Wikileaks denuncia: mazzette e corruzione attorno alle centrali nucleari italiane
06-06-2011
di
Debora Billi
Paolo Scaroni, amministratore delegato e direttore generale di Eni
È un articolo dell’Espresso che risale a oltre due mesi fa. Mi era sfuggito, ed era sfuggito a quasi tutti: visto che siamo in zona Cesarini per il referendum, è buona cosa leggerlo. Anche perché possiamo così smetterla di alludere con prudenza per parlare invece con cognizione di causa. Dai cablo Wikileaks, esce finalmente la storia che riguarda il giro di mazzette, interessi ed intrallazzi intorno al nucleare italiano. Quello che appunto sospettavamo tutti. Alcune perle:Quando invece si parla delle nuove centrali da costruire, allora i documenti trasmessi a Washington diventano espliciti, tratteggiando uno scenario in cui sono le mazzette a decidere il destino energetico del Paese. Uno scontro di Stati prima ancora che di aziende, per mettere le mani su opere che valgono almeno 24 miliardi di euro e segneranno il futuro di generazioni. Lo scontro più feroce però è quello che avviene per costruire i futuri impianti: almeno sei centrali, ciascuna del costo di circa 4 miliardi. Si schierano aziende-Stato, che sono diretta emanazione dei governi e godono dell’appoggio di diplomazie e servizi segreti. In pole position i francesi di Areva, quasi monopolisti nel Vecchio continente (…) E anche i russi, che nonostante Chernobyl continuano a esportare reattori in Asia, cercano di partecipare alla spartizione della torta. Negli Usa ci sono Westinghouse e General Electric che “sono interessate a vendere tecnologia nucleare all’Italia”.Ed ecco la previsione: “La corruzione è pervasiva in Italia e temiamo che potrebbe essere uno dei fattori che dovremo affrontare andando avanti”. L’avversario è Parigi, che può sfruttare gli intrecci economici tra Enel ed Edf per stendere la sua trama. “Temiamo che i francesi abbiano una corsia preferenziale a causa della loro azione di lobbying ai più alti livelli e a causa del fatto che le compagnie che probabilmente costruiranno gli impianti in Italia hanno tutte un qualche tipo di French connection.”L’intensa pressione dei francesi, che forse comprende tangenti (“corruption payment”) a funzionari del governo italiano, ha aperto la strada all’accordo di febbraio tra le aziende parastatali italiana e francese, Enel e Edf” Gli americani ipotizzano che dietro la scelta degli standard a cui affideremo il nostro futuro e la sicurezza del Paese ci possano essere state bustarelle.Interessante anche ciò che segue, su cui c’era già qualche sospetto. Che in Italia ci sia il “partito ENEL” e il “partito ENI”, e che si combattano sotterraneamente, è quasi una certezza:“Si dice che l’Eni stia facendo una dura azione di lobbying contro la riapertura della partita da parte di Enel”, registra nel 2005 l’ambasciatore Sembler, “perché ridurrebbe sia il mercato di Eni che la sua influenza politica”.E poi le beghe elettorali locali:L’ambasciatore Thorne scrive: “Noi abbiamo saputo che Scajola ha un’altra ragione per appoggiare il coinvolgimento delle aziende statunitensi. L’accordo con la Francia ha tagliato fuori dai contratti le società italiane che vogliono contribuire a costruire le centrali. Una di queste, Ansaldo Nucleare, ha sede nella regione di Scajola: la Liguria.”Tutto l’articolo, e tutti i documenti, sono una sequenza incredibile di intrallazzi ad ogni livello planetario per spartirsi la torta nucleare italiana. E’ davvero deprimente, che ci sia ancora qualche ingenuotto a credere che facciano tutto ciò “per il futuro energetico dell’Italia”.
Debora Billi, laureata in Lettere, membro Aspo Italia e giornalista. Ha collaborato con produzioni televisive, radio e testate periodiche sugli argomenti più vari, dalla politica internazionale all'architettura, ma la sua (francamente inspiegabile) passione è il petrolio e le sue infinite implicazioni nel mondo moderno. Ha aperto il blog "Petrolio - uno sguardo dal picco" perché convinta che di petrolio si può e si deve parlare con semplicità, ma senza trascurare nulla. Ama i libri e i viaggi, il suo ideale di vacanza è una gita a Proudhoe Bay in Alaska per vedere dal vivo il massacro ambientale operato dalle compagnie petrolifere. Cura anche il blog "Crisis" insieme all'ing. Pietro Cambi.