La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Piccoli editori » Socialmente »

Socialmente: una “fabbrica” di libri per produrre cultura

24-05-2010

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Socialmente EditoreSocialmente è una rete squilibrata che nel mare delle lingue raccoglie testi e fabbrica libri. Sì, fabbrica libri. Fare libri e setacciare testi è un lavoro che passa tra varie mani, mani appunto di varie persone che condividono la fabbricazione, la produzione del libro. Il testo viene infatti setacciato e qui si articola il connubio fra autore verbale ed editore, poi viene impaginato e composto graficamente da un altro soggetto, per passare al tipografo, elemento chiave nella storia passata, presente e futura del libro, correttore bozze e poi rilegatore.

La “fabbrica” fisica si srotola tra questi attori e senza contare carta e colori, inchiostri e colle. Per questo il libro è un prodotto, articolato e complesso che viene realizzato grazie ad un sistema di competenze, professionalità e creatività collettività. L’editore è quindi un “network imperfetto” che dalle proprie lacune e deficienze trae alimento per digerire i testi, confonderli e metabolizzarli. A volte diventano libri.

Ma non è solo questo perché il libro per esistere veramente deve essere letto, se no rimane un libro-aborto. Per essere letto, ci vogliono i lettori, categoria centrale nella fabbricazione completa del libro e per avere i lettori ci vogliono i librai. Librai e lettori possono aprire e riaprire mille volte il libro, generando e scoprendo ogni volta un testo nuovo, figliando ogni volta suggestioni e relazioni impossibili e impreviste alla prima lettura.

La nuova mappa, generata da ogni nuovo lettore, diventa la nuova geo-grafia del libro, la nuova dimensione virtuale determinante a sua volta nuovi testi e quindi nuovi potenziali libri. Per giungere nello scaffale della libreria il libro viene trasportato dal distributore e per essere portato in libreria, viene prima “promosso” dal promotore. Il “promotore”, uno dei mestieri più difficili e impossibili del globo, presentare “libri” ad un libraio sovraccarico e stanco, nervoso e stufo senza aver mai parlato con l’editore o l’autore del libro.

Un esercizio funambolico al limite della cabala e dei misteri eleusini. Un vero prestigiatore prestato alla politica per cui la produzione completa del libro precede le lingue e da queste ne è prodotto. La genetica di questa spirale è la socialità la cui dimensione storica richiede racconto e di qua all’infinito.

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