L’Italia che cambia: i siciliani hanno detto sì, più di 2 milioni, destra tradita, ragazzi in festa
16-06-2011
di
Pietro Ancona
La Sicilia ha raggiunto il 52,6 per cento dei voti che io considero un contributo serio alla vittoria nazionale. Disaggregando il voto abbiamo punte di straordinaria eccellenza come le province di Enna con il 62,36 %, Ragusa con il 60,99, Agrigento 58,1, tutte sopra la media nazionale. Si tratta di centocinquanta Comuni. Nei Comuni, a Capo d’Orlando ha votato più dell’ottanta per cento, a Bagheria il 67 per cento, a Vittoria il 69.
La Sicilia ha quattrocento comuni. Molti hanno registrato punte oltre il sessanta per cento. Le cose non sono andate molto bene ma bene comunque nelle due grandi città Palermo e Catania. Le periferie urbane si sono attestate sotto il cinquanta per cento ribadendo un assenteismo oramai cronicizzato e legato alle tristi condizioni sociali, alla assenza della politica ed al loro immediato contrasto con il relativo star bene dei quartieri del centro.
Il Presidente della Regione, l’Mpa Lombardo, ha dichiarato di aver votato quattro sì. Grande è stato l’apporto del volontariato e dell’associazionismo specialmente a Palermo. A Palermo ho visto tanti giovani volantinare e c’è stata una intensa azione di propaganda dei gruppi femminili. Da notare l’entusiasmo e la grande motivazione dei votanti. Entravano nel seggio con piglio deciso e ne uscivano con il viso raggiante di chi finalmente ha regolato un conto ed ha potuto reagire alle ingiustizie.
Hanno votato si oltre 2 milioni di siciliani molto ma molto di più dell’elettorato progressista. Ripeto: il voto è stato entusiasta. Sperando che nessuno deluda.
Già membro dell'Esecutivo della CGIL e del CNEL, Pietro Ancona, sindacalista, ha partecipato alle lotte per il diritto ad assistenza a pensione di vecchi contadini senza risorse, in quanto vittime del caporalato e del lavoro nero. Segretario della CGIL di Agrigento, fu chiamato da Pio La Torre alla segreteria siciliana. Ha collaborato con Fernando Santi, ultimo grande sindacalista socialista. Restituì la tessera del PSI appena Craxi ne divenne segretario.