Povero ministro incompreso con un passato da precario. Affezionato a De Michelis, ne era ricambiato con gesti di carità. Raccomandava a chi gestiva concorsi e appalti di tenerlo presente per le commissioni: "Poareto, bisogna darghe una man"
E i piccioni di Venezia bombardano Brunetta
16-06-2011
di
Gino Spadon
Immagino che tutti ormai siano già venuti a conoscenza dell’incivile comportamento del Brunetta nei confronti della “precaria” che voleva fargli una domanda. Ciò che di sicuro è ignoto ai più è il complotto messo a punto dai piccioni della città di Venezia dopo un lungo tubare minaccioso. Fuori dalla grazia di dio gli orgogliosi pennuti, dimentichi di quell’antica “buona grazia” che li ha resi cari a frotte di turisti, hanno giurato, sulla testa dei loro figli e alta levando “une griffe d’honneur” (per usare l’eleganza dei nostri cugini d’Oltralpe), di prendere a calci nelle pudenda il nano del Caimano (così lo chiamano confidenzialmente a Venezia) se per caso egli osasse presentarsi in piazza San Marco. Posso assicurarvi che lo faranno per due motivi precisi. Primo perché sono piccioni d’onore che mai non fallano la parola data (e io lo so perché, veneziano d’antica data). Secondo perché, diabolici come sono, hanno già preso le misure e, imitando colui che chiamano amichevolmente “l’abbronzato”, si sono messi a gridare per calli, rami, rughe, chiovere, corti, sotoporteghi, campi e campielli “Si può fare!”
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.