La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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La Lettera

Domani chiude, addio

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Il crocifisso deve essere solo un simbolo della fede. Come tanti cattolici che si richiamano al Concilio, noi di "Noi Siamo Chiesa" siamo contrari alla campagna del governo e del Vaticano per riformare la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo

Mai usare il crocefisso per fare politica

24-06-2010

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Si è svolto a Roma un convegno di area governativa organizzato per polemizzare contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 3 novembre scorso, che ha giudicato che l’esposizione del crocifisso nelle scuole di Stato è in contraddizione con l’art.9 della Convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo (in connessione con l’art.2 del Protocollo n.1).

L’ultimo editoriale di Civiltà Cattolica e un documento della Presidenza della CEI del 18 giugno vanno nella stessa direzione mentre il Vaticano si è attivato da mesi presso gli Stati membri del Consiglio d’Europa e presso altri movimenti cristiani perché contrastino la sentenza di novembre. Ugualmente il Prof. Carlo Cardia ha pubblicato un testo “Identità culturale e religiosa europea. La questione del crocifisso” che è stato esplicitamente sponsorizzato dal governo. Si sta quindi intensificando la campagna politica e mediatica perché la Corte, nel giudizio d’appello che si terrà a Strasburgo il 30 giugno, modifichi la sentenza di primo grado.

on hanno molti strumenti per fare sentire la loro opinione quanti dissentono da questa mobilitazione, non condividendo la posizione dei vertici delle istituzioni e dei maggiori partiti. “Noi Siamo Chiesa” fa parte di questa area di opinione, in particolare presente tra tanti cattolici, che si augura la conferma della sentenza. “Noi Siamo Chiesa” ritiene infatti che il crocifisso sia un simbolo religioso sul quale tutti i cristiani debbano meditare nel raccoglimento delle loro coscienze, sia nella preghiera individuale che in quella comunitaria. Si pretende invece di considerare il crocifisso come un simbolo stesso dell’identità e della cultura nazionale ma ciò è in contraddizione con lo spirito e il dettato della Costituzione e dello stesso Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica del 1984. La strumentalizzazione di questo simbolo nel nostro paese è fatta non solo da cattolici fondamentalisti (nostalgici di una “cristianità” finito da molto tempo) ma anche da forze politiche e culturali estranee a ogni riflessione evangelicamente ispirata.

“Noi Siamo Chiesa”, anche interloquendo con la Corte con un intervento diretto ad essa inviato il 23 maggio, ha fatto presente le caratteristiche di paese multireligioso e multiculturale che il nostro paese ha acquisito negli ultimi anni e che rendono ancora più opportuni e utili, per la coesione sociale, i principi riconosciuti dalla Corte. Anche le chiese protestanti presenti in Italia (mozione votata dalla XIII assemblea della FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane- nel novembre 2003) hanno preso una posizione contraria all’esposizione del crocifisso nelle scuole. La posizione di “Noi Siamo Chiesa” è esplicitamente appoggiata da movimenti ed organizzazioni cattoliche, che si ispirano al Concilio Vaticano II, presenti in Europa, tra cui le Comunità Cristiane di base, l’European Network Cheurch on the Move, la rete spagnola Redes Cristianas, la rete francese Parvis, L’Observatoire Chrétienne sur la Laicité, Nous Sommes aussi l’Eglise eccetera.

Credenti e non credenti dovrebbero meditare le parole del senatore Pietro Ichino, che così concludeva nell’aula del Senato il suo intervento il 4 novembre 2009 all’indomani della sentenza di primo grado: “Questo uso del crocefisso mi disturba come credente: perché Cristo non è morto in croce soltanto per il nostro Paese, né soltanto per i Paesi europei; e il suo Vangelo non si identifica affatto con la nostra cultura, ma è stato dato a tutta l’umanità. Questo uso del crocefisso come bandiera, o come simbolo di una cultura per distinguerla dalle altre, se compiuto dai credenti, costituirebbe una violazione del primo comandamento biblico: “Non usare il nome di Dio invano”. Se è compiuto dallo Stato laico, vedo in esso un’appropriazione indebita. E chiedo che esso cessi al più presto: per rispetto dei cristiani prima ancora che dei non cristiani”.

Vittorio Bellavite è il coordinatore nazionale di Noi siamo Chiesa
 

Commenti

  1. Grazie per aver riportato questo comunicato; vi prego solo di correggere il nome del portavoce di “Noi Siamo Chiesa”, che è Vittorio Bellavite.
    Altre informazioni, anche sulla questione del crocifisso qui dibattuta, potete prenderle dal sito della sezione italiana del movimento: http://www.noisiamochiesa.org/ .

  2. Grazie per aver riportato questo comunicato; vi prego solo di correggere il nome del portavoce di \"Noi Siamo Chiesa\", che è Vittorio Bellavite.
    Altre informazioni, anche sulla questione del crocifisso qui dibattuta, potete prenderle dal sito della sezione italiana del movimento: http://www.noisiamochiesa.org/ .

  3. Bliss

    L’unica cosa che mi dà fastidio di questa storia è che una cultura che cambia perché qualcuno dice: ora fai questo, è una cultura debole e immatura.
    E non entro in merito della questione crocifisso nelle scuole o negli ospedali: giusto o sbagliato?
    Potremmo fare tanti altri esempi infatti: vogliamo parlare del testo dell’inno d’Italia allora?
    La cosa che mi disturba molto è che si tratta di un provvedimento europeo che dice: questa cosa della vostra cultura non va.
    Anni fa ci hanno provato pure con la pizza al forno a legna! Il punto è: quando saremo noi a determinare un po’ noi stessi?
    Parlando a “Noi Siamo Chiesa”, tanti altri possono dire “anche noi siamo chiesa” e vogliamo che il crocifisso rimanga là.
    Come sempre gli italiani sono divisi. E’ una identità culturale schizofrenica.
    Guelfi e ghibellini in tutto.

  4. mario

    Al di la di ogni utilizzo più o meno politico e più o meno nostalgico, i simboli religiosi significano appartenenza. Chi si identifica in altre forme religiose utilizza un’icona diversa. I luoghi pubblici e istituzionali di un paese evoluto dovrebbero quindi contemplare – come nella Grecia classica – un Panthon, laddove siano rispettate e rappresentate le idee religiose di chiunque.

  5. Bliss

    La cosa che mi dà veramente fastidio di questa storia è che una cultura che cambia perché qualcuno dice: ora fai questo, è una cultura debole e immatura.
    E non entro nel merito della questione crocifisso nelle scuole o negli ospedali: giusto o sbagliato?
    Potremmo fare tanti altri esempi infatti: vogliamo parlare del testo dell’inno d’Italia allora?
    La cosa che mi disturba molto è che si tratta di un provvedimento europeo che dice: questa cosa della vostra cultura/identità non va. Anni fa ci hanno provato pure con la pizza al forno a legna!
    Il punto è: quando saremo noi a determinare un po’ noi stessi?
    Parlando a Noi Siamo Chiesa, tanti altri possono dire anche noi siamo chiesa e vogliamo che il crocifisso rimanga là. Come sempre gli italiani sono divisi.
    E’ una identità culturale schizofrenica e immatura, che aspetta soluzioni dall’alto e ora anche dall’esterno.
    Stiamo freschi!

  6. giuliano lucca

    Cara Doriana, com’è noto a tutti,le violazioni dei diritti dell’uomo sono tante e talvolta molto gravi; tuttavia i giudici della Corte europea hanno ritenuto prioritaria la rimozione dagli edifici pubblici della immagine di Colui che rappresenta tutte le vittime delle violazioni e delle violenze della prepotenza. Che dire? Personalmenten on amo i lunghi discorsi e mi limito a dire: ” tutti hanno il diritto di essere ignoranti ma costoro ne stanno abusando!” Consiglierei a tutti di riandare a cercare negli archivi de “l’Unità” l’ articolo di una donna di sinistra,laica,non cristiana di origine ebraica ( di nome Gisburg mi pare…?) scritto in occasione del primo “attacco” al Crocifisso nei luoghi pubblici. Un raro esempio di Laicità,di obbiettività esente da pregiudizi e condizionamenti ideologici o di appartenenza che attualmente sono purtroppo ignorati dai media.- Cordialmente G.L.

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