La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Le stragi del ’92 e del ’93: quando la letteratura arriva prima del giornalismo

09-12-2010

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È già sera, tutto è finitoAncora una volta un’opera narrativa sa leggere tra le righe dei fatti e decifrare in anticipo rispetto a indagini giudiziarie e giornalistiche l’essenza degli eventi. È il caso del romanzo È già sera, tutto è finito, di Tersite Rossi, nom de plume di due giovani scrittori trentini (Mattia Maistri e Marco Niro), uscito a metà 2010 per i tipi di Pendragon. Il nodo attorno a cui ruota la vicenda comprende le bombe del 1992 e del 1993, quelle che prima uccisero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e poi si spostarono fuori dalla Sicilia, a Firenze, Milano e Roma. Quelle che si accanirono contro le opere d’arte e che falciarono persone innocenti che si trovavano nei pressi. Un immigrato, una bambina, una coppia di fidanzati, un passante. Queste solo alcune delle vittime che quegli ordigni fecero. Gente qualunque la si potrebbe chiamare perché il messaggio stragista è proprio questo: non importa quanto innocente sei, l’importante è che sei e che, dopo esserti trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, non sarai più.

Si verrà a sapere nel 2009 che questo messaggio faceva parte di una cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. Era il periodo in cui venivano giù i calcinacci della Prima Repubblica e con lei crollavano i vecchi partiti, sostituiti dal “nuovo che avanza”, ha detto qualcuno. Era anche il periodo in cui occorreva trovare nuovi referenti politici, costringere la cosa pubblica a scendere a patti perché altrimenti sarebbe stata secessione (sull’inquietante input che già la P2 aveva suggerito con il piano di rinascita democratica) oppure sangue ovunque, continente compreso.

È già sera, tutto è finito, però, arriva con un anno di anticipo rispetto alle rivelazioni a mezzo stampa perché gli autori lo hanno finito di scrivere nel 2008. Nelle loro pagine ci arriva un giornalista con un disilluso passato nella contestazione sessantottina. Ci si cimenta un oscuro personaggio che fa da anello di congiunzione tra Stato e deviazioni di varia estrazione. E ci inciampa un gruppo di ragazzi trentini, convinti – e poi sconfitti – che la vita politica vada riformata a iniziare da un piccolo comune ai piedi delle Alpi. Vite che, per ragioni differenti, si arrotolano su se stesse e che usciranno fiaccate dalla voglia di rinnovamento e di verità, mai abbastanza forte rispetto agli interessi di poteri più incalzanti. Del resto, come si legge a metà della narrazione:

L’ospite non l’aveva deluso, si disse riflettendo a bordo della piscina con Igor al fianco, nel silenzio di quella notte stellata e piuttosto calda per la stagione. Adesso toccava a lui. Creare il giusto caos. Gli artificieri non mancavano. La sezione K della VII divisione del Sismi, meglio nota come “Falange Armata”, non aspettava altro che un suo cenno, per entrare in azione. E poi c’era la famiglia e il suo tritolo. Bastava far arrivare le istruzioni alle orecchie giuste e cosa nostra si sarebbe attivata. Ma stavolta l’obiettivo sarebbe stato diverso. Niente più uomini dello Stato. Niente più martiri. Stavolta il piano sarebbe stato un altro. Molto migliore. Molto più efficace. Molto più devastante.

Antonella Beccaria è giornalista, scrittrice e blogger. Vive e lavora a Bologna. Appassionata di fotografia, politica, internet, cultura Creative Commons, letteratura horror ed Europa orientale (non necessariamente in quest'ordine...), scrive per il mensile "La Voce delle voci" e dal 2004 ha un blog: "Xaaraan" (http://antonella.beccaria.org/). Per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri - per la quale cura la collana "Senza finzione" - ha pubblicato "NoSCOpyright – Storie di malaffare nella società dell’informazione" (2004), "Permesso d’autore" (2005),"Bambini di Satana" (2006), "Uno bianca e trame nere" (2007), "Pentiti di niente" (2008) e "Attentato imminente" (2009). Per Socialmente Editore "Il programma di Licio Gelli" (2009) e "Schegge contro la democrazia" (con Riccardo Lenzi, 2010). Per Nutrimenti "Piccone di Stato" (2010) e "Divo Giulio" (con Giacomo Pacini, 2012)

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