Per il demografo Antonio Golini, intervenuto a Todi al Forum dei cattolici, entro il 2050 l’Italia avrà sei milioni di persone in meno sotto i 60 anni e 9,5 milioni in più sopra i 60 tra i quali gli ultraottantenni saranno triplicati. Un esercito di nonni a contendersi il sorriso di pochissimi nipotini. Chi li aiuterà? Chi pagherà le loro pensioni?
Crisi: crescita zero, Italia senza bambini, nonni senza nipoti
24-10-2011
di
Edoardo Capuano
Attualmente le donne italiane mettono al mondo in media 1.3 figli, il primo e in genere unico dei quali a quasi 31 anni di media, una quota che solo mezzo secolo fa sarebbe stata definita “primipara attempata”. Per sanare il debito demografico, perfino più tragico di quello economico, basterebbe che le italiane si avvicinassero alle quote delle donne immigrate che fanno in media 2.3 figli il primo dei quali a meno di 28 anni.
Altro che “family day”! È indispensabile che qualunque programma politico metta al centro il problema della denatalità innanzitutto garantendo la cittadinanza ai migranti col passaggio allo Ius Solis e poi dando impulso a tutte le possibili politiche per la natalità senza discriminazione. Non certo per garantire otto milioni di baionette ma per garantire la sostenibilità dell’interscambio generazionale.
Per far questo bisognerà metter da parte fondamentalismi classificatori. Secondo Golini sempre più i figli nasceranno in contesti diversi dalla famiglia tradizionale e sempre più persone vivranno in contesti diversi a partire dagli anziani soli che sempre più dovranno essere facilitati a formare nuove forme di famiglie (tra virgolette se preferite) con parenti o amici o dividendo nuove forme abitative che riducano l’impatto dell’assistenza. Sono fenomeni studiatissimi e li conosciamo da anni per i validi contributi della ricerca, sociologi, antropologi, demografi. Sono fenomeni reversibili, non emergenze. Intanto i politici discutono del bavaglio alle intercettazioni.
Edoardo Capuano collabora a “Giornalismo partecipativo” di Gennaro Carotenuto.