La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Super-Marías, la voce della miglior letteratura spagnola

17-06-2010

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In questi giorni, quasi contemporaneamente, sono usciti presso editori diversi tre testi di Javier Marías (Madrid, 1951), certamente il più importante scrittore spagnolo vivente. Sono:

  • “Il tuo volto domani. 3. Veleno e ombra e addio”, Einaudi;
  • “Voglio essere lento”, Passigli;
  • “Sguardi”, Mavida.

Il primo, “Il tuo volto domani. 3”, tradotto ineccepibilmente da Glauco Felici, rappresenta la terza parte, quella conclusiva, di questa sorta di “grande opera” definita da “The Guardian”, “il primo autentico capolavoro letterario del XXI secolo”, e da “The Observer” “straordinario capolavoro che colloca Marías nel canone della letteratura europea contemporanea”. Un viaggio tra passato e presente, tra ricordi e oblio in compagnia di Jaime Deza – questo uno dei nomi dell’”attore” principale, ma che altri chiamano anche Jacobo, o Jack, o Jacques, o Yago -, personaggio al servizio di uno strano e misterioso centro di spionaggio inglese che si avvale del suo inconsueto talento di “saper leggere” il volto delle persone e in tal modo di prevedere ciò che faranno “domani”. Un romanzo-fiume in cui Marías ha riversato il proprio grande talento e, anche, le sue manie, il detto e, soprattutto, il non detto… E poi il dubbio, il tradimento, la guerra, il doppiogiochismo del potere, l’amore, la morte. Una trilogia che ha assorbito l’autore per otto anni, che l’ha quasi fagocitato, e da cui a fatica sta tentando di uscirne scrivendo un nuovo romanzo “normale”: “E’ stato difficile ricominciare”, ha detto recentemente in un’intervista. Una trilogia da leggere – nei limiti delle personali possibilità di tempo – tutta d’un fiato, per riuscirne ad apprezzarne forza, capacità narrativa e assoluta originalità e per farci, a nostra volta, fagocitare dalla sua imprevedibile e inquietante storia. (E senza dimenticare che, sempre quest’anno, sono stati ripubblicati, in un’edizione economica einaudiana, i tre più famosi romanzi dell’autore spagnolo, e cioè “Tutte le anime”, del 1989; il suo libro di più grande successo, l’indimenticabile “Un cuore così bianco”, del 1992; e l’altrettanto acclamato “Domani nella battaglia pensa a me” del 1994).

Il secondo volume, “Voglio essere lento”, tradotto e curato da Elide Pittarello (docente di letteratura spagnola a Ca’ Foscari), raccoglie due lunghe “conversazioni” tra lo scrittore e la curatrice: un dialogo – tra vecchi amici – sul lavoro, sull’”officina letteraria” del romanziere innanzi tutto, ma anche su autori e libri, letture e letteratura, sull’infanzia, la famiglia, gli amici, la Guerra Civile, la politica, la “sua” fantasmatica Isola di Ridonda, e anche sull’Italia: “Un paese che invidiavamo”, ma che dal punto di vista politico e morale, sembra oggi “andare a rotoli”. Insomma, un ritratto inedito e a tutto campo sia del Marías uomo e sia del Marías scrittore.

Il terzo titolo, infine, dal titolo “Sguardi” – libro che fa il paio con il precedente “Vite scritte”, edito da Einaudi nel 2004 -, tradotto da Valerio Nardoni, e con una prefazione di Elide Pittarello, si compone di quattordici ritratti di altrettanti scrittori, sorpresi nel fermo-immagine di una fotografia: Valle-Inclán, Borges, Vicente Aleixandre, Juan Benet, Bioy Casares, García Lorca, Victoria Ocampo, Savater, Cabrera Infante, Neruda, Antonio Martínez Sarrión, Luis Cernuda e Horacio Quiroga. Quattordici “amici” scrittori, indipendentemente dalla data di nascita: “l’unica condizione che m’imposi per la selezione dei ritratti fu che non vi rientrasse nessuno il cui aspetto mi risultasse antipatico o sgradevole, né di cui avessi un’opinione personale o letteraria così cattiva da potermi influenzare al momento di descriverne o commentarne il volto”. Con una sorpresa finale, perché vi è un ulteriore, quindicesimo ritratto, anzi, un “autoritratto farsesco”: il suo.

Paolo ColloPaolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.

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