Si somigliano nelle calvizie coperte dai parrucconi del secolo dei Lumi e dal bitume del secolo dei palazzinari. Dimore con giardini e acque, entrambi annunciano catastrofi quando dovranno lasciare. Qualche piccola differenza: Luigi XIV si consigliava con Racine, Molière, La Fontaine; il Cavaliere si accontenta di Cicchitto, Bondi, Bossi, don Verzé, Fede e l’harem di Lele Mora
Berlusconi, Re Sole dei bauscia
08-11-2010
di
Gino Spadon
Che Berlusconi sia il Louis XIV della nostra Repubblica è domanda che mi frulla in testa da molto tempo anche se devo ammettere che il l’arcoreo duce mai s’è paragonato a questo re. A lui più convengono il grande Corso cui lo congiunge il comune amor dei soprattacchi o il Cristo cui lo lega l’identico martirio, ma del re Sole non ha mai fatto parola. Eppure, eppure se ben s’affisa lo sguardo, ci sono stupefacenti somiglianze fra i due. Entrambi nell’alto incedere han del bauscia il fiero stigma Entrambi afflitti da crudel calvizie l’han vinta, chi con incipriato parruccone, chi con denso strato di bitume. Entrambi hanno sparso generoso guano chi da regale comoda davanti ai cortigiani, chi con corna e lazzi davanti al fior fiore dei potenti. Entrambi hanno dato lustro alle lor dimore chi con giardini ed acque, chi con egizie tombe. Entrambi vedono orrifici diluvi il dì che partiranno.. Solo in un punto v’è leggera discordanza, ed è che nel comune amore dei turiferari, ciascuno si circonda di persone diversamente elette. Sicché mentre il re Sole ha per consiglio il buon Colbert, si compiace col severo Bossuet, riceve alla sua mensa o nei suoi palagi scrittori come Molière, Racine, La Fontaine, architetti come Le Nôtre, Le Brun o Mansart, pittori e musici come Chapelain e Lulli, e raro s’accorda qualche “doux ébats” con le nobili Montespan o Maintenon, il Sultano che ci governa ha per consiglio il Bondi, il La Russa ed il Cicchitto, lascia che gli guidi l’anima l’ilare don Verzé, passa il chiaro dei suoi giorni in lieti conversari col Bossi e col Borghezio, col Fede e col Gasparri, col Lele o con il Tarantini. Né d’altro gli cale se non di rapide sveltine o mercenari amplessi con teneri virgulti che han nome Ruby, d’Addario e Macrì.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.