Mosca – Anni fa ho letto “Il senso di Smilla per la neve” e la cosa che mi ha colpito sono i 10 modi di dire la parola neve in lingua inuit. Non immaginavo di sperimentarli tutti. Ormai ho esaurito i pensieri possibili sui primi candidi fiocchi dopo il sospiro che ha rallegrato tutti i miei inverni prima di qui. “Che romantico, sta nevicando”, parole svanite a Mosca giorno dopo giorno, rassegnazione del “ Anche oggi nevica” per finire con la rabbia di un : “C…, non fa che nevicare!” . D’altronde abito a Mosca non a Dubai.
Il freddo è proprio freddo. Dopo un po’ che cammino non riesco a pensare, a volte ho visioni mistiche. Casa-Casa-Casa. Mi sento come ET, ma devo resistere, l’inverno sarà lungo. Devo abituarmi alla scomparsa dei marciapiedi sotto la coltre bianca, devo abituarmi a schivare le auto che con le ruote chiodate mi sfiorano rumorosamente, devo abituarmi ai blocchi di neve che precipitano dai tetti, devo abituarmi a non infilare i piedi nelle trappole di ghiaccio,. Non è facile sopravvivere.
Mi vesto a strati: calzamaglia di lana, calzoni pesanti, imbottiture di piumino e giaccone, sciarpa e berretti. Risultato: peso 49 chili ma sembro la donna-cannone. Come capisco le matrioske! Sono astemia e non mi posso riscaldare con un “goccetto”, al massimo un чай caldo. Cos’è? Me lo sono fatto spiegare, ma è difficile rispiegarlo.
Natale non è il 25 dicembre, troppo semplice, troppo normale. Abbiamo il calendario gregoriano che sposta il Natale 13 giorni dopo: arriva il 7 gennaio 2011. Domanda: ma allora il Natale 2010 i russi lo hanno già festeggiato ed io, l’ho saltato? Continuo a fare i conti, ma è proprio vero, perderò il Natale 2010.
Fino a qualche tempo Capodanno arrivava il 13 gennaio, adesso è sinronizzato al nostro. Stapperemo lo spumante e ci baceremo sotto il vischio con due settimane di ritardo. Vado in esplorazione per capire se almeno l’atmosfera natalizia è la stessa. Scopro cose allarmanti. Il Babbo Natale, quello che vive a Rovaniemi, Lapponia, non tanto lontano da qui, di qui non passa, non si fa proprio vedere. A Mosca c’è Father Frost’s, (nickname Ded Moroz). Visto che questo Ded mi è sconosciuto ho fatto ricerche. Le scoperte sono due: la prima è che il dispensatore di doni – secondo The Moscow News – é provvisto di Glonass Monitor system. E’ un rilevatore satellitare di tecnologia sovietica. Ce ne era proprio bisogno? Perché come tutti ii vecchi Babbi Natale non segue una stella cadente? E poi non so se mi posso fidare dei marchingegni russi.
Seconda meraviglia: a differenza del nostro vecchietto, circornnato da aiutanti elfi e simpatiche renne dal naso rosso, Ded si tira dietro una biondina giovane e carina, meglio dire “avvenente”, vestita di un tutù bordato di pelliccia. Si chiama “fanciulla delle nevi”; dispensa sorrisi e carezze apprezzate dai bambini, soprattutto dai loro papà. La leggenda fa sapere che la fanciulla si era persa nella foresta e il vecchio Ded l’ha salva e ricoperta di vestiti e gioielli e la povera ragazza è costretta a ricambiare con certe gentilezze. Insomma, il Babbo Natale di Mosca viaggia con l’amante. Non c’è più religione (anche se la Russia prova a ritrovarla).
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare