La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Ritorno nell’Avana che cerca il futuro

04-11-2009

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“Sbaglia chi immagina regredisca nel capitalismo anche se allarga le aperture all’economia di mercato”. La visita a Fidel “con diritto a una cena”

In questi giorni dell’anno l’Avana è bagnata da un vento soave. Il caldo viene soffocato dall’aria fresca che soffia sul mare azzurro contro gli scogli del Malecon. E’ stagione di piogge ma non  piove tanto eppure la gente scruta il cielo perché novembre resta il mese degli uragani. L’anno scorso è stato un anno infernale. Gli uragani si sono portati via quasi il 20% del prodotto lordo, 50 miliardi di dollari. Ma le previsioni per il momento consolano. I satelliti non segnalano l’arrivo di terribili tempeste. Però è difficile prevedere la reazione vendicativa di Gaya, divinità dell’ambiente, crudelmente stuprata dall’egoismo del lucro e dalla insensibilità verso la natura.
Nell’ultima settimana di ottobre mi sono fermato all’Avana con l’agenda vuota di impegni. Un caro amico mi ha invitato a festeggiare il  suo compleanno in una riunione che voleva ricordare l’incanto della città attraverso le pagine di Lezama Lima, Alejo Carpentier e il poeta Nicola Guillén. La comitiva, comitiva del cuore, comprendeva i giornalisti Chico Pinheiro e Ricardo Kotscho. Stavo nel vecchio hotel Nacional il cui profilo riassume la storia di Cuba: parlavamo e brindavamo con daiquiri del Floridita dove Hemingway bevevo fino ad ubriacarsi. E poi siamo saliti alla sua casa e poi scesi nella spiaggia dove una volta dondolava il Pilar, barca affidata  da Hemingway a Gregorio, marinaio ed amico e testimone di tante avventure. Lo ha rincontrato tornando dalla guerra  civile di Spagna quando chiuso nella stanzetta dell’hotel Due Mondi stava scrivendo “Per chi suona la campana”.
Ascolto all’Avana  racconti di poeti e scrittori e la guardo con gli occhi del viaggiatore che arriva da lontano. Mi sono seduto attorno ai tavoli frequentati da Saramago e Garcia Marquez sopra la bocca del porto, parlando nel profumo dei sigari Cohiba. Ho parlato con la gente qualsiasi mentre aspettavo politici e scrittori: Ricardo Alarcon, presidente dell’Assemblea Nazionale, Eusebio Leal, storico e responsabile del restauto dell’area coloniale della capitale; Armando hart, del Centro di Studi Josè Marti; Abel Prieto, ministro della cultura e Caridad Diego, responsabile del dicastero per i problemi religiosi, regola i rapporti tra stato e le varie confessioni. Undici fa Caridad ha accompagnato la visita di Giovanni Paolo II. Ho allungato il soggiorno per visitare Raul Castro e verso sera andare da Fidel che mi ha ricevuto con allegria e “diritto a una cena”.
Cuba è sempre presa da se stessa. Cinquanta anni dopo la rivoluzione sta analizzando errori e titubanze. Analizza il passato per programmare il futuro. Nel 2010 il nono congresso del partito comunista analizzerà le contraddizioni e le nuove strategie, soprattutto economiche ed etiche.
Da quanto ho ascoltato credo che l’Avana non girerà lentamente verso il capitalismo. Anche se si moltiplicano le aperture all’economia di mercato, aperture dovute alla globalizazzione e al mondo  unipolare egemonizzato dal neoliberismo, all’isola non interessa dare priorità all’accumulazione delle ricchezze private a detrimento della maggioranza della popolazione. L’America Centrale è lo specchio nel quale Cuba non vuole essere riflessa: gli alti indici di violenza sono fra i più elevati del mondo, 23 delitti all’anno ogni 100mila abitanti. In Brasile sono 31, a Cuba 5,8. Devo ricordare che a Rio de Janeiro nel 2007 la polizia ha ucciso 1 330 persone. Nello stesso periodo le polizie Usa hanno freddato 347 cittadini.
I cubani sono ormai consapevoli che tutti i disagi economici del paese non si possono scaricare sul blocco imposto quasi cinquanta anni fa dalla casa Bianca (che oggi annuncia la distensione di Obama). La Guerra Fredda non c’è più e il blocco viene messo in discussione anche dall’altra parte del mare. Ed è in discussione il carattere paternalista dello stato che assicura gratuitamente a 11 milioni di cittadini sopravvivenza, sanità e un’istruzione di buona qualità. Ecco perché Cuba (che ha cancellato l’analfabetismo) occupa il cinquantunesimo posto fra i 182 paesi analizzati dal dicastero dello sviluppo Umano delle Nazioni Unite. Il Brasile è solo settantacinquesimo. La Cuba 2009  non pensa di alterare il diritto universale e gratuito a salute ed educazione. La riduzione dei sussidi all’alimentazione dovrà coincidere con l’aumento dei salari e della produttività agricola in modo da ridurre dell’80% le importazioni di alimenti. Si cerca a breve tempo una soluzione per la doppia moneta in circolazione: pesos per turisti (per evitare il cambio parallelo del dollaro e dell’euro e l’accaparramento delle divise straniere) e peso utilizzato dai cittadini cubani. Il turismo e l’esportazione del nichel sono le principali fonti di ricchezza dell’Avana. Non dimentichiamo che Cuba è 64 volte più piccola del Brasile (che è il mio paese, e ogni paragone viene spontaneo) eppure riceve 2,5 milioni di turisti l’anno, appena la metà dei turisti stranieri che visitano il Brasile.
L’intera America Latina si oppone al blocco economico e appoggia l’integrazione dell’Avana nelle strutture delle Americhe. Problema politico che il governo cubano ritiene importante per normalizzare i rapporti internazionali, è la liberazione dei cinque prigionieri cubani condannati come spie a Miami e in galera dal 1998. Volevano solo evitare atti di terrorismo. Ne hanno evitato 170 programmati da certi settori della comunità cubana della Florida. Fernando Morais, amico dei giorni dell’Avana, sta scrivendo un libro che ricostruisce i loro processi. Uscirà nel 2010.
Per chi lo vuolesse sapere: Fidel gode ottima salute ed è di umore eccellente.

Frei BettoÈ una delle voci libere della Teologia della Liberazione. Frate domenicano, giovanissimo, è stato imprigionato e torturato dalla dittatura militare brasiliana. L'impegno umano, inevitabilmente politico, verso i milioni di diseredati che circondano le città e vivono nelle campagne del suo paese, lo ha reso pericoloso agli occhi dei generali che governavano il Brasile. Ha scritto 53 libri. La sua prosa diretta e affascinante analizza l'economia e la politica, la vita della gente con una razionalità considerata " sovversiva " dai governi forti dell'America Latina, e non solo. Non se ne preoccupa. L'ammirazione dei giovani di ogni continente lo compensa dalla diffidenza dei potenti. Venticinque anni fa ha incontrato e intervistato Fidel Castro, libro che ha fatto il giro del mondo. Lula, presidente del Brasile, lo ha voluto consigliere del programma Fame Zero. Frei Betto è oggi consigliere di varie comunità ecclesiastiche di base e del movimento Sem Terra. Ha vinto vari premi. L'Unione degli Scrittori Brasiliani lo ha nominato Intellettuale dell'anno. Il suo libro " Battesimo di Sangue ", tradotto in Italia, è diventato un film.
 

Commenti

  1. Dopo aver letto quest’articolo mi sento meglio, perchè ci sono buone notizie da Cuba e spero si confermeranno nel tempo. L’accumulo è un grande peccato, la condivisione è umanissima. Buona vita a tutti i cubani e ai loro amici.

  2. Lorenzo

    Frei Betto uomo libero.E’ un piacere leggere la sua prosa.Porta bene.Son contento per le buone notizie che ci dà sulla salute di Fidel.O.k .

  3. Stefano Bovero

    E’ giusto e doveroso sottolineare i successi sociali di Cuba, troppe volte vista come paese vetusto e semi-sottosviluppato. Tuttavia avrei voluto visto rimarcare come il mancato ricambio della classe dirigente cubana abbia impedito di introdurre più “elementi di libertà” (così come negli Settanta si era tentato, specularmente, di introdurre “elementi di socialismo” in Italia), favorendo così un maggior rispetto dei diritti umani in quell’isola favolosa che ricordo con nostalgia.

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