Mosca – Visto che Piasapia potrebbe diventare il prossimo sindaco di Milano “gli altri”, tifosi della Moratti, attaccano dicendo “Se vince lui, comunista, Milano diventerà come Mosca”. Come Mosca? Ma i nostri geni della politica a Mosca ci sono mai stati? È facile agitare lo spauracchio del comunismo in una città che è stata amministrata per anni da leghisti e berlusconiani. Se i moscoviti sapessero di avere quanto prima una città gemella, insomma, una città satellite, sarebbero molto contenti. Chiederebbero asilo politico, traslocherebbero in massa, altro che barconi di profughi: potrebbero arrivare camionate di ricconi pieni di grana. Attenzione, però: dovrete istruirli per bene perchè a Mosca si mangiano ancora bambini e la gente comunista non si lava e puzza un po’.
I giornalisti amici del premier tuonano: “Milano in mano ai comunisti e ai centri sociali”. D’accordo, una sciagura per chi preferisce centri estetici e igieniste dentali.
Sappiate milanesi, dei sacrifici che vi aspettano: non più l’happy hours con Campari e pizzettine, solo vodka liscia con aringhe in salamoia. Addio alle allegre serate delle primavere lungo Navigli, solo passeggiate sulla Piazza Rossa o lungo la Moscova ghiacciata. Vedrete la Madunnina avvolta nella bandiera rossa che intona l’internazionale e proprio tra Scala e Palazzo Marino rottameranno il marmo di Leonardo; al suo posto un busto di Stalin. Per darvi una mano cominciano a spedire da Mosca container di colbacchi da esibire nelle occasioni importanti.
Se arrivano i comunisti, addio ai prezzi “abbordabili” di Via Montenapoleone, tutto costerà come in Russia: 4 volte di più. Addio a pane fresco, zucchini e carciofi, solo rape, patate e cipolle. Insomma, pensateci bene. L’elegante signora Moratti può darvi tanto di più. Per esempio, un bel loft in stile Batman per i party con la “gente-che-conta”, oppure garantire che chi scappa dalle guerre non si fermerà perchè “la città ha già dato”. Mentre Pisapia, il rosso, costruirà moschee, offrirà spinelli ai bambini davanti alle scuole (come informa la mite Santanchè) e permetterà ai ladri-di-furgoni di farla franca.
La signora che ha speso 15 milioni di euro per la campagna elettorale ha paura dei comunisti, dei centri sociali e degli immigrati?
Potremmo fare scambi: voi mandate le ronde padane, noi mandiamo i cosacchi del Don. Ma dovete sapere che se la Brambilla, la Gelmini ed Ennio Doris chiedono asilo politico a Putin, amico dell’amico, noi non li vogliamo. Va bene il gemellaggio tra due capitali rosse ma senza esagerare. Comunque vada resto orgogliosa, bravi milanesi: colpo di reni e sberla che suona a chi aveva trasformato le amministrative in un test nazionale. Solo 27.000 preferenze contro le 53.000 del passato. Ancora troppe ma è già un segnale. Per i due candidati sindaco ci sarà il ballottaggio. Per lui no. Ormai ha perso.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare