-Latina, funzionano stazioni telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo.

In Campania, a Napoli, opera il Comando del Security Force dei Marines, la base di sommergibili Usa, il Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unità civili e militari Usa. Si calcola che da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare. A Mondragone-Caserta, c’è il Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati i comandi Usa e Nato in caso di guerra. Stazioni telecomunicazioni a Monte Camaldoli, Ischia, Licola, Agnano, Montevergine ed altri centri minori.

In Basilicata, a Cirigliano e a Pietraficcata (Mt) è installato il Comando delle Forze Navali Usa in Europa.
e il Centro telecomunicazioni Usa e Nato.

In Puglia, Gioia del Colle-Bari è nota per la base aerea Usa di supporto tecnico; Brindisi, per la base navale Usa mentre San Vito dei Normanni-Brindisi per la stanza di un migliaio di militari americani del 499 Expeditionary Squadron;Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ]. A Taranto, esiste un deposito Usa e Nato; a Martinafranca-aranto e a Otranto, una stazione radar; a Punta della Contessa-Brindisi, un poligono di tiro Usa e Nato.

In Calabria, a Crotone, e a Monte Mancuso e a Sellia Marina( Catanzaro), ci sono stazioni di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.

In Sicilia, a Sigonella-Catania, funziona la principale base terrestre dell’Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell’Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l’una. Deposito munizioni Usa e Nato presso Isola delle Femmine-Palermo e Augusta. Varie stazioni di telecomunicazioni e radar.

Fonti per i quadri seguenti:

  • Paolo Fogliazzo, “Un mondo di armi”, in Aggiornamenti Sociali n.1/2009 PP.77-80, che a sua volta ha utilizzato l’Annuario Armi-Disarmo, Giorgio La Pira e il volume di Bonaiu C.-Da meri D.- Lodovisi A., L’industria militare e la difesa europea. Rischi e prospettive, Jaca Book, Milano 2008.
  • Stockholm International Peace Research Institue (Sipiri), www.armsflow.org

Quadro n. 2

Fonti: Dept. Of Defense, “Base Structure Report, FY 2002” and “Active Duty Military Personnel Strenghts by Regional Area and by Country, Dec. 31, 2001; Zoltan Grossman, “New U.S. Military Bases”, Feb.2, 2002; Monthly Review, March 2002.

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Secondo il Global Research (Centre for research on globalization), è confermata la presenza di militari statunitensi in 156 paesi, così come di 737 basi statunitensi in 63 paesi (dopo l’11/9, ne sono state costruite altre in sette paesi). In totale, vi sono 255’065 militari statunitensi nel mondo. Gelman J. (2007) sostiene che l’area totale occupata dalle basi militari statunitensi all’interno degli USA e a livello internazionale corrisponde a 2’202’735 ettari, il che rende il Pentagono uno dei più notevoli proprietari terrieri al mondo.

Quadro n. 3

Principali esportatori mondiali di armi (anni 2002-2006, miliardi di dollari)

Paese Valore esportazioni % sul totale mondiale
USA 32.28 30.3
Russia 30,65 28.7
Germania 9.16 8.6
Francia 8.89 8.3
Regno Unito 4.48 4.2
Paesi Bassi 3.22 3.0
Italia 2.59 2.4
Cina 2.16 2.0
Svezia 1.96 1.8
Israele 1.71 1.6
Altri 9.57 9.1
Totale 106.66 100.0

Quadro n. 4

Principali importatori mondiali di armi (anni 2002-2006, miliardi di dollari)

Paese Valore importazioni % sul totale mondiale
Cina 14.61 13.7
India 10.14 9.5
Grecia 7.24 6.8
Emirati Arabi Uniti 7.05 6.6
Corea del Sud 3.88 3.6
Israele 3.55 3.3
Australia 3.47 3.3
Egitto 3.07 2.9
Turchia 2.98 2.8
Iran 2.57 2.4
Altri 48.10 45.1
Totale 106.66 100.0

Quadro n. 5

I paesi che spendono di più in armi (Fonte: Centre for arms control and non-proliferation, febbraio 2008)

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Quadro n. 6:

Fonte:

  • FUNIMA International, marzo 2009, http://www.funimainternational.org/content/view/540/51/
  • Rapporto del Presidente del Consiglio http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA/rapporto_2008.html

Esportazioni militari italiane

Autorizzazioni all’esportazione di armamenti italiani nel 2008: oltre 3 miliardi di euro (incremento +29% rispetto al 2007); consegne effettuate per 1,8 miliardi di euro; 2,7 miliardi di euro di autorizzazioni relative a Programmi Intergovernativi.

Paese Valore in euro
Turchia 1 miliardo
Regno Unito 254 milioni
India 173 milioni
Libia 93 milioni
Algeria 77,5 milioni
Nigeria 58.9 milioni
Oman 57.1 milioni
Brasile 43.4 milioni
Emirati Arabi Uniti 39.3 milioni
Venezuela 35.8 milioni
Kuwait 30.1 milioni
Pakistan 29.8 milioni
Arabia Saudita 22.6 milioni
Egitto 16.9 milioni
Malaysia 7.4 milioni
Indonesia 3.8 milioni
Cile 1.9 milioni
Israele 1.9 milioni
Azzurra CarpoSpecialista in cooperazione internazionale. Autrice di "Romanzo di frontiera" (Albatros, Roma 2011), magia e realtá delle donne latinoamericane alla frontiera Messico-USA; "In Amazzonia" (Milano, Feltrinelli, 2006); "La Ternura y el Poder" (Quito, Abya Yala, 2006); "Una canoa sul rio delle Amazzoni: conflitti, etnosviluppo e globalizzazione nell'Amazzonia peruviana" (Gabrielli Editore, Verona, 2002); co-autrice di "Prove di futuro" (Migrantes, Vicenza, 2010).
 

Commenti

  1. rosa boncaldo

    abito a vicenza, sono per la pace e contro le basi militari.
    Vi ringrazio per l’articolo che avete scritto sul “dal molin”.

  2. cip

    Peccato non sentire anche chi la pensa diversamente…..

  3. Giulio

    Si….però quell\’elenco, le famose \"113 basi americane in Italia\" è zeppo di falsità e inesatezze. Circola su internet da un pò di anni, ma non ha ne capo ne coda.

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