Le parole del cardinale volteggiavano ancora nell’aria del plauso generale e gli «osanna» dei laici erano folate carezzevoli sul volto tirato e accigliato del presidente della Cei, quando una lettera sparigliò la quiete per calmare la tempesta. I seguenti cosiddetti cattolici doc, Roberto Formigoni, Raffaele Calabrò, Maurizio Sacconi, Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Alfredo Mantovano, nove per la precisione, hanno l’ardire di scrivere al presidente della Cei per cercare di difendere in modo grottesco Berlusconi per attutire l’impatto del cardinale che anche essi ritengono dirette al loro prosseneta boccaccesco, adescatore di minorenni. Non potendo difenderlo, cercano di annacquare ancora di più le parole eminenti e spalmarle su tutti specialmente sulla «sinistra», quella che ormai solo la destra riesce a vedere. Il documento – è da rimarcare – è stato pubblicato dal giornale dei Vescovi «Avvenire», e per me significa che tutto è stato concordato. Questi difensori dell’immondizia, senza più un refolo di morale e di religiosità e di onore il 30 Settembre 2011 osano scrivere:
La lettera dei nove complici
Eminenza Reverendissima, Le scriviamo innanzitutto per condividere la preoccupata analisi a tutto campo che Lei ha svolto nella sua ultima prolusione, in un momento storico delicato per il nostro paese e per la comunità internazionale, colpita dalla crisi economica e tormentata da guerre ancora in atto … Le immagini della giornata mondiale della gioventù di Madrid sono state un conforto, che ci ha riempito il cuore di speranza, per i tanti giovani che si sono raccolti attorno a Benedetto XVI.
Commento. Si noti la perfidia servile: strisciano ai piedi del clero (Eminenza Reverendissima), dichiarando la loro condivisione «a tutto campo» sul delicato momento storico del Paese sommerso dalla crisi e – qui è il massimo della malafede – «tormentato da guerre ancora in atto». Costoro sostengono un governo che sta dilapidando i soldi dello Stato in armamenti e che finanziano anno dopo anno le guerre che chiamano «umanitarie» e hanno barattato l’incarcerazione di Battisti con la fornitura di commesse militari per 10 milioni di euro dal Brasile. Se io fossi il cardinale, li convocherei tutti e nove e prendere un frusta a nove code e li scaraventerei fuori dal tempio come un tempo fece qualcuno di cui essi hanno perso le tracce.
Ma questa è stata soprattutto l’estate in cui la crisi ha dato segni di “pericolosa recrudescenza”. Abbiamo tutti ben presenti le difficoltà fra le quali abbiamo cercato di fronteggiare il morso speculativo che si è concentrato ultimamente sulle nazioni ad alto debito pubblico. Difficoltà dovute anche ad egoismi corporativi, per i quali non è possibile rinunciare a niente di quanto già ottenuto, e per i quali ogni sacrificio è buono, purché riguardi gli altri. Nel nostro agire politico, uno dei punti di riferimento è sempre stato quello che Benedetto XVI indica con felice sintesi nella Caritas in veritate, quando afferma che la questione sociale è diventata radicalmente antropologica; che senza andare alla radice, senza affermare la centralità della persona sin dalla sua origine, senza fissare il diritto alla vita come inalienabile non può esserci solidarietà, considerazione dell’altro, anelito alla giustizia.
Commento. Sono senza pudore e senza dignità. Le ultime quattro finanziarie non sono il frutto maturo dell’«egoismo corporativo» i di Arcore che così ha voluto fare pagare i costi a chi non lo ha votato e ha fatto gli interessi di coloro che hanno redditi oltre i 150 mila euro? Non è forse il leghista Castelli che si dichiara povero perché dice di guadagnare quella cifra ( 145 m ila euro l’anno )? Si badi bene che è la seconda volta che citano il papa come se fosse loro compagno di merende.
Nel Pdl, pure composto da diverse culture, c’è una convergenza comune su questa analisi: si vuole conservare quella che Giovanni Paolo II definì “eccezione italiana”, quell’orientamento che investe e forma anche l’azione di tanti che non si professano credenti, e però condividono una cultura e una visione antropologica cristiana, che nel nostro paese ha radici profonde e solide. Ne è testimonianza l’impegno per affermare nella dimensione pubblica i principi non negoziabili che attengono alla persona e alla sua centralità, dal concepimento al naturale tramonto, dall’affermazione di un’identità che si fondi su una tradizione e ne riconosca i simboli, alla costruzione di un modello socio-economico sensibile alla sussidiarietà ed efficace nei confronti delle situazioni di fragilità.
Commento. Qui si raggiunge l’apice della indecenza: si contorcono come serpenti che hanno mangiato una tarantola per stravolgere la realtà: e ancora una volta, non avendo pudore e dignità ricorrono al prestito di un papa morto per fare credere che dalle loro parte credenti e non credenti «condividono cultura e visone antropologica cristiana». Tutti santi. Santi subito! Il sottolineato in neretto è un capolavoro di ipocrisia blasfema e bugiarda perché stanno ricattando il presidente della Cei. Tradotto fuori dalle unghie significa: cerca di ratificare e aggiustare il tiro perché altrimenti abbandoniamo quello che più ti interessa: l’aborto, la scuola, il matrimonio. Se il cardinale crede ancora negli asini che volano, si accomodi. Purtroppo non crede solo questo, ma che anche che anche le vacche vanno in deltaplano.
Non vogliamo tuttavia nasconderci dietro a un dito: ci rendiamo conto che alcuni comportamenti personali, pur mai esibiti, ma diventati clamorosamente pubblici grazie a un’intrusione violenta nel privato, sono sottoposti al giudizio pubblico; sappiamo che la Chiesa non può esimersi dal giudicare, e naturalmente lo fa secondo la dottrina e la morale cristiana. Abbiamo a maggior ragione apprezzato le considerazioni sulla magistratura, proposte già nella precedente prolusione e oggi sottolineate con maggior forza: “l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo” nei confronti di un’unica persona, “quando altri restano indisturbati”.
Commento. Sentiti questi vergini con la cintura di plastica! «Comportamenti, mai esibiti»! O lo sono o lo fanno. Secondo me lo sono e lo fanno. Se in tutta la sua vita Berlusconi non ha fatto altro che esibirsi, proponendosi come modello e si autoassolve perché «il popolo mi vuole così»! Ci vuole la faccia di tolla, di bronzo e di acciaio inossidabile per fare affermazioni così cretine e gratuite. E’ il segno della loro colpa senza sconti: non vedono perché non vogliono vedere perché amano lo stipendio lauto e il posto che gli frutta bene. Logicamente in nome dei «principi non negoziabili», del papa, della fede, cioè in nome del nulla. Naturalmente la colpa non del delinquente che delinque, ma dei giudici che cercano di portarlo in carcere. Bagnasco invece del colpo al cerchio e l’altro alla botte, poteva risparmiarsi la battuta sui giudici, ma non poteva farlo perché deve dimostrare di equilibrista così se cade, cade sempre in piedi.
Il che non significa limitarsi a stigmatizzare determinati trattamenti “ad personam”: significa, piuttosto, mettere in guardia dal danno irreparabile che la supina e legittimante accettazione di una violazione sistematica delle regole potrebbe cagionare allo stesso Stato di diritto, patrimonio condiviso di una comunità nazionale e soprattutto, come ha evidenziato Benedetto XVI nel suo discorso al Parlamento tedesco, proiezione terrena della capacità di distinguere fra il bene e il male.
Commento. Ecco il punto: per lorsignori il problema non è Silvio Berluscia, ma la violazione sistematica delle regole. Fino ad ora il casto Formigoni o era in estasi da ecstasi o era emigrato su Marte dove tutto è attutito e nessun viola le regole. Consiglio a lui e ai suoi compari e anche alla compressa di andare a confessarsi per avere detto tante bugie in una frase che nemmeno che mille studenti in dieci anni di studio. Consiglio al prete di dare loro come penitenza di mettersi una macina di mulino al collo e di buttarli a mare. Con amore, s’intende, e poi di celebrare una Messa per grazia ricevuta.
Vogliamo inoltre far notare che quando la Chiesa parla di “comportamenti licenziosi e relazioni improprie”, di “pansessualismo” e relativismo etico, il suo invito va accolto considerandone il significato e il valore a tutto tondo. Non possiamo accettare che siano gli alfieri del laicismo più sprezzante, chi abitualmente dileggia la morale sessuale cattolica e vorrebbe una Chiesa muta e intimidita, a plaudire oggi alle parole dei vescovi italiani, utilizzate strumentalmente e applicate in modo unilaterale, con esclusivo riferimento al Presidente del Consiglio. Non accettiamo quindi che giudizi violenti e definitivi vengano da altre cattedre, che si sono sempre contraddistinte per il doppio peso con cui hanno giudicato e continuano a giudicare la Chiesa a seconda della convenienza politica. Non sappiamo quanto di tutto questo immenso polverone rimarrà, dal punto di vista giudiziario. Sappiamo però che anche questo è un immenso polverone che ammorba l’aria, confonde le priorità e annebbia il giudizio di tanti.
Commento. Ora lo sappiamo: la colpa è della sinistra. Berlusconi va con minorenni, anzi vive «comportamenti licenziosi e relazioni improprie»? Colpa della sinistra che ha formato le prostitute per corrompere Berlusconi. Questi ignobili osano anche chiamarsi «cattolici». Che Dio li fulmini, ovunque siano e purifichi l’aria dall’ammorbamento.
La risposta della Cei con posta prioritaria
Lo stesso giorno, 30 settembre 2011, nella consueta conferenza stampa del segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata ha risposto ai nove tranquillizzandoli e invitandoli ad andare a letto «tranquilli e asciutti che la Cei assorbe tutto». Il compito di Crociata è di stemperare le parole di Bagnasco ancora di più. Se il primo invece di una pasta asciutta fece brodino, il secondo lo allunga ancora fino a fare il miracolo di trasformare il brodo in acqua pura. Dice Crociata:
«La Cei notoriamente non fa i governi e nemmeno li manda a casa. Non abbiamo da esprimere giudizi nemmeno sulla maggiore o minore vicinanza di sensibilità di un Governo, piuttosto che di un altro, rispetto a quella della Cei: questo ci porterebbe su un terreno politico. Per nostra vocazione e come istituzione dobbiamo esprimere una valutazione laddove sono in gioco valori essenziali come la persona e la vita».
Commento. Mi fermo qui nella citazione che supera ogni ridicolo e bugia. Si vede che il metodo Berlusconi ha fatto breccia anche tra i vescovi. Se la Cei non fa governi e non li manda a casa, perché appoggia il governo Berlusconi così sfacciatamente nonostante le finte grida cardinalizie? Perché Ruini ordinò ai preti e suore di Roma di votare Storace? Perché Bertone va a cena di notte come un carbonaro per convincere Casini a sostenere Berlusconi e non farlo cadere? Perché Ruini invita a pranzo Berlusconi per studiare al strategia per non fare vincere Emma Bonino alle elezioni regionali del Lazio? Se la Cei è quella che dice Crociata, perché non invita i cattolici pasdaran a togliere ogni collaborazione con Berlusconi, evasore, corruttore, papy di minorenni e sfregio dell’Italia? Perché appoggiano chi ha distrutto il tessuto etico del popolo italiano? Perché i vescovi credono e si ostinano a credere che noi siamo cretini?
Signori, anche per voi è arrivato il tempo del «redde rationem» e vi chiederemo conto della vostra della vostra complicità.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).