Mosca – Un piccolo “Titanic”, persone che erano in vacanza, che scappavano dal caldo che ha fatto boccheggiare la Russia per alcune settimane. Non c’era un’orchestrina che suonava musiche d’inizio secolo, ma un dj in cerca di successi estivi. Ecco la storia del “Bulgaria”. Il Bulgaria stava navigando nelle acque del Volga quando in pochi minuti è affondato piegandosi di lato. Solo 80 persone si sono salvate, 200 passeggeri annegati.
Le cause esatte della tragedia? Inizialmente si ipotizza un guasto al motore, poi al sovraccarico della nave (50 passeggeri in più del consentito), infine un po’ di sfortuna: una tempesta che l’ha colta al largo del fiume Volga con gli oblò aperti, per via del caldo e della mancanza di aria condizionata. Ma poi leggo un’intervista a un capitano di navi da crociera: “Il mio parere ? Una concomitanza di errori umani dati dal basso livello di formazione della gente di mare: equipaggi poco preparati, non sanno le elementari nozioni e le norme di sicurezza. Negli ultimi venti anni il caos del tutto si compera con la corruzione, anche le qualifiche tecnico-scolastiche che permettono di portare una nave”.
In Russia si può veramente comperare tutto, anche un anno scolastico. Un mio conoscente italiano raccontava che convocato dalla maestra della sua bimba alle elementari, in una scuola pubblica di Mosca, si è sentito proporre per cercare di attenuare le difficoltà in matematica non un corso intensivo, ma con un aiuto pecuniario alla dolce maestrina. Ho subito pensato ai corsi di recupero, alle centinaia di verifiche “personalizzate” che ho preparato in questi anni di insegnamento, alle riunioni e alle discussioni senza fine. Qui il metodo è sbrigativo: paghi? Bene, allora sai.
Secondo una ricerca fatta dall’associazione degli avvocati, nelle scuole e nella sanità probabile l’80% – sicuro il 40 di ogni attività – si svolge all’ombra della corruzione. Per i cittadini russi pagare un extra per garantire l’assistenza a un familiare ricoverato in ospedale pubblico è regola che non si discute. All’università – racconto di AsiaNews – la mancia è 500 dollari per una tesi in un ateneo di medio prestigio, 20 dollari per passare un esame. Qui a Mosca gli ultimi esami di primavera sono stati come sempre mercato di scambio: “Tu dai le risposte a me e io do un bel pacco di rubli a te”. Per gli esami 2012 le autorità provano a frenare con metal detector e cani poliziotto (con una scatoletta di bocconcini forse si potrà corrompere anche loro).
Le scuole non hanno un nome ma numeri, 70, 199, 333. Sui banchi delle superiori siede una generazione che non hai vissuto l’era comunista: ormai a scuola con giubbotti di pelle, anfibi e pettinatura “alternativa”. Entrano in istituti con antistoriche falci e martelli ormai scrostati. Camminano nei lunghi corridoi contornati sfiorando i busti di personaggi a loro sconosciuti e prima di accomodarsi nelle proprie aule, lasciano gli scarponcini pseudo punk in file ordinate prima di indossano il gilet con stemma e colori della scuola.
Sono i figli del capitalismo più spinto e del consumismo all’ennesima potenza. Hanno laboratori scientifici ben attrezzati in rispetto alla tradizione scientifico-matematica del sapere russo. Anni fa una studentessa di San Pietroburgo ricorre al tribunale per non studiare l’evoluzionismo creando uno scomodo precedente, in definitiva dimostrando che la lunga mano della chiesa ortodossa continua a colpire. Il patriarcato, forte del ritorno a un “non ben chiaro” spirito religioso, ha proposto di istituire un corso sui fondamenti di cultura ortodossa. Gli accademici scrivono a Putin per invocare il rispetto del laicismo, ma Putin non ascolta e l’ora di “religione” entra nei programmi ministeriali.
“Quando dico ai ragazzi che a scuola studiavo marxismo-leninismo e storia del partito comunista, scoppiano a ridere”, racconta Anna Bocherova, professoressa di filosofia, 45 anni. Negli anni Novanta i testi e i programmi erano ancora “sovietici”, poi con la perestrojka le cose cambiano. Nel 2002 parte la nuova riforma scolastica tra plausi e contestazioni. Ma suscita critiche accese il nuovo manuale di storia rivolto ai docenti nel quale Stalin viene definito “il dirigente più efficace dell’Unione Sovietica” mentre gli anni Novanta innovativi e liberali risultano dipinti come personaggi di una cupa stagione del caos. Le disposizioni cambiano: manuale che notifica il putinismo come “l’epoca del rafforzamento dello Stato”. Guerra fredda? “Forse l’America aveva paura della Russia o era invidiosa perché abbiamo le risorse”. Si sta parlando di un’altra riforma scolastica più vicina alle nuove tecnologie. Tante discussioni, grande confusione, non si sa bene cosa il ministro della cultura voglia fare.
Per fortuna non hanno una Gelmini Mary-superstar. Forse il nostro ministro – o il suo portavoce subito promosso ai vertici dell’istruzione e tecnico informatore della Berlusconi figlia sedutasi nel consiglio del Milan, aria da primi della classe – con qualche rublo di mancia potevano comperare un “aiutino” e risparmiarsi la ridicola figura della galleria più lunga d’Europa.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare