La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Mondi » Vivere a Mosca »

Raccontare da Mosca e scoprire un’Italia diversa

30-12-2011

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Mosca - Stazione - Foto di Routard05Mosca – A me piace ascoltare storie, racconti e idee di persone che non conosco ma che hanno qualcosa da dire. Sono ghiotta di parole. Leggere vite vissute da altri, luci e colori di luoghi che non ho mai visto e che mai potrò vedere. Voglio che qualcuno con le sue parole mi commuova, mi faccia ridere, lasci un segno dentro di me.

Nell’ultimo anno è toccato a me raccontare storie. Bastava girarsi attorno. Mosca è così diversa, così affascinante e oscena nello stesso momento. Ho avuto il privilegio di assistere e poi riferire di fatti ed avvenimenti che succedevano in fondo alla mia strada. Nello stesso tempo ho potuto, attraverso Domani, leggere notizie, articoli , pezzi con cui a volte ero d’accordo e a volte no. Un “giornalismo” fatto dal basso, un insieme di opinioni scritte da lettori che a loro volta diventavano scrittori, reporter. opinionisti. Attraverso le parole di tutti ho potuto leggere il mondo. E non è cosa da poco! Abbiamo poco tempo per leggere e ascoltare: le notizie devono essere fiammate veloci, intense, i piccoli flash: internet, twitter, facebook…

Su queste pagine ho avuto il privilegio di leggere storie su argomenti non da “ultima del telegiornale”, ragionamenti pacati, a volte molto indignati ma sempre molto civili: una democrazia partecipata dove chi aveva qualcosa da dire l’ha raccontato e gli altri ascoltavano. Raccontare una storia è rubare del tempo a chi ti sta leggendo e quindi devi essere onesto e sincero, devi rispettare le parole e i fatti. Devi fare in modo che chi legge alla fine stia bene oppure si indigni o faccia una sana risata. Ecco, mi sono indignata leggendo le storie che parlavano di scuola, di quelle che parlavano di un’Italia multietnica bistrattata; mi sono riappacificata col mondo quando ho letto di pace e dignità.

Mi hanno colpito i laboratori dell’università con le inchieste degli studenti, curiose, piene di entusiasmo. Ho ridacchiato ma con molto rispetto sfogliando le provocazioni di Passavo di lì e ho viaggiato con le notizie di mondi lontani. Anch’io ho provato con questo complicato e a volte impenetrabile mondo russo. Ho scritto in modo serio ma a a volte anche scanzonato le esperienze e la vita di Mosca provando a farle diventare un po’ la vita di chi leggeva.

Che dire? Ora saremo tutti un pò più soli. Qui Mosca, passo e chiudo.

Daniela MiottoDaniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare
 

Commenti

  1. Pier Paolo Galbusera

    mi dispiace non poter più avere una finestra su Mosca, comunque complimenti per il lavoro fatto.

  2. mirandapiazza

    Anch’io mi sento sola senza queste letture da tutto il mondo i giornali quotidiani non mi danno questa gioia come leggere voi non c’è speranza?

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