È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
Nel 2011 in carcere sono morte 120 persone. Neanche una per vecchiaia. Nel 2010 salutarono la vita in 180. Un record, ma se i pronostici hanno un senso quest'anno lo battiamo
Ecco il carcere come l’ho visto e come gli altri lo stanno vivendo: vuoto senza speranza
Carcerati, incatenati, ingabbiati. Chiamateli come volete, non credo si offendano, anche se ogni tanto, giustamente, si incazzano. A esempio per il sovraffollamento, cioè un buco di spazio per troppe persone. Un buco di spazio che rende la vita invivibile e il recupero impossibile.
Un paese civile, e sicuro, si vede da come tratta i propri cittadini in carcere. Più alto è lo standard delle carceri e meno cittadini delinquono. Non lo dico io, lo affermano gli esempi.
Buone carceri con operatori disponibili, psicologi e corsi di insegnamento (dal teatro al cucito alla cucina), sarebbero tra l’altro anche un ottimo investimento economico. Una volta uscita di galera la persona più difficilmente sarebbe propensa a commettere nuovi reati, evitando così una nuova detenzione, cioè evitando allo Stato di spendere per mantenere una persona in gabbia e improduttiva. Anzi, investendo sulla qualità delle carceri, una volta fuori, l’ex carcerato sarebbe più facilmente capace di integrarsi nel tessuto cittadino, lavorando e pagando le tasse. Il perché è semplice: in carcere, invece di aver vissuto sbattuto in terra o sopraelevato fino al quarto letto di un letto a castello, avrebbe imparato a relazionarsi con gli altri, sperimentando la condivisione e l’apprendimento. Funziona così con gli animali, figurarsi con gli umani.
Il carcere o è riabilitazione o è fallimento. Io la penso così.
ps. se volete, guardate. Parlo di carcere e carcerati. Storie dietro le sbarre, ma anche davanti. Storie intrecciate. E’ una delle copertine teatrali che ho registrato questo inverno per Rtv38. Siamo sempre a quel punto. Forse un pò peggio.
Saverio Tommasi è attore e autore di libri e spettacoli di teatro civile. Realizza inchieste video di taglio giornalistico, anche con telecamera nascosta.
Il suo pensatoio è http://www.saveriotommasi.it.