La Lettera

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Lettere »

Perché i vescovi non hanno denunciato per anni i comportamenti “tristi e vacui”, le “relazioni improprie” del Cavaliere? Intanto Comunione e Liberazione continua a fare muro per proteggere perfino la Minetti che “usa il crocefisso come strumento erotico”, avendo fatto della loro partecipazione al governo la loro essenza di vita: cattolico Formigoni, cattolico Lupi, “cattolici inquinati”

Paolo FARINELLA – Adesso la Chiesa deve staccare (ma davvero) la spina che la unisce al capo del governo

03-10-2011

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Berlusconi e il ministro Tremonti in coppia con Sacconi, che tanto credito riscuote presso la Cei, hanno pervicacemente negato l’esistenza stessa della crisi perché era più urgente far passare l’immagine squallida di un uomo malato di megalomania narcisistica di essere «il miglior presidente del consiglio dall’unità di Italia ad oggi» (parole autentiche dell’interessato). I vescovi non vedevano dove stava andando l’Italia e dove la stava scaraventando il governo? Perché non hanno detto nulla? Non si sono accorti che tutte le scelte economiche avevano una conseguenza diretta sul sociale, sulla vita di relazione, sulla sussistenza di milioni di famiglie? Hanno continuato a chiedere interventi a favore della famiglia, ma non hanno elevato una critica sulla distruzione della stessa che il governo scientemente a operato, favorendo i ceti ricchissimi a scapito dei poveri che puntualmente sono chiamati a pagare le inadempienze, la corruzione, l’evasione fiscale e l’immoralità dei ricchi?

Perché un ritardo di almeno tre anni? Con quale autorevolezza i vescovi oggi possono criticare il governo che essi stessi hanno appoggiato, sostenuto, foraggiato direttamente e specialmente con i loro silenzi? Io penso che l’intervento del cardinale Bagnasco sia stato un atto necessario altrimenti se anche questa volta non avesse detto nulla, dalla base dei credenti vi sarebbe stata una rivoluzione. Noi preti di strada lo vediamo ogni giorno nelle nostre chiese e nelle nostre strade. Tutti si interrogavano sul silenzio dei vescovi, tutti chiedevano un intervento, tutti erano scandalizzati dall’omertà vescovile, che tutti motivavano con la difesa di interessi in nome dei quali si commerciavano immoralmente scambi di reciproco sostegno.

Tutti? Sì, tranne i cosiddetti cattolici inquinati che hanno scelto Berlusconi, il mammona maledetto dal vangelo, perché garante di traffici e strani affari . Tutti, tranne i seguaci di CL che della partecipazione a questo governo e del connubio con Silvio Berlusconi hanno fatto la loro essenza di vita, e al diavolo le esigenze etiche, la morale, la coerenza, la dignità, la dottrina sociale e tutte queste quisquilie. Essi vanno perfettamente d’accordo con quel vescovo che diceva: «Basta con la profezia, occupiamo adesso del governo».

Quanto al metodo scombinato e al regolamento dei conti prevalenti sui rapporti istituzionali, i vescovi avrebbero dovuto sapere da sempre che Berlusconi è uno che difende i mafiosi e camorristi e che la delinquenza organizzata lo ha sostenuto e sostiene nell’esercizio del suo potere che è tutto a favore di essi. Come spiegare la nomina di un accusato da sei pentiti di mafia a ministro della repubblica (Romano, baciato dopo avergli salvato la poltrona – ndr), e un altro accusato di n’drangheta (Cosentino) per cui è stato richiesto addirittura l’arresto è stato protetto e difeso a spada tratta? Berlusconi ha messo lo Stato e le Istituzioni nelle mani della malavita e il cardinale arcivescovo di Genova cade dal pero solo adesso? Il cardinale Bagnasco con volto triste e teso continua:

«Rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è ilsenso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui. I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune».

Solo questo? Comportamenti «tristi e vacui»: l’induzione alla prostituzione, la tratta delle prostitute, l’uso del crocifisso come strumento erotico tra le tette della consigliera Minetti, eletta nella lista di Formigoni, travestita da suora, un comportamento «triste e vacuo»? Cosa deve fare Berlusconi per essere scomunicato «latae sententiae»: assassinare la Trinità con un colpo solo? O violentare la Vergine Maria con san Giuseppe incatenato al palo della lap-dance?

«Relazioni improprie»? Che linguaggio è codesto? I rapporti sessuali con minorenni e l’induzione delle stesse alla prostituzione adesso si chiamano «relazioni improprie»? Per uno che va a confessare un adulterio o una violenza su un minore, basta che dica «ho vissuto una relazione impropria», Ok! Amico/amica,  un Pater, Ave e Gloria e chi s’è visto s’è visto? Chi ha ammorbato l’aria? Un marziano o qualcuno con nome e cognome? Non poteva mancare in discorso ufficiale, il colpo al cerchio e alla botte: «la reciproca, sistematica denigrazione» con evidente riferimento alla opposizione, così per non offendere nessuno. Oppure dove da un colpo indiretto anche alla magistratura inquirente che non ha fatto altro che il suo dovere, obbligata per Costituzione, vigendo in Italia, l’azione penale obbligatoria: «Colpisce l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo. Chi lo ha detto al presidente della Cei che le intercettazioni sono «ingenti»? Lui le ha contate o è un modo per addolcire la pillola a Berlusconi? Un colpo ciascuno non fa male a nessuno?

Fino a prova contraria le intercettazioni riportano la voce dell’indagato e del malfattore, mentre il metodo di indagine è una questione riservata alla magistratura e nessuno dovrebbe sindacarla, come esige la separazione dei poteri in una democrazia decente. Questo cerchiobottismo, infatti, ha avuto un effetto: ha dato adito alla destra e ai suoi cattolici da supporto di annacquare le parole del cardinale e di diluirle fino al punto di farle scomparire. Si dice che l’ordine di scuderia sia quella di dire e ripetere che la condanna del presidente della Cei sia riferita ai «comitati d’affari come il caso Penati» e quindi la conclusione per la destra e per Berluscconi è che il cardinale Bagnasco ha fatto una durissima strigliata al Pd. Ecco il risultato. Lupi, Formigoni e i cattolici complici si affannano a giustificare Berlusconi che non deve dimettersi e che il cardinale parlava in generale, per tutti.

Questo equivoco nasce da un solo fatto: il cardinale Bagnasco non ha fatto il nome del Berlusconi, corrotto (sentenza Cassazione), evasore fiscale, bugiardo e falso, spergiuro, corruttore di minorenni, utilizzatore e manovratore di «carrettate di donne» (cioè prostitute a pagamento), amico e complice di mafiosi e malavitosi, mentitore e istigatore alla menzogna, uomo senza onore e dissipatore del patrimonio comune di etica, di denaro e di dignità.

Le parole di Bagnasco avrebbero avuto un peso altro se avesse semplicemente detto che non solo in base alla Costituzione, ma anche per la morale comune il Sig. Berlusconi Silvio, presidente del consiglio dei ministri, pro tempore, avendo disonorato la carica che ricopre non è più degno di rappresentare e governare (si fa per dire!, visto che governa a tempo perso!) il popolo italiano. Pertanto, noi vescovi, diciamo ai cattolici che lo hanno sostenuto fin qui, che non è loro lecito andare avanti e se vogliono essere cattolici e non complici devono interrompere con lui ogni rapporto, ogni sostegno, ogni appoggio, ogni collaborazione, finché non si sarà pentito davanti alla nazione e non avrà riparato il male fatto.

Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).
 

Commenti

  1. Mauro Matteucci

    Il disgusto, dopo le parole di Bagnasco, mi è ancora più aumentato. Perché oggi fanno finta di accorgersi che hanno lasciato che un “santo puttaniere” avallato nei suoi comportamenti dai politici, distruggesse ogni forma di etica non solo nelle coscienze, ma perfino nell’immaginario? Ma questi prelati hanno mai letto il vangelo: guai a chi dà scandalo a questi piccoli, SAREBBE MEGLIO PER LUI …

  2. Romolo Tamburrini

    Per tentare di comprendere la differenza tra (emblematicamente) Farinella e Bagnasco, occorre prendere atto che, nel concreto, esistono due chiese: una temporale (il Papa e l’apparato di potere), una evangelica (cristiana). Tra le due entità, la prima, che ha scelto Mammona (e non solo), è decisamente prevalente e impone le sue regole che, tra l’altro, prevedono la totale sottomissione della seconda (ved. accanimento contro la teologia della liberazione, emarginazione dei preti non allineati – persino di un vescovo come Romer -, minacce di scomuniche, anatemi, ecc.). Nel contempo sfrutta l’immagine pastorale dei secondi che, ancora, trova nelle comunità più diseredate, tipo “favelas”, speranza e fede salvifica. La pubblicità dell’8 per mille ne è l’immagine più eclatante. Come si sarebbe allora comportata la CEI se il B., oltretutto, avesse preteso l’abolizione del privilegio clericale dell’ICI e dei finanziamenti alla scuola privata? E se al Governo ci fosse stato un laico ligio e severo (diciamo alla Pertini) come avrebbero reagito i nostrani ‘farisei’ che ogni domenica si prostrano davanti all’altere?. Le ‘sparate’ alla Bagnasco non sono altro,allora, che prese di posizione obbligate, enunciate dopo lunga ponderazione e valutazione delle possibili soluzioni “post” B., a garanzia dei privilegi che ne assicurano l’atavico parassitismo.

  3. Ambrogio Dell'Orto

    Bravissimo don Paolo,condivido pienamente il suo articolo e come credente sono profondamente disgustato da questa nostra chiesa che non smette mai di prostituirsi al potente di turno.

  4. Stefano Bovero

    La Chiesa cattolica ufficiale, nelle sue gerarchie, da un bel pezzo non pratica più il Vangelo, trasformata ormai in un’istituzione politica e a volte mafiosa sempre più protesa a controllare le coscienze con le sue mezze verità e a compiacere i potenti che le riservano trattamenti privilegiati. Chi vi si riconosce in termini acritici partecipa semplicemente alla semina della sofferenza e diviene corresponsabile dei suoi “operatori di iniquità”. L’amore e la carità sono stati da questa istituzione, nella quale operano persone degne che però, quando giungono a pestare i piedi ai potenti, guarda caso vengono censurati, sospesi “a divinis”, rimossi dalle cariche o allontanati: gli esempi concreti non si contano più…

  5. Stefano Bovero

    La Chiesa cattolica ufficiale, nelle sue gerarchie, da un bel pezzo non pratica più il Vangelo, trasformata ormai in un’istituzione politica e a volte mafiosa sempre più protesa a controllare le coscienze con le sue mezze verità e a compiacere i potenti che le riservano trattamenti privilegiati. Chi vi si riconosce in termini acritici partecipa semplicemente alla semina della sofferenza e diviene corresponsabile dei suoi “operatori di iniquità”. L’amore e la carità sono stati ESPULSI da questa istituzione, nella quale operano persone degne che però, quando giungono a pestare i piedi ai potenti, guarda caso vengono censurati, sospesi “a divinis”, rimossi dalle cariche o allontanati: gli esempi concreti non si contano più…

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